È estate, fa caldo e andiamo tutti a risparmio di energie: un po' come gli autori di Facci Ridere, che dovevano avere davvero molto caldo. Solo così infatti si può spiegare il nuovo programma di Rai 2, al debutto ieri sera: con gli autori in modalità risparmio energetico, tant'è che hanno ripescato un po' di format passati, li hanno mescolati tra di loro e hanno affidato tutto a Pino Insegno, fortunatamente affiancato da Roberto Ciufoli. Facci Ridere ricorda certe atmosfere anni '90 di La Sai L'ultima, a cui unisce La Corrida e aggiunge un tocco di talent. Per chi lo avesse dimenticato, nel 2016 e 2017 avevamo avuto anche un talent comico: Eccezionale Veramente, in onda su La7, da cui uscì Roberto Lipari.
Insomma, Facci Ridere è un po' come il cane Balto: sa solo quello che non è. Un programma che dovrebbe far ridere, per cominciare: sarà un caso, ma già il titolo scarica tutta la responsabilità sul concorrente di turno. Il quale, anche nell'ipotesi fosse tutt'altro che scarso, faticheremmo molto ad accorgercene: perché il concorrente avrà pure il compito di farci ridere, ma il contesto non dipende certo da lui.
Ma andiamo con ordine. Facci Ridere è uno di quei format che vengono testati in estate per, eventualmente, riproporli nel periodo di garanzia. Si tratta di uno show comico, ibridato dall'elemento talent: i concorrenti sono persone comuni che svolgono lavori normali, anche se qualcuno vanta qualche apparizione televisiva. Divisi in squadre, vengono chiamati ad esibirsi sul palco; il loro obiettivo è far ridere i tre “musoni”, cioè i giurati della puntata. Ciascuno di loro assegnerà dei punti al concorrente che, a sua volta, contribuirà così al punteggio generale della propria squadra, designando così il team vincitore.
Le squadre sono tre: nord, centro e sud. Suddivisione che non ha alcuna rilevanza nella scrittura del programma: non caratterizza le dinamiche dello show, né diviene strumento per coinvolgere il pubblico puntando sul sentimento di appartenenza. Al contrario, serve solo a raggruppare i concorrenti per provenienza; talvolta qualcuno ne trae spunto per il proprio pezzo ma, appunto, si tratta di una scelta del concorrente. Per quanto invece riguarda i giudici, nella prima puntata sono stati Francesco Paolantoni, Carolina Rey e Massimiliano Rosolino.
L'obiettivo è uno, dicevamo: far ridere i tre “musoni” e il pubblico, perciò vale tutto. Facci Ridere è così partito con alcuni sketch e monologhi nella prima parte, per poi scivolare completamente in una copia sbiadita della Corrida. Da Marco che si esibisce in un incomprensibile dialetto cilentano stretto, a Gera che ride emettendo ultrasuoni come i delfini, passando per Ivan che fa battute a tema “ape”, se Striscia la Notizia andasse ancora in onda, Facci Ridere le avrebbe agevolato una nutritissima galleria di Nuovi Mostri.
In sequenza uno dietro l'altro, i concorrenti finiscono per non lasciare mai il segno. Non solo perché il livello delle battute è spesso molto scontato, ma perché ognuno si esibisce, accumula punti per la propria squadra e finisce lì: non è prevista una seconda manche o un ritorno sul palco che aiuti il pubblico a ricordare questo o quel concorrente. Così, anche quando arriva qualcuno che si rivela vagamente interessante, ad esempio i Duo Idea o i Fratelli Lo Tumolo, finisce risucchiato nel calderone.
In tutto ciò, campeggia un Pino Insegno che più che conduttore, sembra un maestro di cerimonie: impostato, compunto, preoccupato di portare serietà laddove invece, davvero, non se ne sente la necessità. Che sia il saluto alle forze dell'ordine con il concorrente ufficiale di polizia, lo spiegone sullo humor nero dei becchini Fratelli Lo Tumolo o la chiusura sulla “splendida nazione fatta di persone strordinarie”. A stemperare l'atmosfera, ha pensato il suo vecchio collega e amico Roberto Ciufoli. A differenza di Insegno, Ciufoli è apparso molto più rilassato e con la battuta pronta: più che una spalla, è stato colui che ha retto la puntata.
Che Insegno fosse preoccupato per i risultati Auditel o, più in generale, per la riuscita del programma? Per prendere il nuovo impegno lavorativo con più leggerezza, avrebbe dovuto ascoltare meglio il pezzo dei Fratelli Lo Tumolo: non preoccuparti del domani, tanto potresti morire oggi.

