Bono, leggendario frontman degli U2, è in Italia e respira la nostra stessa aria (concedetemi la variazione da liceale). E per inciso si accomoda (per la terza volta) nel salotto televisivo di Fazio Fazio a “Che tempo che fa”. Un'ospitata in rosso sul calendario per gli amanti della buona musica rock e occasione propizia, nonché unico passaggio sul suolo italiano (sic), per presentare la sua prima autobiografia “Surrender 40 canzoni, una storia”, uscita in tutto il mondo a novembre e prima in classifica in Italia. C'è ancora speranza.
Un libro che è un ritratto della sua vita in 40 capitoli, ognuno dei quali prende il nome da una canzone degli U2, storica band nata a Dublino e che ha scalato le classifiche globali con all'attivo 170 milioni di dischi, 22 Grammy Awards e altri premi inarrivabili. Allora, in attesa di questa sera, abbiamo chiesto al numero uno dei giornalisti italiani, Paolo Zaccagnini (nonchè suo amico), una personale finestra sul musicista irlandese. Dal primo sorprendente incontro agli inesistenti eredi e paragoni (leggi Måneskin). Intanto che punge Fazio e gli altri giornalisti televisivi, e chiude con la consapevolezza, oltre l’amicizia interrotta: “Bono e Bruce (Springsteen) sono la Musica…”
Zaccagnini, come si diventa amico personale di Paul David Hewson (Bono all'anagrafe nda)?
Di episodi da raccontare ne avrei tanti, troppi... Ebbene, tutto inizia il 27 dicembre 1979 al Dandelion Market, un grande mercato dell'usato in cima a Grafton Street, la “strada” di Dublino dove lui e The Edge (chitarrista degli U2 nda) e altri cantanti vanno a esibirsi sempre sotto Natale. Quell'anno suonavano su un palco fatto di cassette di frutta, e io rimango sconvolto, soprattutto dalla forza e dall'energia del cantante, Bono appunto. Così mentre si chiude la performance, nella quasi indifferenza totale, mi avvicino al loro manager/factotum, un signore con i capelli ricci biondi, Paul McGuinness, e confesso che sono molto bravi. A quel punto li chiama e io ripeto quello che ho appena detto a lui. Emozionatissimi e sudatissimi, ringraziano con timidezza. Passiamo al primo tour italiano. Milano e Bologna (1985 nda), nevica parecchio. A Milano si scaricano le pile del piccolo registratore - siamo all'hotel Hilton - e subito Paul ordina ai quattro di andarle a comprare. Bono e The Edge e Adam e Larry si fanno saette e tornano a mani pienissime... Ecco, così sono arrivato a dare del tu a Bono. Per loro ero il Giornalista, pensate un po’. Poi mia moglie è irlandese, estremamente alla mano. Certo, anche sapere di rock e conoscere e parlare l'inglese aiuta molto.
E che mi dice degli album, quali sono i migliori?
I primi, in assoluto, specie The Joshua tree. Ma ho comprato anche l'ultimo (Song of Experience nda) bellissimo, anzi l'ho proprio consumato
Ci sono eredi di Bono in giro?
Eredi di Bono e degli U2? “Maddeche”. Adesso esistono solo e solamente i Måneskin, ma tra 10/20/30/40/50 anni? Anche se la mia grande, vera amicizia con Bono e Bruce Springsteen è svanita da tempo. Per inciso, da quando sono in pensione vedevo solo Lou Reed e la moglie, Laurie Anderson. Eppure non accontenterò mai chi mi vuole pessimo con Bono e Bruce, perché loro sono la Musica. Quindi si mettano l'anima in pace i denigratori e gli odiatori di professione, continuino a esaltare il nulla come fanno sempre in qualsiasi campo. Qualcuno è capace, oggi, di scrivere Sunday bloody sunday, Where the streets have no name, With or without you, One e centinaia d'altre che lascio a lei ricordare. Certo, il dolore di non rivederli rimane... Bruce canta che siamo nati per correre, ma non con la sedia a rotelle (Zaccagnini soffre di sclerosi multipla nda). Tornando a noi, Bono e Bruce Springsteen sono stati gli ultimi a portare avanti il concetto di rock'nd'roll, e senza sesso e droga, che hanno flagellato il rock pensando di esaltarlo e migliorarlo. E sa perché? Perché hanno sofferto molto in gioventù. Per dire, Bono non era benestante e pure orfano da piccolo. Purtroppo il miglior modo per essere il migliore. E poi hanno avuto un successo stratosferico perché non si sono mai fatti manipolare.
Oserei dire, un successo leggendario
Anche se qui in Irlanda non sono popolari, per niente. Tuttavia qualche sera fa all'Olympia Theatre, il più vecchio teatro dublinese, con solo Adam Clayton del gruppo in sala, alla presentazione della sua biografia - a proposito oltre 500 pagine, troppe - erano presenti anche il presidente della repubblica, il presidente del consiglio entrante ed uscente, il regista premio Oscar Jim Sheridan e mille altri.
Mi ha fornito un assist: è vero che in Irlanda i Måneskin sono popolari? Hanno in saccoccia anche un disco di platino (Zitti e buoni nda)
Stiamo scherzando? Popolari? Disco di che? Ma siamo seri, non mi faccia parlare.
Seguirà l'ospitata di Bono da Fazio, in qualche modo?
Premetto che non vedo mai la Tv italiana vivendo a Dublino da 11 anni, ma Fazio non lo vedevo neanche in Italia. Non si fanno così le interviste. Non ci si deve inchinare, mai.
Eppure vanno tutti da lui...
Vanno tutti da lui? A parte quelli di Sky, hanno tutti Beppe Caschetto come agente, capisce. E comunque non so farmene una ragione.
Allora, un giornalista televisivo che avrebbe consigliato a Bono?
Forse Peter Gomez, certo non è italiano. Vede, gli altri pensano che lo studio tv, il “loro” studio, sia l'universo, e loro il creatore, ma sono né colti, né modesti, né preparati. Mi spiace per loro, si compra tutto meno l'esperienza: ma due euro per un serio corso d'inglese, no? E poi non hanno gli argomenti: macchine, ville, escort e droga, roba mai trattata da Paul e Bruce, purtroppo per questi giornalacci. Andando oltre, se un giorno incontra Bono me lo saluti, e gli faccia sapere che ho fatto mio il suo consiglio, e di The Edge e McGuinness, che mi servirono a Torino prima del concerto strepitoso: ho preso casa, a pianoterra, a Sandymount. Ho anche un bel giardino e il caffè italiano è sempre pronto. Paolo per Paul, no?