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A pranzo con Marcella Bella al Villaggio del Festival: “Ho anticipato Chiara Ferragni di vent’anni”. I testi trap? “Mi dispiace sentire certi pezzi”. E su Sanremo via da Sanremo? “Stupidaggini, perché…”

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  • di Michele e Lucia Monina Michele e Lucia Monina

11 febbraio 2025

A pranzo con Marcella Bella al Villaggio del Festival: “Ho anticipato Chiara Ferragni di vent’anni”. I testi trap? “Mi dispiace sentire certi pezzi”. E su Sanremo via da Sanremo? “Stupidaggini, perché…”
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Al Festival di Sanremo 2025 siamo venuti per spaccare, ve lo avevamo detto. Oggi è toccato a Marcella Bella, in gara con Pelle Diamante, di dover pranzare con il nostro (cattivissimo) critico Michele Monina sua figlia Luccioola

di Michele e Lucia Monina Michele e Lucia Monina

Marcella Bella torna in gara al Festival di Sanremo dopo diciotto anni di assenza. Non li ha contati, dice lei, ma noi sì. E la domanda sorge spontanea: com’è ritrovare quel palco dopo così tanto tempo? “Sanremo è sempre Sanremo, un carrozzone, un circo dove c’è di tutto e di più”, racconta con un sorriso. “Però in una settimana fai la promozione che faresti in un anno”. E allora tanto vale esserci, soprattutto con la canzone giusta. Marcella non ha mai smesso di provare a tornare, ma quest’anno il pezzo era quello giusto. “Non si aspettano che io canti una canzone così”, ammette. “Spero di essere la sorpresa”. Il brano in questione è Pelle Diamante, un manifesto di forza e indipendenza femminile. Un messaggio che nasce da un’urgenza sociale: “Le donne devono reagire, devono essere guerriere. Oggi vengono trattate troppo male: violentate, stuprate, sfregiate con l’acido, uccise. Siamo nel 2025, queste cose non dovrebbero più succedere”. E allora ecco l’idea del diamante: “Una pietra durissima, ma anche preziosa, perché la donna è questo. Deve essere forte e indipendente, non deve farsi calpestare”.

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Marcella Bella a pranzo con i Monina
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Negli ultimi anni non sono mancate le polemiche sulla musica che ritrae la donna in modo svilente, con testi che la trattano come un oggetto. Marcella non fa nomi, ma per lei il problema esiste, e lo descrive come qualcosa di ineluttabile: “Mi dispiace sentire certi pezzi, ma il mondo è fatto anche di questo”. Il suo, invece, va nella direzione opposta: un inno alla dignità e all’autodeterminazione femminile. E se qualcuno si stupisce della sua grinta, basterebbe guardare indietro di vent’anni. Al Festival, Marcella si era già presentata con una scritta sul vestito: Uomo Bastardo, un altro brano di rivendicazione. “Forse ho anticipato Chiara Ferragni di vent’anni”, scherza. Altro che Pensati Libera. Marcella Bella è stata anche icona di sensualità, soprattutto negli anni Ottanta. Ma la sua visione è chiara: “O ce l’hai o non ce l’hai. E non c’è bisogno di esibirla per forza”. Lei, per dire, si era rifiutata di indossare spacchi audaci, nonostante il suggerimento di Mogol. “La sensualità può essere uno sguardo, una frase detta con un sorriso. Ognuno la vive a modo suo”. E sulle nuove generazioni di artiste? “Io sono per la libertà di espressione. Se hai un bel fisico e ti piace mostrarti, fai bene. Io ho sempre avuto un altro concetto della sensualità, ma siamo anche 40 anni più avanti”. Oggi il suo obiettivo è parlare ai giovani, in particolare alle ragazze. “Trovo assurdo che molte siano così insicure. Noi genitori abbiamo cercato di proteggerle, di dare loro tutto. Eppure rispondono con insicurezza. Forse abbiamo sbagliato qualcosa”. La skill principale? “L’esperienza. Anche sbagliando. Le cose negative aiutano a crescere. Non bisogna piangersi addosso, ma trovare la forza per rialzarsi. Io stessa, nella mia carriera, ho preso tante porte in faccia. Ma ho sempre pensato: Tu provi a buttarmi giù? Io provo a rialzarmi”. Infine, un commento sulla recente sentenza del Tar che potrebbe cambiare il destino del Festival. Si parla di un Sanremo fuori da Sanremo, magari senza la Rai. Un’ipotesi che per Marcella è inconcepibile. "Dove andiamo? A Milano? A Torino? Ma che stupidaggini sono? Il Festival è Sanremo. E se provano a togliercelo, noi cantanti ci metteremo in strada con le catene".

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