“Una canzone con Snoop Dog? Ci stiamo lavorando”, ci dice Al Bano ai tavolini di un albergo a Noto. Gli faccio questa domanda perché la sua foto alle Olimpiadi con zio Snoop è diventata virale e mi è sembrato strano che nessuno gliel’abbia ancora fatta. Stasera [lunedì 5 agosto, ndr] canterà a Rosolini, per la chiusura dei festeggiamenti di San Luigi, il Santo Patrono, fa caldo, c’è la siccità, non piove da mai e lui è vestito come Indiana Jones, con una giacca di renna o qualcosa del genere, cappello e sciarpetta e non suda: ecco perché poi uno diventa vip. Oppure è il suo essere antico di vicinanza alla terra e mi ricorda un po’ i contadini di un tempo che ad agosto andavano in giro con i pantaloni di flanella e le giacche di lana e la coppola e non sudavano neanche loro, mentre i contadini di oggi – Rosolini è una città agricola – si vestono come i trapper. Ma comunque. Andiamo con disordine. È da qualche giorno che qui a Rosolini non si parla della siccità e del caldo e improvvisamente tutti i rosolinesi sembrano rinvigoriti ed eccitati e si parla solo di Al Bano alla festa patronale mentre a casa mia, tutti nudi, io e i cani e gatti guardiamo speranzosi il cielo cercando di intravedere o almeno immaginare una speranza lontana di pioggia all’orizzonte. Niente. I cani scrollano le spalle e se ne vanno nell’agrumeto qui accanto dove stanno “abbeverando” le piante per giocare al ralenti all’ombra sotto gli spruzzi manco fossero Edwige Fenech sotto la doccia. Ogni tanto sono tentato di andare con loro ma il pensiero di sembrare Edwige Fenech, al ralenti, mi inquieta, anche se Noto è la città più puppa d’Italia, più puppa ancora di Taormina, ma io faccio provincia di Rosolini e quindi niente Fenech, mi dispiace, mi arrangio col tubo (quello dell’acqua). Un paio di giorni fa ho comunicato a Gianmarco Aimi (che è in vacanza ma per finta perché è workhaolic, come del resto tutti a MOW) la lista degli ospiti della rutilante estate rosolinese che l’anno scorso tante soddisfazioni ci ha dato. Risposta di Aimi: “Ad Al Bano ci possiamo arrivare” e mi manda il numero di telefono. Io faccio i compiti, scrivo ad Al Bano. Non risponde. Così mi rilasso e penso se dovrei infilarmi il costume e andarmene a mare anche se la sola idea di indossare il costume mi fa caldo. E invece PLINK (o quello che è) mi arriva il messaggio e mi dà appuntamento in albergo alle 19. Io penso: minchia! I gatti mi guardano e mi dicono: “Sei troppo vecchio per queste cose”. Io gli faccio: “Andate a caccia, vili felini, così non devo sfamarvi”. Loro dicono: “Fa caldo”. “E allora devo andare”. “Bravo, vai”.
Dato che l’unica domanda vera che voglio fare ad Al Bano è se mi fa il famoso balletto di Snoop Dog sulle note di Still D.R.E. (nel quale io sono un maestro indiscusso) penso che dovrei portarmi un cameraman armato di telefonino per riprendere l’evento. Angelo, uno dei due banconisti di Zacchita, il bar benzinaio immerso nel nulla sulla Noto-Rosolini detto anche “il mio ufficio”, mi aveva detto che gli avrebbe fatto piacere farsi una foto con lui. Così gli telefono ed è a mare perché per San Luigi tutti i rosolinesi vanno a mare. Però mi dice: “Faccio di tutto per essere puntuale”. Per sicurezza chiamo anche a Salvuccio, il prode possessore del furgoncino “Pompe Sommerse” con il quale abbiamo fatto più d’uno reportage. È in barca. Ma sono solo io a schiattare di caldo in campagna? Così ci diamo un vago appuntamento da Zacchita e si presentano, più o meno puntuali, entrambi. Li istruisco sulle mirabilanti riprese che andrebbero da lì a poco a registrare: “Telefonino dritto che viene meglio per le storie di Instagram (me lo ha detto Giulia Ciriaci), e, MI RACCOMANDO selezionate VIDEO perché io ho girato CENTINAIA di video mentre ero su FOTO e NON VENGONO!!!”