Chiara Ferragni con il suo video di scuse, in risposta alle accuse sulla beneficenza per il pandoro pink realizzato con Balocco, ha avuto il merito - almeno questo riconosciamolo - di aver ridato dignità, importanza e centralità ai colori, tema che abbiamo analizzato con il cromatologo di fama internazionale Ubaldo Lanzo. Lui ci ha svelato come fare per avere un look luminoso e qual è la superstizione che si nasconde dietro al viola. L'esperto ci ha anche detto qual è il colore perfetto per Fedez: “Un verde fluo, perchè lui è sempre alla ricerca del suo io e del suo perché. Lui 'teme' anche il giudizio altrui, per cui è molto sognatore”. E ancora sul look del deputato Aboubakar Soumahoro nel suo video di scuse, i brand top di quest'anno e il colore dominante del 2024...
Ubaldo, come giudica il colore utilizzato da Chiara Ferragni durante il suo video? L'armocromista Erica Chiccio a MOW ha detto che rappresenta il pentimento
Non penso. Se uno volesse davvero rappresentare il pentimento, metterebbe un lupetto nero e un cardigan marrone o viceversa, che è il colore dell'austerità e anche del pentimento carmelitano. Io però al posto della Ferragni, per chiedere scusa, mi sarei acchittato come si deve. Poi ognuno fa come vuole e come meglio crede, ma il grigio non è il colore del pentimento.
Lo ha usato anche Soumahoro e infatti li hanno accostanti, è un caso?
Allora, il grigio è un colore neutro, che per la nostra cultura può apparire come un colore triste o spento, ma in cromatologia è un bel colore, perché è figlio di due colori neutri, ovvero il bianco e il nero che hanno due bellissimi significati. Per cui questa tattica di usare il neutro è una vera e propria banalità, perché ognuno deve esprimere sé stesso, motivo per cui, al suo posto, avrei messo una bella mise di presenza, ma senza giocare con questa furbata del colore.
Qual è il colore dominante del prossimo anno?
Oramai quasi tutti gli stilisti hanno una propria cartella colori, poi bisogna sempre andare al Pitti Di Firenze, in cui c'è la tendenza colori che dura per quattro anni. Io consiglio sempre - cosa che ho ripetuto anche per le vacanze di Natale - di mettere dei punti luce fluo, che sia una cravatta per l'uomo di un bel giallo o azzurro, perché sono colori che danno luminosità al volto e che ti fanno stare bene perché spezzano il look e portano allegria. Per un po’ di anni io consiglio di usare questi punti luce fluo. Divieto assoluto invece per gli smaltati.
Quali saranno le prossime tendenze?
Non credo ce ne siano più. Prima si andava a Milano perché c'era lo spazio Fiorucci che portava dei trend innovativi. Oggi invece, secondo me, le tendenze ce le facciamo da soli.
In che modo?
Magari con una maglietta H&M e un pantalone firmato di Jean Paul Gautier. Le tendenze in sé per sé non servono nel momento in cui l'abito non è la propria seconda pelle. È importante sentirsi bene con se stessi, con ciò che si indossa. Detto ciò, va bene anche uno strofinaccio, l'importante è saperlo portare.
Quest'anno c'è stato il dominio di Miu Miu, prima era ritenuto il secondo grand di Prada, ora sembra che abbia vita propria. Lo ritiene una nuova tendenza? È in ulteriore crescita?
Prada e Miu Miu sono sempre parte della stessa famiglia, ma possiamo dire che i figli crescono e vanno avanti da soli, come a dire che il discepolo ha superato il maestro. Ricordiamo, però, sempre, che la casa madre è Prada. Sono molto contento per il loro successo. Ultimamente ho apprezzato particolarmente sia Prada che Miu Miu e mi sento di dire: "Chapeau".
Tra i grandi brand quali sono quelli che vede in ascesa?
Allora, i brand in sé e per sé mi piacciono tutti, con la differenza che alcuni li condivido e altri no. Ho notato, però, che - per fortuna - c'è una ripresa generale di tutti i brand, anche di quelli che erano stati messi da parte, e soprattutto che i marchi italiani hanno le spalle ben piazzate. Credo che siano tutte opere d'arte che camminano. Io mi auguro che si possa portare sempre più made in Italy in giro per il mondo. Amo Franco Moschino, Vivienne Westwood, Jean Paul Gaultier, Moncler, ma io sono uno stilista avanguardista. Ho apprezzato molto anche le ultime collezioni di Armani, perché mi piace vedere l'arte che si muove, come l'anno scorso ho amato la sfilata di Saint Laurent con uno stile anni Ottanta e di una bellezza unica; poi c'era quel punto luce di scozzese meraviglioso...
