Gino Castaldo si pone il problema della musica nell’epoca della sua riproducibilità tecnica e lo fa prendendo a pretesto l’ultimo singolo di Liberato: “E se alla fine fosse una specie di parassitismo? Mi è venuto in mente ascoltando il nuovo singolo di Liberato, Turnà, che sfrutta abbondantemente, a partire dal titolo, il pezzo Voglia e turnà di Teresa De Sio, del lontano 1982”. Castaldo sottolinea: “Nulla di illegale, non è un plagio, i crediti del pezzo riconoscono la parte compositiva firmata Bruno e De Sio, probabilmente hanno avuto il permesso dagli autori per utilizzare il pezzo”. Il problema piuttosto sarebbe, eventualmente, che il cantante “rappa per un po’, urla e scivola nel ritornello che è più o meno esattamente quello dell’originale”. La questione, per il critico, è più generale, ma questo nuovo singolo è un buon esempio di un fenomeno che va inquadrato e che forse è arrivato il momento di criticare: “Il dubbio ha a che vedere con la tecnica e la filosofia del campionamento, che ha fatto irruzione nella produzione musicale a partire più o meno dal 1980, cioè dagli anni in cui Teresa De Sio scriveva il pezzo in questione. La tecnica del sample o campionamento fu salutata come un’innovazione straordinaria perché apriva nuove praterie, come in effetti accadde perché fu fondamentale nella nascita e nello sviluppo del rap. Ma era una tecnica creativa che induceva a manipolare pezzi o frammenti di cose già esistenti per creare qualcosa di nuovo”.
Il problema è quindi chiaro: “La voga del campionamento con gli anni ha generato anche una sorta di pigrizia creativa che oggi, nel totale vuoto di nuove idee, risalta in modo particolare. Se continuiamo a riciclare e riciclare quelli che un tempo sono stati gli originali, alla fine le scorte si esauriranno e non ci sarà più nulla da riciclare”. Ecco allora che Liberato pare aver dimostrato nei fatti ciò che Castaldo ha provato a sintetizzare in poche righe su L’Espresso: “E qui arriviamo a Liberato che, col minimo sforzo, nel suo dorato e ormai stanco anonimato, ha preso un ritornello fortissimo di tanti anni fa, l’ha ritrattato e inacidito, e ci ha fatto il nuovo singolo. È solo un esempio, per carità, lo fanno in tanti, ma non sarà che questo eterno riciclare cominci ad assomigliare troppo a un atteggiamento parassitario? Ci alimentiamo di vecchie invenzioni cercando di attualizzarle, quando ci sarebbe un disperato bisogno di idee nuove per far ripartire il ciclo, prima che sia troppo tardi e le scorte del passato diventino inutilizzabili perché troppe volte riciclate, abusate, sfruttate”. Critica da saggio della critica che fu o ultima provocazione, attualissima, di un esperto che smaschera un mercato discografico fondato sui copia e incolla?