Morta una Murgia, se ne fa un’altra, una nuova scappata di casa e di cervello per finire intervistata su Vanity Fair, per accusare tutti i maschi di essere violenti e misogini, il trend del nuovo femminismo sciroccato. Valeria Fonte, la versione non matematica di Valerio Chiara. Incontra un uomo che ha ucciso la compagna e ne deduce che tutti gli uomini sono così, un genio. Per questioni di cultura, sostiene. E non sta parlando di società islamiche dove le donne sono oggetti, sta parlando della società occidentale, da Vanity Fair. Io le suggerirei di andare a dire le stesse cose a Al Jazeera.
Le donne per gli uomini sono mostri, dice. Non c’è niente di più ordinario di un uomo violento, dice. A me sembra che non ci sia niente di più ordinario di una donna che per mettersi sotto i riflettori del demi-monde culturale si metta a delirare contro i maschi parlando a nome di tutte le donne, che per fortuna non sono deliranti come lei. Sentite qui: «Qual è l’effettiva differenza fra uno che è un femminicida e uno che non lo è? L’uccisione di una donna, mi direte. Ma basta davvero questo per aprire un baratro fra chi commette un femminicidio e chi no? Prendiamo in esame uno che commette femminicidio, uno che stupra, uno che fa catcalling. In tutti i casi gli uomini esercitano controllo e possesso, solo in modi diversi. Uno si sente in diritto di commentare il tuo corpo, uno di stuprarlo, uno di ucciderlo». Tradotto: uno ti fa un complimento (commentare il corpo) è uguale a uno che stupra e uno che uccide. Suggerisce anche alle donne (cosa c’è di più misogino che parlare a nome di tutte le donne, come fossero criceti?) con chi non devono andare a letto, praticamente con nessuno. Più che femministe sono sessuofobiche, anche perché il sesso di per sé è sessista.
Io non so se queste qui ci credono in quello che dicono o perché conviene. Se questa Valeria Fonte, il cui curriculum mi sfugge ma chi se ne frega, (per fortuna a lei sfuggirà il mio, mi preoccuperebbe il contrario, tant’è che inizia dicendo di leggere Nicola Lagioia, fa sempre bene dirlo), pensa che tutti i maschi siano femminicidi, misogini, stupratori, credo che più che scrivere su Vanity Fair dovrebbe farsi scrivere una diagnosi da uno psichiatra. Infine, si ricordi che esiste l’identità di genere, la comunità LGBTQ+Me dovrebbe ribellarsi. Voglio dire: io sono uno scrittore, non ho sesso. O meglio un giorno sono maschio, un giorno sono femmina, come Flaubert o Proust. Qui le rispondo da donna. Ma in generale, tranne pochi, non sopporto né i maschi né le femmine, inutile mi dia del misogino, sarebbe sessista: sono misantropo, e lei rientra nel tipo di persone che evito, a prescindere dal sesso, di cui non me ne può fregare di meno.