Eccoci alla seconda puntata di Bestiario Pop. La location è sempre il Dirty Milano, locale della notte meneghina, rosso di colore, rosso di passione, fateci un giro e non potrete che convenire con noi. Di fronte ai due titolari del format, mia figlia Luccioola e me stesso, uno dei più interessanti tra i giovani cantautori usciti da quella fucina di talenti che si è dimostrato il quinquennio dello Stalin sanremese, Amadeus, artista che risponde al nome di Olly. Lo avrete visto, proprio in queste ore, sorridente e festante in compagnia del suo compare Jvli, e soprattutto di Emma, ormai totalmente votata a un pop dalle tinte urban, parola che non potete dire a Olly, uomini/donne/quel che è avvisati, la canzone Ho voglia di te la scusa per ritrovarsi e fare festa insieme, ma qui, nel buio della notte milanese è un Olly introspettivo e pensante quello che vedrete. Come sempre lungi da me l’idea di spoilerare il mio stesso lavoro, ma a partire da quel che è successo nell’immediato post-Sanremo 2023, quando Olly è finito in gara tra i big per essere uno dei sei prescelti della Sanremo Giovani andata in scena a dicembre 2022, Polvere il titolo della canzone, da non confondere con la lazziana Cenere, Lazza figura centrale nell’accompagnare i primi passi del cantautore genovese verso la ricerca della propria voce.
Si parte come sempre dall’animale prescelto da chi scrive, Bestiario Pop è pur sempre un format che parla anche di bestie, per poi parlare di tutto un po’, con tono serioso, certo, meditativo, ma mai pesante. Olly è genovese, ha ventitré anni, ha una laurea in Economia, un passato da rugbista e una dedizione per la musica che lo porta a passare ore e ore in studio, tutti i santi giorni, le chiacchiere non possono che passare di qui, come da una propria visione del mondo, anche di quello femminile e femminista che solo un appartenente alla Generazione Z, sorte condivisa con Luccioola, può permettersi. E in questo, va detto, la presenza di mia figlia, quando di fronte a me ci sono artisti così giovani è fondamentale, oltre che salvifica, perché le interviste sono frutto di una chimica difficile da spiegare a parole, tutto un gioco di equilibri e dinamiche si scatenano quando viene dato il ciak e finiscono nel momento esatto in cui dalla regia arriva lo stop, anche quello che appare naturale, quasi scontato, è in realtà una piccola magia difficile da programmare o prevedere. Parlare di sogni, aspettative, progetti, studio e allenamento, oltre che di arte e riscontri, è una faccenda delicata, che prevede un grado di intimità che l’essersi visti per qualche minuto in quel di Sanremo, oltre un anno fa, non ci avrebbe concesso. Ma sarà l’ambientazione informale del Dirty Milano, il fatto che dietro il bancone ci fossero un padre e una figlia, quindi un uomo di mezza età e una ragazza, un uomo e una donna, ha scatenato l’Olly più pensieroso e meditabondo, regalandoci perle di saggezza difficilmente ipotizzabile sulla carta. Certo, non aver dichiarato sin dall’inizio all’Olly di fede sampdoriana di essere un tifoso del Vecchio Grifone, non per timori che ovviamente non ho, sono pur sempre il critico cattivo, io, ma più che altro perché si è cominciato subito a parlare di rugby, sport del quale, a parte il terzo tempo e quella roba lì, nulla so, mi ha fatto dimenticare gli essenziali, ha facilitato il tutto, la prossima volta sarà mia premura presentarmi con la maglia rossoblu, promemoria visivo che non necessita di didascalie e spiegazioni, per ora godetevi queste chiacchiere in confidenza.