Chi è Natalia Grace? Negli Stati Uniti la domanda riecheggia da diversi anni, visto che si tratta della protagonista di uno dei casi di cronaca più intricati degli ultimi decenni. Su Disney Plus è appena sbarcata la serie 'Good American Family' che prova a tirare le fila della vicenda, per quanto se ne sappia fin qui, con Ellen Pompeo (Grey's Anatomy) e Mark Duplass (The Morning Show) nel cast. Veniamo ai fatti: nel 2010 i Barnett adottano Natalia Grace, sette anni, una bimba ucraina affetta da una particolare forma di nanismo che ne compromette anche uso e sviluppo di mani e piedi. I Barnett hanno già tra figli, ma vogliono allargare la famiglia, pare, in virtù del loro grande cuore. Impegnati nel sociale e rispettabilissimi, sono (o almeno sembrano) perfetti. Purtroppo, la convivenza con la piccola si fa sin da subito difficile fino a generare sospetti, specie nella madre adottiva Kristine, che la creatura sia in realtà una donna adulta di 22 anni, sociopatica e pericolosa. Kristine Barnett sostiene che Natalia abbia attentato più volte alla vita dei fratellini e degli stessi genitori, a causa dei suoi disturbi mentali. Così, la spediscono a vivere in un appartamento di periferia, mentre loro si trasferiscono in Canada per seguire la carriera di mammà, scrittrice di best seller sulla genitorialità e gradita ospite tv all'interno di talk sul tema. Fino a che qualche cosa ribalta le carte in tavola, Natalia da 'carnefice' diventa vittima e il tribunale manda al gabbio i coniugi Barnett per abbandono di disabile (di cui erano rimasti tutori) e abusi. Ancora oggi non è chiaro come si sia svolta la vicenda e il documentario Prime Video, dove a parlare sono i reali protagonisti della storia, getta ancora più ombre sull'accaduto. Qualunque sia la verità, Natalia Grace è il rompicapo true crime dell'anno.
Che abbiate visto o meno la serie, sappiate che esiste un film horror, dal titolo 'Orphan', uscito nel 2009, un anno prima rispetto a quando i Barnett hanno adottato, fidandosi ingenguamente di un'agenzia poco affidabile e che, infatti, avrebbe chiuso i battenti poco dopo per traffico di minori. Il lungometraggio, di buon successo tanto da guadagnarsi pure un sequel, romanzava la storia (vera) di una famiglia che adottava una bimba affetta da nanismo che, nel giro di poco, si sarebbe rivelata una minaccia per l'incolumità di tutti quanti. Una trama incredibilmente simile alla versione dei Barnett, portata avanti soprattutto da Kristine, la mamma modello e vera e propria celebrità tv in America grazie ai suoi illuminanti consigli sulla genitorialità. Illuminanti consigli sulla genitorialità che avevano tanta presa perché la donna si era resa protagonista di una sorta di miracolo: al figlio Jacob, quando aveva due anni, era stata diagnosticata una severa forma di autismo. Il bimbo, garantivano i medici, non avrebbe mai potuto parlare né interagire col mondo esterno. Mamma Kristine non si arrende e 'seguendo il proprio istinto, trasforma il pupo in enfant prodige: non solo il piccolo cresce perfettamente in grado di esprimersi, ma diventa pure un genio della matematica, entrando in università verso i 12 anni. Un successo clamoroso e impensabile che rende Kristine un faro della genitoraliatà. Un faro, ovviamente, molto compiaciuto d'esserlo. Non si contano, infatti, le pubblicazioni, i libri, le ospitate tv che inanella, seppur con medio-grande scorno del figlio che avrebbe preferito non accompagnarla sotto ai riflettori.
