“Memoria e perdono sono strettamente connessi. Perdonare non è sinonimo di dimenticare, ma liberare il passato per essere perfettamente coscienti del presente”. In queste parole pronunciate da Niccolò Agliardi, è racchiuso tutto il significato del podcast che ha ideato, scritto e narrato. E che noi di MOW abbiamo ascoltato in anteprima. Ma facciamo un passo indietro. Lucia Di Mauro Montanino, assistente sociale napoletana e vedova di Gaetano Montanino, ha vissuto un’esperienza che ha sconvolto il suo cuore e la sua vita per sempre. Era il 4 agosto del 2009 quando suo marito, guardia giurata, fu ucciso durante un tentativo di rapina, colpito da ben otto proiettili sparati da un commando di giovani ragazzi della camorra. Tra i responsabili c’era anche Antonio, che al tempo era soltanto un 17enne, e che è stato poi condannato a 22 anni di carcere. Eppure, quello che nessuno si sarebbe mai aspettato è accaduto davvero. Ovvero che Lucia, dopo un lungo percorso fatto di sofferenza e introspezione, decidesse di incontrare l’assassino di suo marito, scegliendo non solo di dargli una seconda possibilità, ma di perdonarlo. L'incontro tra Lucia e Antonio non è stato un semplice gesto fatto di pietà, ma un lungo processo che ha richiesto anni di riflessione. Lucia, da sempre impegnata nel sociale aiutando gli altri, ha fatto in prima persona qualcosa che di rimando ha restituito un senso di speranza anche a chi pensava di essere irrimediabilmente perduto. La scelta di perdonare Antonio è culminata in un incontro che, stando alle sue parole, le ha smosso qualcosa nel profondo: “Mi aspettavo un mostro, invece vidi un ragazzino. Era un animale ferito dal male che lui stesso aveva provocato. Tremava, piangeva. Non ho mai avvertito tanto dolore negli occhi di una persona. Mentre si avvicinava a me tremando ho provato un dolore così grande che l'ho abbracciato per non farlo cadere a terra, perché stava collassando”. Un gesto colmo di umanità che è diventato il perno attorno a cui ruota il podcast “L’abbraccio che ripara - perdonare un delitto”, il racconto di una storia straordinaria prodotto da Kayros Onlus in collaborazione con Sky TG24. Lanciato il 18 febbraio su Sky TG24 Insider è ora disponibile su tutte le piattaforme, un’inchiesta che si sviluppa in otto episodi in cui vengono esplorati il dolore, la speranza e la possibilità di ricostruire anche ciò che all’apparenza sembrava distrutto per sempre.
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Lucia, nel suo percorso di elaborazione del lutto, ha consapevolmente scelto di non nascondersi nel dolore, ma di aprirsi non solo al perdono, ma di mettere in piedi un supporto diretto per Antonio che, uscito dal carcere minorile, ha trovato in lei il punto di riferimento per riuscire a costruirsi una nuova vita. “L’unica persona che Antonio ha trovato uscendo dal carcere sono stata io”, ha raccontato Lucia, che non solo gli ha offerto sostegno come madre, ma che gli ha dato una speranza per il futuro, aiutandolo a inserirsi nel mondo del lavoro e nella società. Oggi Antonio, che vive ai domiciliari, è padre di due figli e ha iniziato a lavorare in una cooperativa sociale che gestisce un bene confiscato alla Mafia, intitolato proprio a Gaetano Montanino. Purtroppo, da alcune settimane ha perso il lavoro. “E questo uccide due volte”, ha ammesso Lucia, riferendosi alla fragilità di un sistema che, nonostante gli sforzi di recupero, a volte non offre a tutti le giuste opportunità. La storia di Lucia e Antonio dimostra che riparare a un torto subito non è solo una questione che riguarda le leggi o il sistema di giustizia in generale, ma anche di sentimenti, compassione e soprattutto umanità. Lucia è riuscita a trasformare il suo dolore in una spinta verso il cambiamento, regalando ad Antonio quell’occasione che forse, ormai, non aspettava nemmeno più. Un gesto che ha ispirato un intero progetto, e che ora cerca di sensibilizzare i giovani a riflettere sul valore e l’importanza della redenzione e del perdono. Perché sì, “L’abbraccio che ripara” è molto più di un semplice podcast: è la testimonianza diretta di come, anche dal più grande dei dolori, possa nascere una luce. È l’invito a non arrendersi mai e a credere nel riscatto, anche per chi ha commesso il più grande degli errori. Proprio come ha raccontato lo stesso Antonio: “Quell'abbraccio è stato l'ultimo tassello che mancava al mio cambiamento, perché̀ senza di lei io non ce l’avrei mai fatta. Mi ha fatto capire che glielo dovevo, e che lo dovevo a me stesso”.
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