Parte la seconda stagione di Bestiario Pop. La quarta, a dirla tutta, ma la seconda ufficiale, le due sanremesi erano stagioni Off Broadway, diciamo così. Stavolta siamo a Milano, in una location particolare, che a breve vi racconterò. E stavolta abbiamo deciso, con l’editore e con Luccioola, che con me divide i microfoni anche in questa avventura, di spostare l’attenzione verso artisti più vicini alla Gen Z che alla mia, la fantomatica Generazione X, non fosse altro per provare a dare uno sguardo a un mondo che porta più i sapori della contemporaneità. Cinque puntate con cinque artisti, o meglio, forse qualcuno di più, ora ci arrivo. La location, dicevo. Siccome l’anima di Bestiario Pop è sì quella del regno animale, usato come parametro, ironico ma neanche troppo, del sistema musica, ma con un’attitudine assolutamente informale, rock’n’roll, il fatto che a intervistare siano un padre e una figlia a mettere sul piatto tutta una serie di sfumature che vanno dalla contrapposizione padre e figlia, uomo e donna, Gen X e Gen Z, certo, ma anche quel tasso di familiarità che appunto la consanguineità stretta ci ha dato in dotazione, per cercare di ricreare anche scenograficamente il tutto abbiamo pensato che niente come un bar potesse ricreare quell’atmosfera lì. Avete presente tutti come al bar, storicamente e anche immaginificamente, la gente tenda a raccontare i fatti propri, al barista, ovviamente. Certo, l’idea del barista fantasma dell’Overlock Hotel è lì, da qualche parte, ma in genere è col barista che ci si apre, e noi a quello puntavamo. Poi, è chiaro, MOW è MOW, e non è che un bar qualsiasi avrebbe potuto fare al caso nostro, così ecco che è spuntato il Dirty Milano, locale che anima le notti della zona Porta Venezia, che è anche quella della redazione del nostro magazine, rosso di tinta, e anche vagamente di anima. Un posto decisamente in linea con la nostra poetica. Così, succede, io e Luccioola ci siamo messi dietro il bancone e abbiamo incontrato gli artisti, una bevuta, una chiacchiera, una confidenza e via.
A aprire le danze, forse avrei anche potuto dire il pogo, per coerenza, i Finley. La band di Legnano è infatti da poco fuori con un nuovo album, Pogo Mixtape Vol.1. Il primo da sette anni, fatto che ha indotto qualcuno a gridare alla reunione, ché le reunion van tanto di moda, ma, seguite l’intervista qui su MOW, la storia in realtà è un’altra. Iniziare un videocast, questo è Bestiario Pop, in fondo, con una intervista portata avanti da due intervistatori, Luccioola e io, a quattro persone, quattro sono i componenti dei Finley, gli stessi dal 2011, spoiler, non si sono mai sciolti, è una sorta di condanna a morte per chi deve curarne la regia e la postproduzione, lo so, ma non è che uno può decidere di voler fare il rock’n’roll nella vita, parlo di MowMag, non solo dei Finlye, e starsene poi in ciabatte sul divano, tocca rockerolleggiare. Di cosa abbiamo parlato? Figuriamoci se vado a rovinare la visione di un’intervista che per di più ho portato avanti in prima persona insieme a mia figlia, tocca che per saperlo la vediate. Dirò solo che si è parlato di musica, ovviamente, ma anche di sistema musica, di mercato, di reunion, di collaborazioni, di duetti, di concerti, di cadute e di resurrezioni, di vecchie storie finite non benissimo e di prospettive future, poi, è chiaro, si è anche parlato di tanto altro, i Finley di cose da dire ne avevano parecchie, e anche noi da chiedere.
Questa è la prima di cinque puntate, a seguire ci saranno Olly, Clara, Michele Bravi e Mr Rain. Consiglio, ma solo perché è sempre meglio sapere di cosa si va a parlare, quando si affronta un’intervista, certo, ma anche sapere di cosa andranno a parlare intervistatori e intervistati non guasta, in genere, consiglio, quindi, di ascoltarvi prima Pogo Mixtape Vol.1, quattordici canzoni, quattordici duetti, quasi tutte canzoni inedite, nomi che un tempo ci avrebbero fatto sgranare gli occhi messi al fianco della band, e che in alcuni casi ce li fanno sgranare anche oggi. Per tutto il resto ci siamo noi, lì, al Dirty Milano, a parlare di animali, di punk, di pop e di quel che ci è passato per la testa.