“Ragazzi, ho i titoli dei temi. Me li ha mandati mio cugino, che ha un parente che si trova in Australia e lì hanno aperto le buste dei titoli prima per gli italiani che devono fare la maturità all’estero, perché ci sono otto ore di fuso orario”. Queste parole, più o meno, si manifestano magicamente ogni anno, la sera antecedente la prima prova scritta della maturità. A me, per dire, è arrivata una telefonata del genere a fine anni Ottanta, a mio figlio sarà arrivata ieri sera, presumibilmente su un gruppo Whatsapp o Telegram, chiamatelo pure progresso. Una notizia bomba, che dagli anni Ottanta a oggi si è rivelata ogni volta per quel che è, una immane caz*ata. Così la chiamavamo ai tempi, oggi presumibilmente la chiameremo fake news o bufala, e questo non saprei dire con certezza che sia progresso. Di fatto, funziona così, quando si sta per avvicinare l’esame di maturità, da che la maturità esiste, inizia a entrare in circolo uno strano tot di ansia irrefrenabile, ansia irrefrenabile che ovviamente viene alimentata dal basso, cioè dagli studenti stessi, direi in maniera anche piuttosto giustificata, media, da noi genitori che proviamo a dissimulare una certa serafica calma, ma che dentro di noi rivediamo i fantasmi del passato, fantasmi del passato che vanno a braccetto coi loro figli, a loro volta fantasmi, pronti a prendersi i nostri pargoli, e dall’alto, cioè dal mondo della scuola stessa, che a partire dal famigerato Miur ogni santo anno cambia la formula dell’esame, almeno in qualche sua parte, quest’anno è la volta del Capolavoro, ora vi spiego, e lascia intendere a tutti che questa prima vera prova d’esame cui gli studenti vanno incontro, visto che quello di terza media viene preso decisamente più alla leggera, è qualcosa che non si dimenticheranno mai nel corso della loro vita. Non fosse già sufficiente tutto questo, ci si mettono anche i media, me compreso, che fanno servizi, articoli, di tutto e di più, se in video spesso accompagnando il tutto con l’immancabile Notte prima degli esami di Antonello Venditti, contenuta nell’album Cuore, uscito esattamente quarant’anni fa, auguri.
In realtà, sia messo agli atti, ai miei tempi, a fine anni Ottanta, nessuno ascoltava Notte prima degli esami la notte prima degli esami, la moda è stata lanciata dal film di Fausto Brizzi del 2006, con un giovane Vaporidis, ora pelato e pronto a lasciare il mondo dello spettacolo, e una altrettanto giovane Cristina Capotondi, un immenso Giorgio Faletti, mai abbastanza compianto a vestire i panni di uno dei professori più stronzi della storia dell’umanità. Una sorta di tradizione posticcia, quindi, un po’ come Bella ciao, inno partigiano che i partigiani non hanno mai cantato, ma che ormai da quasi vent’anni contribuisce a creare quel substrato di angoscia in chi si troverà, dopo qualche ora, a iniziare l’esame di maturità. Si diceva dei cambiamenti che il Miur ogni anno dispensa con una tenacia degna di un olimpico, quest’anno qualcuno ha deciso di omaggiare i tre tenori de Il Volo, chiamando la novità Il Capolavoro. Si tratta di un progetto, scritto, in powerpoint, in Canva, in video, in formato audio, come cavolo si vuole, che racconti e veicoli un’esperienza importante per il maturando, possibilmente mettendo in campo interessi che esulino solo il tempo libero, e che siano collegabili al corso di studi, presente e futuro. Questo quello che gli studenti sono riusciti a capire, con i professori, pur nel delirio di dover affrontare una cosa nuova che in qualche modo impatterà nella maturità, e che ha l’aggravante di chiamarsi Il Capolavoro. La prova orale, dove Il Capolavoro entrerà in scena, sarà a partire da una immagine cui il maturando dovrà collegare tutte le materie, anche questa una novità degli ultimi anni. Un po’ come nelle prove per dimostrare alla polizia che non si è ubriachi a un posto di blocco, manca solo che li facciano camminare su una gamba, mentre si devono toccare il naso alternando indice della mano destra e della mano sinistra. Tutti dicono che il tema, Australia o non Australia, presenterà una prova scritta, la prima è di italiano per tutti, con una scelta di diversi tipi di prova, il classico tema, la tesina, l’articolo di giornale, il tema di attualità e quello letterario, ecco, tutti dicono che una traccia sarà sull’Intelligenza Artificiale, e in effetti è un argomento direi molto attuale. Considerando che ci sarà un numero imprecisati di maturandi che proverà a farsi scrivere la traccia proprio da ChatGPT, magari anche dalla versione 4, a pagamento, sarà curioso capire in che modo, in caso, il Miur prevede sia consono affrontare questo tema, magari chiendendo a ChatGPT di scrivere una sorta di autobiografia in prima persona.
Comunque, della maturità, vuole leggenda, non ci si scorda mai, e le note di Venditti, quelle che parlando di gente che va in giro con un pianoforte sulla spalla e di bombe delle sei che non fanno male, e che sono bombe bombe, non krapfen alla crema, come a lungo ho creduto, è la colonna sonora per sempre destinata a accompagnare quei ricordi. Io della mia maturità, sia detto, non ricordo nulla, se non, ma questo me lo ha ricordato mia moglie, mia ragazza ai tempi, proprio pochi giorni fa, che il commissario esterno, un marxista maoista umbro, sul quale giravano tutta la solita ridda di voci strampalate, dopo avermi chiesto cosa mai avessi intenzione di fare nella vita, a una mia ingenua rispota “il giornalista”, rispose, anticipando gli hater sui social, “al massimo potrai fare il giornalaio”, ridendo da solo in mezzo agli altri professori allibiti, per altro suppongo inscenando una fotografia plastica della sua vita, privata e anche intima. Aveva ragione, non ho mai preso la tessera da giornalista, e se qualcuno mi chiama così mi incaz*o, perché non l’ho mai presa per scelta, pur scrivendo per giornali da quasi trent’anni. Se è vero che volere fortemente qualcosa porta sempre i suoi risultati credo non abbia comunque vissuto abbastanza per poter constatare che la sua battuta aveva un fondo di verità, succede. Maturandi cari, provate a dormire bene, stanotte e domani date il massimo che potete. La maturità ve la lascerete comunque alle spalle e la vita è lì che aspetta che la prendiate a morsi, in bocca al lupo a tutti voi.