Chi l’ha inventata la televisione italiana? In queste ore basta guardarsi giro per trovare la risposta: Pippo Baudo. Il presentatore è scomparso ieri all’età di 89 anni a Roma. Ma se Baudo ha inventato la tv, chi ha inventato Baudo? Lo ha detto Mariano Sabatini, autore e critico televisivo, nel suo libro Ma che belle parole! Luciano Rispoli Il fascino discreto della radio e della Tv. E l’inventore è, appunto, Rispoli: “Tale Giuseppe Baudo, attore dilettante, prese parte ad uno spettacolo delle Radiosquadreorganizzato da Rispoli in Sicilia. Ne dà conto un quotidiano dell’epoca. Secondo me quel Giuseppe Baudo era Superpippo”, ha detto a Globalist. Da quello show in Sicilia fino a Sanremo di strada ce n’è stata tanta. Pippo Baudo è stato il volto della tv italiana quando la tv era tutto: un collante nazionale, un rito collettivo, il luogo in cui l’Italia si riconosceva e si specchiava. Per molti è stato sinonimo di Sanremo: 13 edizioni condotte, un record. Ha lanciato Lorella Cuccarini, Heather Parisi, Laura Pausini, Andrea Bocelli e pure il primo Fiorello.

Hanno parlato Renzo Arbore, Al Bano, tutti, chiunque ha un ricordo che riguarda Baudo: Pippo sapeva incarnare il ruolo del cerimoniere onnisciente, quello che fa sentire il pubblico in buone mani. Non a caso il suo soprannome più celebre resta “Superpippo”, metà cartoon e metà padre eterno della domenica sera. Eppure Baudo è stato anche l’italiano medio, con quell’accento siciliano mai nascosto e anzi portato come bandiera. Negli anni Settanta e Ottanta, quando l’Italia si scopriva ancora spaccata fra Nord e Sud, lui saliva sul palco e diceva: “Io sono Pippo Baudo, da Militello in Val di Catania”. Senza paura di provincialismi, anzi. Il paragone politico che si spende, ovviamente, è quello della Democrazia Cristiana, delle larghe intese, dei campi larghi; la vocazione era quella nazional-popolare. Bastava poco, per farsi sfuggire uno come Baudo. Per fortuna c’è stato qualcuno che l’aveva già notato, già ai tempi di quel palco in Sicilia.
