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Liberateci da Liberato (III): abbiamo ascoltato il nuovo album e abbiamo capito chi è il suo riferimento culturale. Saviano (e “Gomorra”)? No, Massimo Boldi…

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

2 gennaio 2025

Liberateci da Liberato (III): abbiamo ascoltato il nuovo album e abbiamo capito chi è il suo riferimento culturale. Saviano (e “Gomorra”)? No, Massimo Boldi…
Ci vuole del genio per essere Massimo Boldi. Cosa ci vuole, invece, per essere un suo emulatore? Liberato ha fatto uscire il suo nuovo album (che si chiama come lui): lo abbiamo ascoltato e abbiamo capito perché i trapper non sono figli di “Gomorra” di Roberto Saviano, ma del comico milanese

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

È uscito il terzo album del Daft punk do’ rione Sanità, il Banksy da pummaruola ‘ncoppa, Liberato, e a me viene in mente il capostipite assoluto di questa cultura gomorrosa acetata gold: Massimo Boldi che nel 1989 declamava al Maurizio Costanzo Show la poesia ‘A pizza Margherita, che si concludeva con “pecché chill’ vuleva la pizza uè / chill’ vuleva la pizza uè”, tempi lontani ancora memori di Aurelio Fierro e Carosone, tempi antologizzati da Renzo Arbore con l’Orchestra Italiana, prima che il mondo della gloriosa lingua napoletana si rinchiudesse nelle sneaker e nei tatuaggi del neomelodico trappato carcerario (uè), estendendosi da Gianni Celeste al trap meneghino e trasformando l’Italia in un immenso “Sono di Rozzano” detto con la faccia un po’ stravolta (uè, “a Berlino non si perde neanche un bambino”). L’operazione di marketing, come tutto quello che negli anni è venuto da Liberato, è ganza (si dice ganza?), ma davvero l’Italia, musicale e non, è freezata in questa dicotomia antimafia-gomorra, in quelli della società civile e in quelli che inneggiano alla pistola nel cruscotto (che poi è una cosa che accomuna il neomelodico e il leghista)? È tutto un già sentito e già visto nelle bancarelle con le musicassette, perché il neomelodico napoletano non è solo napoletano, i neomelodici tutti cantano quel dialetto, da sempre, ora riarrangiati e con inserti italglish. Detto con rispetto – si porta sempre rispetto agli artisti – ma qui c’è un rigonfiamento di ‘uallera (ernia scrotale, con tutto il suo portato metaforico) e ‘o puparuolo sta mbottonato (peperone ripieno). Ma, ma, c’è mercato, c’è mercato.

Liberato
Liberato
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Roberto Saviano voleva fare l’antigomorra e li ha fatti diventare eroi pop. Come è avvenuta questa follia? Non ne ho idea. Se qualcuno ce l’ha ci faccia sapere. Nell’album Liberato III ci sono otto tracce inedite più il singolo Lucia (Stay with me, uè), colonna sonora del film Il segreto di Liberato. Pare sia un produttore famoso che mette insieme un po’ di gente altrettanto famosa, ma un’operazione del genere, ma con la leggerezza d’altri tempi, la fecero gli Squallor con Alfredo Cerruti, Giancarlo Bigazzi, Daniele Pace e Totò Savio, guest star come Gianni Boncompagni e sì, anche loro fecero due film più un documentario, oltre a fare un pezzo di storia di un’Italia che abbiamo perso, appesantita oltremodo da chi delinque, da chi antidelinque, da chi canta il delinquo e l’antidelinquo, o carzere, a sirena, a pizza, a cozza, o catenone, l’autoradio, o subwoofer. E a noi non resta altro che chiederci, accoratamente, appassionatamente, razionalmente ma anche no: ma pecché, ma pecché, ma pecché? E non riusciamo a darci altra risposta che: “Pecché chill’ vuleva la pizza uè / chill’ vuleva la pizza uè”.

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