Quale è il brand italiano che secondo lei è stato più esportato nel mondo ed è tuttora riconosciuto e apprezzato all’estero?
Armani assolutamente, e non è un caso se si parla del capo della maison come di “Re Giorgio”. È uno dei pochissimi stilisti che ancora non ha venduto il suo marchio, infatti c’è ancora lui a capo della sua azienda. Rispetto tantissimo il suo lavoro, anche se non mi piace sempre tutto, ma questo perché sono un avanguardista.
Ci spiega cosa sono i colori dell'anima?
Il mio mentore, Aldo Beltrami, mi ha insegnato, oltre alla parte cromatologica, a capire il colore interno dell’anima. Io parlo con il colore, anche se può sembrare una follia, e lo trasmetto alla persona.
E quindi che colore è Chiara Ferragni?
Non lo dico perché ha indossato una tutina grigia, ma, per me, lei è un grigio antracite. Questo colore in cromatologia è uno dei colori forti, essendo figlio di neutri, ovvero il bianco e nero. Lei ha un 95% di nero e un 5% di bianco. Lei (e mi riferisco alla donna e non alla manager) è una che guarda, che scruta e che osserva, e che poi rende suo quel nero, che è come una spugna. Quel 5% di bianco le dà invece una certa tensione e formazione, per cui lei in pubblico appare in un modo, mentre in privato è la Ferragni che parla con Chiara Ferragni… Una donna che si fa problemi sul perché o sul per come e cerca sempre una stanza interna, a livello virtuale, in cui rifugiarsi. Ci sarebbe tanto altro da dire, ma se la persona non è presente non posso andare troppo oltre.
E Fedez?
Lui lo vedo un verde limone o fluo, perché è un sognatore errante che si sposta da posto a posto e da porto a porto, Fedez è sempre alla ricerca del suo io e del suo perché. Lui “teme” anche il giudizio altrui. Vorrebbe fare determinate cose, ma, essendo un sognatore errante, poi a volte si ferma. Deve avere sempre una carica in più per portare avanti il suo modo di essere, i suoi sogni e le sue idee.
C'è un colore positivo a prescindere?
Non c'è un colore negativo, sono tutti positivi a prescindere, anche il nero. Una volta si diceva che il nero e il verde fossero negativi, ma dipende molto dalle culture di appartenenza. Ad esempio, la strega del Mago di Oz era rappresentata nera e verde, perché nell'antichità erano rare le persone che avevano gli occhi verdi, per cui, quel tipo di colore dell'occhio poteva incutere paura. I colori sono tutti belli, per quanto alcuni siano più smorti e altri invece più accesi. Nel momento in cui io li attribuisco a una persona posso dire di più, posso consigliare, perché la cromatologia è scienza; quindi, posso suggerire come smussare o come far emergere il carattere di una persona.
Ha parlato di superstizione, ma come mai c’è quella legata al viola?
Parte tutto dal Seicento, si diceva che il viola portasse male in teatro. Questo perché quando le prime compagnie, da Molière in poi, viaggiavano per tutta Europa, venivano malmenate e derubate dei loro incassi. Gli ematomi sono di quel colore bordeaux/violaceo, motivo per cui è stato associato al viola un aspetto di negatività. Lo stesso vale per il cattolicesimo perché, quando Nostro Signore Gesù Cristo è stato frustato, era pieno di ematomi e da lì i cattolici ne hanno fatto un simbolo di penitenza e di dolore. Dicono che il viola porti male ma in realtà non è così. Mi ricordo quando, all'inizio degli anni Duemila, mi hanno chiamato al Maurizio Costanzo Show e mi hanno pregato di non portare nulla di viola. Io avevo i capelli ultraviolet, che ho dovuto decolorare, facendoli verdi. L'ho fatto per rispetto nei confronti di Maurizio Costanzo, ma poi io, in trasmissione, ho dato spiegazioni sul perché questo colore non portasse male. Sono superstizioni che, per fortuna, ora stanno un po’ scemando, infatti, vedo un sacco di artisti sia uomini che donne che vestono di viola.