Quando si guarda un qualsiasi talent c’è una domanda che dovrebbe sorgere spontanea: ci ricorderemo dei concorrenti tra un anno? Ed è proprio questo che ci siamo chiesti, e ci chiediamo ancora, guardando l’edizione corrente di “Amici di Maria De Filippi”. Certo, belle le storie dei ragazzi, le discussioni tra i professori, gli intrecci amorosi e le amicizie, ma la musica? Quella che dovrebbe essere al centro del programma, quest’anno più di altri, sembra essere sempre più marginale. Il format, ripensato dopo la pandemia, comincia a dare i primi segni di cedimento. E se è bellissimo che finalmente i ragazzi, dopo anni di tute orrende, possano esprimersi anche attraverso l’abbigliamento, forse non riescono a farlo altrettanto bene attraverso i loro brani. Il motivo? Non vogliamo ridurre tutto ai numeri, ma è abbastanza evidente che i singoli di “Amici” quest’anno facciano fatica a ingranare, soprattutto in termini di ascolti.

Lo dimostra l’assenza di certificazioni (che con le nuove soglie Fimi sono ancora più difficili da raggiungere) per i singoli pubblicati fino a oggi. Prendiamo, per esempio, Chiamamifaro, già più o meno conosciuta prima di entrare nel programma di Maria De Filippi. Il primo singolo pubblicato durante il suo percorso nella scuola, “Perché?”, ha attualmente 1.291.984 streaming, mentre il secondo, “O.M.G”, non raggiunge i seicentomila stream. Certo, come detto non vogliamo ridurre tutto semplicemente ai numeri, ma quest’anno i brani (lo potete vedere anche dalle nostre pagelle) non sono particolarmente entusiasmanti, nonostante la presenza di alcuni talenti che potrebbero sicuramente dare di più con il brano giusto. Così, a un primo sguardo, sembrano lontanissimi gli degli otto dischi di platino per Sangiovanni con “Malibu” e il disco di platino conquistato in tempi record da LDA con “Quello che fa male”. A poco meno di una settimana dall’inizio del Serale, che prenderà il via sabato 22 marzo, ci si deve solo augurare che i cantanti riescano non solo a conquistare un vero contratto discografico, ma anche a raggiungere dei risultati più incoraggianti di quelli ottenuti fino a oggi, che sembrano tutto, tranne che di buon auspicio per il futuro.
