Amanti della fantascienza, a raccolta. Accendete l'aria condizionata, mettetevi comodi e godetevi l'ultima serie di Disney Plus: Alien: Pianeta Terra. Otto in totale gli episodi, di cui due già disponibili e il resto rilasciato al ritmo di uno ogni mercoledì, con l'ultimo il 17 settembre.
È l'anno 2120: in un mondo dove l'umanità convive con cyborg e sintetici, i confini tra umanità e tecnologia appaiono sempre più labili. Da un lato gli uomini con impianti artificiali, dall'altro i robot con intelligenza umana ma aspetto umano dall'altro; l'intelligenza artificiale sostituirà l'umanità? In questo panorama Boy Kavalier, uno stravagante ragazzo prodigio, fondatore ceo della Prodigy Corporation, riesce a creare una nuova forma di vita, gli ibridi.
Si tratta di robot umanoidi in cui viene trasferita la coscienza umana: è l'Evangelion dell'animazione giapponese, ma con l'aspetto di una ragazza carina dai capelli corti a caschetto. Mentre però il robottone guidato di Shinji Ikari si fondeva con la coscienza di chi lo guidava e ne teneva i ricordi, si era rivelato più umano che tecnologico: si rompeva, aveva poca autonomia, era l'avanguardia della ricerca eppure più imperfetto che mai. L'ibrido di Alien: Pianeta Terra invece, è forte e inscalfibile: dentro di sé ha la coscienza di Wendy, una ragazzina malata di tumore che sopravvive in una nuova forma. E diventa così immortale, lanciando una nuova sfida all'umanità: quella di sopravvivere alla fine del proprio corpo, aprendo la via ad altri bambini che avrebbero voluto diventare grandi.
Le coscienze di questi bambini vengono instillate dentro corpi artificiali, che sopravvivono al posto del donatore. Sono i Bambini Sperduti dell'Isola, non a caso chiamata Neverland; i richiami al racconto di James Mathew Barrie sono tantissimi, a partire proprio da Wendy, guida degli altri bimbi e che nell'aspetto ricorda il personaggio nella versione disneyana. Così come è un Peter Pan il geniale ceo, il ragazzo che i bambini sperduti li crea e li porta sull'isola: scanzonato a volte, perverso e temibile altre, ha un animo infantile. Non è un caso che lo vediamo guardare cartoni animati, incluso lo stesso classico Disney.

Gli eventi narrati in questa serie si collocano tra il primo Alien e Alien-Scontro Finale, che qui il regista Noah Hawley rivisita senza lasciarsi intimorire dallo storico franchise senza temere di raccontare la propria storia. Regalandoci un tripudio per gli occhi di chi ama le serie tv di fantascienza.
Quando la nave di ricerca spaziale USCSS Maginot si schianta sulla Terra, sulla città di Prodigy City, Wendy e gli altri ibridi dovranno affrontare la minaccia che incombe. Poi naturalmente ci sono loro, le terribili creature che seminano la paura nell'universo di Alien: gli xenomorfi col cranio allungato e i denti aguzzi. All'interno del Maginot infatti, in seguito a una lunga missione nello spazio, l'equipaggio stava trasportando i campioni di forme di vita alieni.
Gli xenomorfi lasciano morti e sangue, mentre l'umanità sembra destinata a finire in un mondo in mano alle grandi corporazioni, in un futuro distopico dove le big tech decidono del nostro presente. L'unica speranza? L'umanità appunto, incarnata dal fratello di Wendy, medico e umano al 100% che si aggira tra le macerie lasciate dai mostri; la stessa umanità racchiusa dentro Wendy, a dispetto del suo corpo bionico.
