Anche Avvenire commenta la serie Netflix Il Gattopardo, sei episodi ispirati al capolavoro di Tomasi di Lampedusa, già scolpito nella storia del cinema da Luchino Visconti. Inevitabile il confronto con le opere che l’hanno preceduta? Assolutamente sì, sostiene il quotidiano. Eppure, il giudizio è chiaro: “Il Gattopardo riletto in chiave seriale da Netflix va preso per quello che è (…)”. Nessuna pretesa di emulare l’intoccabile, ma un adattamento che si muove secondo regole nuove. “Il Gattopardo di Netflix deve fare i conti con l’evoluzione delle tecniche narrative, con il modo in cui oggi si costruiscono intrecci e personaggi e con il cambiamento dei gusti del pubblico”. Tradotto: dimentichiamoci la lentezza aristocratica del film, qui si gioca su un altro terreno. E se c’è un personaggio che sembra mettere tutti d’accordo, quello è ancora una volta Concetta. La rivoluzionaria, affascinante Concetta, con il cuore trafitto da Tancredi, lei interpretata da Benedetta Porcaroli. Un tempo figura sfumata sullo sfondo, oggi al centro della scena, quasi un Virgilio femminista che guida lo spettatore all’interno della serie. E Kim Rossi Stuart? Il suo Principe di Salina, secondo Avvenire, non è Lancaster, ma “se la cava molto bene, offrendo una versione più moderna e disincantata del Principe”. Meno ieratico verebbe da dire.


Ma qualcosa manca. “Stenta la dimensione storico-politica a vantaggio della saga familiare”, si legge nella recensione. La Sicilia in fermento, la rivoluzione, il senso di un mondo che cambia: elementi che nella serie tv si percepiscono un po' poco, schiacciati sotto il peso di intrighi sentimentali e drammi domestici. E poi la questione della lingua. Il siciliano è un miraggio? “Qualcosa di meglio si poteva fare anche sul parlato, poco siciliano (tranne eccezioni) e poco uniforme”. Insomma, alla fine Avvenire non critica aspramente la serie. Anzi. La assolve. Nel bene o nel male, ha un suo perché. Moderna, fascinosa, capace di parlare al pubblico di oggi con i suoi codici, i suoi ritmi e i suoi compromessi.


