Sul palco di Barletta per un live, Antonello Venditti è incappato in una figura di m*rda clamorosa. Il cantautore ha infatti messo a tacere in malo modo una ragazza del pubblico, "rea" di disturbarlo mentre lui raccontava un anedotto on stage. "Stron*a!", ha esclamato, "deve imparare l'educazione!". Peccato solo che la fan in questione fosse disabile, dettaglio che il nostro ha appreso successivamente. A prescindere, sui social non si contano i tweet di condanna al Vendittone. "Vergogna!", si legge da ogni dove, pure dopo il video di scuse che il protagonista di cotanta figuraccia ha voluto (o dovuto?) pubblicare per cercare di mettere una pezza. Intanto, teniamo a precisare una cosa che sta rischiando di passare in secondo piano: mentre era in scena, al cantatuore è stato detto che si trattasse di una ragazza "speciale". Se il suo staff, o chi per esso, avesse avuto la solerzia di usare il termine "disabile", con buona pace del politicamente corretto, avrebbe evitato le escandescenze pubbliche dell'artista. Chi perde davvero la faccia qui, dunque? L'esercito di benpensanti che mira a cambiare la nostra lingua a beneficio di una sorta di fantasioso rispetto del prossimo, generando, come emerge pacificamente in questo caso, soltanto più confusione...
Prima di tutto, un po' di contesto: Antonello Venditti porta gli occhiali scuri - che sì, sono anche da vista - fin dagli esordi. Durante un concerto, le luci sono soffuse, specie dal palco. In pratica, è difficile vedere realmente in faccia i fan, pure quelli delle prime file. Per via dei flash, degli effetti di scena, le motivazioni qui non si contano. E sono tutte verosimili. Il cantautore, dunque, da dove si trovava era impossibilitato ad avere un quadro preciso della situazione. Aggiungiamoci pure l'età, 75 anni e la malattia agli occhi, pucker maculare, per cui è stato operato chirurgicamente nel 2022 e che già gli ha fatto saltare diversi concerti. Quando Venditti prende parola, dunque, potremmo dire fosse "al buio". E mentre è "al buio" sente dei versi provenire dalla prima fila o giù di lì, manco a farlo apposta, proprio nelle pause del discorso che sta facendo. Inevitabilmente, pensa che si tratti di un disturbatore. E, visto che il "Paolini" di turno non sembra intenzionato a cessare i propri sberleffi, lo mette a tacere in malo modo. "Stronzo!", esclama, "Vuoi venire tu qui?".
A questo punto, si sente benissimo nel famigerato video, qualcuno gli descrive il "disturbatore" come una persona "speciale". E il cantautore replica, piccato: "Non esistono 'persone speciali', questo deve comunque imparare l'educazione". Venditti qui dimostra di non aver capito niente. E forse non per colpa sua. Fossimo a un concerto di BigMama, lei avrebbe certamente compreso al volo il 'significato' di "speciale". Cosa che di certo non si può pretendere da un 75enne. 75enne che, con ogni probabilità, avrà inteso "speciale" come sinonimo di "caro ragazzo", qualche cosa del genere. E, quindi, ha proseguito nella brutale invettiva (che era in pieno diritto di fare). Notare, tra l'altro, che, nella confusione, non ha nemmeno colto che si trattasse di una donna. Se chi era lì avesse usato il termine "disabile", con buona pace del politicamente corretto, siamo convinti che Venditti si sarebbe scusato subito, comprendendo già sul posto di aver equivocato la situazione.
"Ho sbagliato e devo chiedere scusa, nel buio del concerto non avevo capito chi avessi davanti. Credevo si trattasse di una contestazione politica a cui sono da sempre abituato. Ora, mortificato, mi metterei a piangere". Al netto del riferimento alla "contestazione politica" (su 'Notte Prima degli Esami', magari?) è chiaro che Venditti si sia inginepraiato in una figuraccia di cui, se non ci fosse stato un enorme fraintendimento a monte, non si sarebbe mai reso protagonista. Questo al netto del "caratteraccio" che, si vocifera, abbia. Mentre circolano infiniti meme sul fattaccio, alcuni divertenti assai, si paragona il cantautore a Chiara Ferragni, parlando di "errore di comunicazione". In effetti, questo "errore di comunicazione" c'è stato eccome. Solo, non è imputabile alla sua persona (né alla sua buonafede). "Speciale" è un termine che si usa su Instagram per definire chi è disabile, ma fuori dalla bolla dei social ha ancora un ventaglio di possibilità semantiche molto più ampio. Soprattutto, per le orecchie di un 75enne che, per forza di cose, poco o nulla sa di idiomatiche pippe ai passeri.
Il politicamente corretto, a livello linguistico, zoppica parecchio nel mondo reale. Perché una 'lingua' si può effettivamente dire tale quando funziona nell'uso, tra la gente. Se genera ambiguità tanto mastodontiche, come quella che vediamo qui chez Venditti, significa che ancora non fa parte della comunicazione di tutti. E se nasce una bambina poi, la chiameremo "Speciale"...