Negli ultimi due anni si è parlato molto di C’è ancora domani, il film d’esordio alla regia di Paola Cortellesi, che ha trionfato ai David di Donatello e ha conquistato il cuore degli italiani. Nel cinema italiano, c’è un “prima” e un “dopo” C'è ancora domani. Anche oggi, a pochi giorni dall’inizio del 2025, si torna a discutere del film per via di alcune fake news riguardanti una possibile candidatura agli Oscar come Miglior Film. Alla fine, si è scoperto che C'è ancora domani è stato incluso nella lista di quelli eleggibili, ossia in possesso dei requisiti per ricevere un premio in quasi tutte le categorie, ma non proprio in tutte: in particolare, mancherebbe proprio quella per il miglior film. Ad ogni modo, sapremo tutto il prossimo 17 gennaio, quando le nomination saranno ufficializzate. Con la speranza che l’incredibile titolo della Cortellesi riesca davvero a ottenerne una in qualche categoria e sfidare i colleghi americani, c’è un altro film, uscito nel 2022, di cui si è parlato veramente poco. Anzi, quasi per niente. Si tratta di Vera, di Tizza Covi e Rainer Frimmel con e su Vera Gemma, che si è aggiudicata i premi come Miglior regia e Miglior attrice nella sezione Orizzonti a Venezia 79. La sua vita, strana, surreale e così “vera”, ha conquistato il pubblico internazionale (ed è stata celebrata pure da Sean Baker), tanto che lo scorso anno l’Austria aveva deciso di candidarla per l’Oscar come miglior film straniero (insieme all'Italia è il Paese che ha prodotto il film). Alla fine, però, nella cinquina ufficiale Vera non era entrata. Nonostante ciò, è curioso pensare al fatto che il percorso di un film del genere, brillante e originale, amato all'estero e nominato persino da un altro Stato e non dal nostro Paese, abbia a malapena suscitato l’interesse della stampa nazionale o lo sdegno via social. Non c'è stata nessuna polemica. Come mai?
Anche la stessa Vera Gemma se l'è domandato, condividendo alcune storie sul suo profilo Instagram, e noi vogliamo rassicurarla perché non è certo l’unica a farlo. Non si tratta di mettere a confronto il valore di Vera con quello di C’è ancora domani, né di giudicare quale dei due lungometraggi sia più meritevole di riconoscimenti. Il nostro è un invito a parlare sia del successo di C’è ancora domani sia dell'eccezionale traguardo raggiunto da Vera, che si è realmente avvicinato alla statuetta più ambita di tutte. Forse agli italiani il secondo discorso interessa meno? Sarà perché Vera Gemma, attrice, personalità irriverente e autentica non convince del tutto gli italioti? Ci eravamo posti una domanda simile anche quando, nel 2023 un'altra italiana, in questo caso si tratta però di una regista affermatissima oltralpe e conosciuta in Italia soltanto dopo varie polemiche che negli ultimi tempi l'hanno riguardata, Alice Rohrwacher, era arrivata nella shortlist agli Oscar. Il suo nome quella notte di marzo è stato veramente fatto e avrebbe potuto vincere nella categoria miglior cortometraggio con il suo Le pupille, prodotto da niente meno che Alfonso Cuarón. Poi, Alice non ha vinto. Tuttavia, è strano pensare al fatto che pochi sapessero della sua nomination e a fatica della sua esistenza (già all'epoca la sua filmografia era bella fitta e consolidata). Senza contare poi, quel che è accaduto ai David di Donatello lo scorso anno. Alice, con lo straordinario La chimera, aveva ottenuto più di dieci nomination, senza però conquistare neanche una statuetta. Questione di gusti?
Ad ogni modo, tornando a noi, al 2025, dispiace pensare al fatto che il percorso di un film bello ed emozionante come C'è ancora domani interessi agli italiani più di altri titoli provenienti dal nostro Paese, specie quando questi ultimi all'estero vengono davvero apprezzati. E diciamolo, trionfano pure. Detto ciò, teniamo le dita incrociate per C'è ancora domani ma non dimentichiamoci di fare il tifo, come ha ricordato anche la stessa Cortellesi, per la vera candidata agli Oscar per l'Italia nella sezione Miglior Film Straniero, Maura Delpero. Con la speranza che, con il suo Vermiglio, possa ricordare agli States che l'Italia qualche bel film lo sa ancora fare.