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Abbiamo visto “M - Il figlio del secolo” su Mussolini. Ma è davvero la serie del decennio? Spoiler, sì. E Luca Marinelli su Sky…

  • di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

10 gennaio 2025

Abbiamo visto “M - Il figlio del secolo” su Mussolini. Ma è davvero la serie del decennio? Spoiler, sì. E Luca Marinelli su Sky…
È appena iniziato il 2025 ma abbiamo già le idee chiare: “M - Il figlio del secolo” sulla storia di Benito Mussolini, è la serie dell’anno. Anzi, del decennio. Ecco perché polemiche moraliste e caz*ate da destra a sinistra a parte, Joe Wright ha fatto un capolavoro

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

M - Il figlio del secolo, ispirato all’omonimo romanzo di Antonio Scurati, è un capolavoro. A partire dalle lenti color seppia di cui si macchia la fotografia di Seamus McGarvey e dalla sceneggiatura impeccabile di Stefano Bises e Davide Serino. Luca Marinelli, poi, meriterebbe un capitolo a sé stante, un articolo a parte. L’attore dice di aver sofferto a entrare nei panni dell’uomo di cui, in Italia, si dovrebbe far fatica anche solo a pronunciare nome e cognome: Benito Mussolini. Perché lui, Marinelli, da antifascista, come ha più volte sottolineato crede davvero nei valori che fondano l’Italia libera e liberata. La serie M - ll figlio del secolo si apre così, con un confronto diretto con lo spettatore. A tu per tu con il faccione di Mussolini. Lui ci parla, e noi impauriti lo fissiamo. Come se rivivesse per un attimo, come fosse ancora tra noi. Esattamente questo è il messaggio suggerito dal monologo nella prima sequenza della serie, che recita queste parole: “Mi avete odiato perché mi avete amato ancora. Perché di quel folle amore avevate paura. Ma ditemi, a cosa è servito? Guardatevi attorno, siamo ancora tra voi.” E così tra il dolore e le fiammelle residuali del fascismo che, forse, oggi, più che zampilli somigliano sempre più a cascate roventi, tremiamo.

Luca Marinelli in "M - il figlio del secolo" di Joe Right
Luca Marinelli in "M - il figlio del secolo" di Joe Wright
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“Io sono come le bestie, sento il tempo che viene”, ripete Mussolini. Un ammasso di parole che suona fragoroso, tragicamente sconfortante, sordido, sinistro. Eppure, tutte queste frasi che, osservate da un piccolo schermo dovrebbero quasi avere vita ma anche morte, inizio e fine una volta spento il televisore, ci ricordano invece quanto sopravvivano nei meandri dell'ignoranza di oggi. Perché la paura, si sa, va mutata in odio. Tra coup de théâtre, primi piani estenuanti, campi lunghissimi, allucinazioni e quelle consonanti del Duce scandite come mitragliatrici, M - Il figlio del secolo andrebbe mostrata a chi, nei cunicoli oscurati dalla cecità, si appresta ancora oggi a cercare ragione laddove c'èra la fame di violenza.

Luca Marinelli nel film M - Il figlio del secolo

Benito Mussolini, un uomo che aveva capito quando il suo tempo sarebbe venuto. Il Duce che ha cercato di persuadere la gente a sognare un destino diverso, riuscendo a farsi guardare dai suoi stessi proseliti con ammirazione e la reincarnazione di un politico capace di risolvere ogni male. Mussolini che di fronte al dolore generato, ha persino cercato di volare, ripetendo il nome di D’Annunzio, pensando a un ordine da stabilire sopra le cose che non gli tornavano. Al momento, di M - Il figlio del secolo sono stati rilasciati su Sky soltanto i primi due episodi , ma ciò che abbiamo visto è già sufficiente a farci percepire che questo è solo l’inizio di un’opera capace di superare ogni aspettativa, anche quelle più ambiziose. Di andare in alto. È una serie che va oltre i limiti delle attese, uno di quei racconti rari a cui non serve accontentare o soddisfare l'occhio del pubblico, ma preferisce piuttosto travolgerlo e devastarlo.

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