Abbiamo visto il film Un anno difficile, dagli autori di Quasi Amici, in uscita il 30 novembre con I Wonder Pictures dopo la presentazione al Torino Film Festival e spoiler, è una piccola perla. Non ci sono molte altre definizioni per descriverlo. “Sarà un anno difficile” è la frase usata da tutti i presidenti francesi quando all’orizzonte vedono avvicinarsi casini di difficile gestione. Questa frase istituzionale e paraculissima, creato da Olivier Nakache e Éric Toledano, autori di Quasi Amici e ritornati al cinema dopo un periodo televisivo, rappresenta una vera e propria gag politica. Il film gira attorno a un'amicizia su cui nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo e affronta due temi sociali opposti ma raramente esplorati dal cinema: il sovraindebitamento e l'attivismo ambientale. Brutte bestie entrambe. Ma toccarle è un atto di coraggio non indifferente. Bruno e Albert, vittime del consumismo, del debito, dell’egoismo (proprio e altrui) si uniscono a Noémie Merlant e agli eco-attivisti, rappresentanti dell'ultima (e ricca) generazione consapevole dei problemi climatici. Toledano-Nakache, abili da sempre nel giocare con conflitti e contraddizioni, prendono temi serissimi, ci scherzano sopra, ne fanno un prodotto comico, seguendo la tradizione della commedia all'italiana, a cui si rifanno spesso. Anche il tema spinoso del sovraindebitamento è toccato con irreale umorismo, mostrando l'assistenza offerta ai disperati da altri disperati. “Quando compri qualcosa chiediti se ne hai davvero bisogno” è un mantra che si ripete di continuo durante tutta l’ora e mezza di film. Insomma sono (e siamo) tutti responsabili per la palla che lasciamo alle future generazioni, eppure queste considerazioni sembra che non esistano veramente nei pensieri degli altri...
Bruno e Albert si scontrano, non si capiscono, si vomitano addosso, poi si intendono alla perfezione e l'ambientalismo (verso cui inizialmente si mostrano scettici) genera situazioni imprevedibili e mette in luce contrasti di classe e di percezione dei problemi: la fine del mese per i più sfortunati contro la fine del mondo per i giovani consapevoli che possono permettersi il lusso di lottare per un futuro migliore. Per i due protagonisti e tutta la società il punto che giustifica il menefreghismo generale sembra essere racchiuso in queste domande: “Le future generazioni? E cosa hanno fatto per me? Dammi l’ultimo televisore al plasma”. La coppia d’oro del cinema francese crea ponti tra mondi opposti, racconta momenti tragicomici, malinconia condita bene e termina con un lieto fine che galleggia in bel sogno. Olivier Nakache e Éric Toledano una cosa non sanno fare: deludere. E infatti non l’hanno fatto. Voto otto perché se do meno Babbo Natale mi lascia il carbone sotto l’albero.