. Ridono, perché io sono generazione X mentre loro hanno le lettere dell’alfabeto venute dopo. Sia come sia arriviamo a Noto. Al Bano c’è e iniziamo l’intervista. Ci sediamo, gli dico le solite cose che si dicono per avviare una piacevole conversazione del tipo: “Noi di MOW siamo tutti suoi fan – meno Naike Rivelli e Clara Moroni, ma questo non glielo dico – soprattutto Aimi e Canaletti, di più Canaletti, credo…” e lui mi stoppa e mi dice: “Andiamo direttamente alle domande”. Così tiro fuori il cellucoso e metto il video di Still D.R.E. e mentre c’è l’intro con le automobili che saltellano gli dico: “È diventata virale la tua foto con Snoop Dog alle Olimpiadi. Snoop è il più grande e famoso consumatore di cannabis al mondo. Ti ha offerto una canna?”. Risposta: “Questo l’ho saputo dopo. Ma probabilmente il regolamento olimpico impediva di fumare, per cui Snoop non stava fumando”. Potrebbe essere notizia anche questa: “Snoop Dog NON si fa una canna”. Me la segno. Parte la musica TRI TRI TRI TRI TRI TRI TRI TRI TRI TRA TRA TRA TRA TRA (non sono bravissimo a mettere la musica in pagina?) e gli chiedo: “Potresti fare il balletto che fa Snoop Dog su questa musica?”. Lui mi guarda e penso se stia pensando di picchiarmi. Così gli dico: “Basterebbe anche se fai YO… YO… come fa Snoop Dog” e gli metto il cellucoso sotto il naso. Al Bano guarda Snoop Dog che fa YO… YO… poi guarda me, poi guarda ancora Snoop Dog e dice: “Ma lo fa già benissimo lui, perché dovrei farlo anche io, non mi verrebbe così bene… Ma pensavo volessi farmi domande su di me”. Io metto via il cellucoso, sorrido e penso: “Sei mio!”. Dico: “Dopo il duetto Fedez-Orietta Berti possiamo aspettarci il duetto Al Bano-Snoop Dog?”. Lampo nei suoi occhi. Annuisce. Dice: “Sì”, pausa, “Ci stanno lavorando. Ce lo hanno chiesto”. Io penso: “Evvai!”. Quindi gli faccio le domande di rito, le domande di rito devo farle per non sembrare totalmente pazzo. Le risposte sono: “Io sono ammalato di Sanremite, quando si avvicina Sanremo ho come un friccicore dentro, una sorta di eccitazione. Andare come ospite, certo, è bello. Ma a me piace la gara”. Passiamo alla seconda risposta: “No, io faccio solo quello che so fare, quindi non accetterei la proposta di condurre Sanremo o di fare il direttore artistico”. Terza risposta: “Non ho tempo per entrare in studio e registrare nuove canzoni. Certo che mi piacerebbe farlo. Ma se tu vedessi la mia agenda. Ho otto puntate di (mi dice il nome di un programma televisivo, voi lo conoscerete sicuramente nda.), concerti, poi il tour, prima quello italiano, poi quello internazionale che mi porterà a… (Venezuela, Venezuela me lo ricordo… nda)”. Arriva l’acqua. Mi chiede: “Vuoi qualcosa? Un wisky?”, starà sicuramente pensando che i pazzi bevono wisky e chi sono io per contraddire Al Bano in persona? “Sì, un wisky va benissimo”. “Un Chivas?”. Che meraviglia, mi ricordo i tempi quando il Chivas era il wisky dei ricchi e dei vip. Adesso abbiamo quelli torbati coi nomi tipo “Minchiolin”. “Un Chivas è perfetto!”. Penso per un attimo che Al Bano ha vissuto l’epoca vera dello star system, quello dei rotocalchi tipo Stop e per un attimo mi appare in bianco e nero e davanti a me ho una star di quelle vere e gli sono grato di avermi concesso l’intervista e mi sembra potentissimo e imbattibile (potenza evocativa del Chivas) così gli dico: “Sei agricoltore come tutti qui. Non piove da mai. Potresti steccare apposta così piove?”. Lui fa le corna. “Ma che c’entra la stecca con la pioggia?”. “Non si dice che le stecche fanno piovere?”. Lui: “Semmai gli acuti”. “Ok, allora, ti prego, facci un acuto dei tuoi!”. Prima di congedarci chiedo conferma: “Allora aspettiamo il brano con Snoop Dog”. “Sì, ci stanno lavorando. Ce lo stanno chiedendo con insistenza. Vedremo se a me, o a lui, andranno bene le proposte”. Poi, a Rosolini, è un delirio di folla. A Rosolini, lo star system, quello vero, non è mai finito.