Da due giorni non si parla che di Antonio Scurati e del suo monologo sul 25 aprile e l’antifascismo, censurato senza apparenti spiegazioni dal programma di Serena Bortone Che sarà su Rai3. Lo scrittore, vincitore del Premio Strega nel 2019, ha commentato la questione anche direttamente, con una lettera aperta su Repubblica, rivolta alla premier Meloni, in cui si dice vittima dello “straripante potere del governo”, nonché vittima di violenza dove “questo è il prezzo che si deve pagare per aver espresso il proprio pensiero”. Eppure, più che chiederci le vere ragioni dietro a questa censura, su cui già in moltissimi si sono spesi, sarebbe interessante indagarne gli effetti.
Camillo Langone ha commentato in un articolo su Il Foglio: “Quando la destra non contava nulla politicamente, culturalmente aveva Piero Buscaroli e Alfredo Cattabiani [...] e molti altri valorosi collaboratori delle pagine culturali del Giornale allora dirette da Stenio Solinas, in cui perfino la critica cinematografica era scritta magnificamente e controcorrente”. Continua Langone: "Adesso che la destra si ritrova al governo ha Gennaro Sangiuliano e un lungo stuolo di censori, caporali, clientes e dirigenti Rai capaci di trasformare uno scrittore scarso in martire della libertà” facendo emergere un’inconfutabile grande verità: “Volevano l’egemonia e, complessati come sono, hanno ottenuto la carestia, la penuria, il deserto, fra le parole cultura e destra hanno scavato un fosso”.
Perché la verità è proprio questa: se il suddetto monologo non fosse stato censurato, se i dirigenti Rai non avessero deciso di silenziare quel discorso da 1 minuto e mezzo, ecco, se non fossero caduti in questa trappola che si son messi da soli, autonomamente, senza il bisogno di nessun nemico interno o esterno, ecco se, oggi probabilmente nessuno parlerebbe di Scurati, né gli darebbe l’importanza che ha inevitabilmente assunto, né considererebbe il suo monologo, né nominerebbe Serena Bortone e il suo programma su Rai3, né scomoderebbe Roberto Saviano, Nadia Terranova, Jennifer Guerra e la “lapidaria censura” della tv pubblica. Eppure, sono tutti evidentemente caduti nella trappola, e, un po' come quando un giocatore fa autogol, non c'è nessun altro a cui attribuire la colpa. E come commenta ancora Camillo Langone, ora “Scurati è rilanciato in classifica, Serena Bortone è la nuova Ada Gobetti…”.