Poi, Kristine tenta un altro prodigio: adottare Natalia, bimba ucraina sfortunatissima. Orfana, affetta da una rara forma di nanismo chiamata displasia spondiloepifisaria congenita che le rende difficile l'uso degli arti inferiori e superiori. Infatti, si sposta tramite deambulatore per la maggior parte del tempo. A un certo punto, però, salta fuori che il certificato di nascita fornito dall'agenzia truffaldina sarebbe falso e i genitori, soprattutto la madre adottiva, subodorano che la piccola non sia nata davvero nel 2003 ma molto, troppo tempo prima. Natalia non si dimostra 'facile' da gestire, era già stata 'riportata indietro' da altre due famiglie che la avevano accolta perché tendeva a dare in escandescenze. Kristine si convince che la (non) piccola voglia attentare alla vita dei Barnett. E se ne convince, lasciatecelo dire, per motivi piuttosto scemi: fa dispetti ai fratellini (lancia i giocattoli di uno di loro per strada, secondo Kristine nella speranza che questi li insegua finendo investito). Ora, non per banalizzare il 'male' ma personalmente non conosco fratelli e sorelle, anche di sangue, che non abbiano tentato di farsi la pelle, 'giocando' tra loro da piccoli. Per emulare la scena di un film, qualcosa visto in tv, uno spettacolo al circo col lanciatore di coltelli e così via. La maggior parte delle volte, per fortuna, tutto finisce con una strigliata da parte dei genitori. Ma è ben raro, in casi come questi, che un bambino sia davvero 'sociopatico'. Al massimo, non si rende conto delle conseguenze. Semplicemente perché è troppo piccolo per sapere che esistono.
Seguono, comunque, vari altri 'incidenti inquietanti' che apprendiamo solo per bocca di Kristine. Fino a che Natalia viene prima internata e poi costretta ad andare a vivere da sola in un appartamento in periferia, mentre il resto della famiglia si trasferisce in Canada. L'abitazione è scomodissima per lei: due rampe di scale per accedervi, Natalia non arriva ai fornelli (che nemmeno sa usare) e neanche alla vasca da bagno. Campa di stenti, insomma, mentre i Barnett sono riusciti, non si sa come, a farle cambiare l'età legale in 22 anni. Per gli Stati Uniti è un'adulta a tutti gli effetti e loro i suoi tutori legali.
A questo punto della storia, avverrà molto altro. Ed è quasi impossibile discernere con chiarezza, non lo farà nemmeno la serie stessa, da quale parte stare. Natalia Grace è una bimba disabile abusata e abbandonata o un'adulta pericolosa, con gravi disturbi mentali? Aveva già cercato di rispondere a tal quesito un documentario (disponibile su Prime Video) in tre stagioni che segue la vicenda ben oltre il punto in cui 'Good American Family' interrompe la narrazione - in attesa di una seconda stagione? Chissà. Il documentario, dal titolo 'Il Curioso Caso di Natalia Grace' è preziosissimo perché sentiamo la vicenda raccontata dai suoi protagonisti, esclusa mamma Kristine che non ha voluto prenderne parte. Inoltre, viene girato anche mentre il processo legale è in corso, quindi assistiamo a diversi voltafaccia, soprattutto da parte del padre adottivo Michael, probabilmente il peggiore tra tutti, specie per la completa assenza di spina dorsale e per i suoi modi di declamare la vicenda manco fosse in una telenovela sudamericana. Può davvero essere una così brava persona? Dubitarne è lecito.
Intervengono poi diversi medici che assicurano come Grace fosse senza dubbio una bambina all'epoca dell'adozione. E allora perché la corte ha mandato al gabbio mamma e papà Barnett per abbadono (e abusi) su disabile, senza tener conto dell'età. Nel documentario il giudice proferisce: "Non ci sono abbastanza prove concrete che possano dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio l'età di Natalia Grace". Come no? Fior fior di espertoni, all'infuori del medico di base dei Barnett, nel documentario sventolano radiografie e quant'altro a sostegno della loro, inconfutabile tesi. E allora? E allora la terza stagione di questa docu diventa una sorta di messinscena in cui Michael Barnett, prosciolto in fretta e furia insieme alla moglie dalle accuse (perché?!), si confronta con la piccola Natalia come fossero una sorta di grotteschi Sandra e Raimondo.
Mentre i principali 'Elisa True Crime' su YouTube si professano indignatissimi per gli abusi subiti da Natalia Grace da 'bambina', non si contano le serie e i documentari girati sulla vicenda: i protagonisti di questa storia sono mediaticamente ovunque, nonostante i vari ricorsi legali ancora in atto. Esiste perfino una versione messicana delle loro controversie. Voglia di apparire? Il sospetto può nascere. Per una giusta causa? Forse. Ma quale delle due parti sta dicendo davvero la verità, sempre che ne esista soltanto una al 100%? Natalia Grace è il rompicapo 'true crime' di questa primavera-estate ed esistono online, tra piattaforme e social, ore e ore di girato per entrare in possesso di sempre maggiori tasselli in modo da poter avere l'impressione di completare un puzzle che, a occhio e occhio, non si completerà mai del tutto. Buona fortuna e guardate responsabilmente: rimarrete ossessionati da questa vicenda dal primo play.
