Da anni in tanti si chiedono chi si nasconda dietro a Liberato, il musicista che dal 2017, anno della pubblicazione del suo primo singolo Nove Maggio, non ha mai rivelato la propria identità. Un mistero? Per qualche anno sì. Oggi, a quanto pare, molto meno. L’argomento, però, è tornato d’attualità dopo l’uscita del film del regista Francesco Lettieri in collaborazione con Giorgio Testi che si intitola, appunto, Il segreto di Liberato, dallo scorso 9 maggio al cinema. Ma sono davvero un mistero il nome e il cognome dell’artista che ha prodotto brani diventati ormai dei classici a Napoli e non solo, come Tu t'e scurdat' 'e me o Gaiola portafortuna? A quanto pare no, e lo ha spiegato il giornalista Gabriele Parpiglia ai microfoni di Radio Marte: “È il segreto di Pulcinella. Negli anni si è sempre pensato che dietro a Liberato ci fosse Livio Cori. L’ho interrogato in tutti i modi per capire se fosse lui, ma non era lui. Si è pensato che fosse Ntò dei Co Sang, e che si riunisse di nuovo insieme a Luchè, e non era lui. Finché, dopo tantissime ricerche siamo arrivati a un nome. Ma non ci siamo arrivati solo noi - ha continuato Parpiglia -, c’è arrivata per prima Napoli”. Vediamo come.
Prosegue il giornalista: “Attraverso, soprattutto, i diritti Siae, attraverso i nomi che portano a una strada, e la strada e il nome è quello di Gennaro Nocerino. Un artista napoletano, conosciuto prima come Herr Styler, un duo e trovate su Youtube anche i video delle loro esibizioni, e le movenze e la musicalità sono identiche a quelle di Liberato. Successivamente si dividono e si fa chiamare Hot Spell”. Non solo, perché ci sarebbero degli indizi che portano a lui anche sul suo profilo Facebook: “Si possono notare i soliti riferimenti a Napoli e al Giappone, che nel film (di Lettieri, ndr) ha una prevalenza molto importante perché parla di questa fidanzata che si è trasferita in Giappone. Si chiama Lucia e pare che lo avesse lasciato la sera tra il 9 e 10 maggio proprio con una rosa. E la rosa è il simbolo di Liberato. Quindi, diciamo, tutto torna”. Non è finita qui, perché Parpiglia va oltre e aggiunge: “A me hanno mandato una storia (Instagram, ndr) con nome e cognome di Lucia, anche se il cognome non lo dirò, che nel giorno di uscita del film ha postato una storia proprio con una rosa”. Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova? A quanto pare sì, salvo smentite.