“Si vola altissimo”. Sono queste le parole con cui, durante la rassegna stampa mattutina di Libero, Daniele Capezzone sceglie di introdurre l’intervista fatta dal Corriere della sera al ministro Alessandro Giuli, ora in promozione per il suo ultimo libro, Antico presente – Viaggio nel sacro vivente (Baldini+Castoldi, 2025). Un’intervista che, in effetti, non poteva far troppo piacere né a capezzone né alla compagine di destra, almeno quella che ha imparato ad avversare sempre i “poveri comunisti” (cit.). Eppure, Giuli pare volare, se non alto, altrove, verso sinistra, proponendosi come l’uomo “in missione per la destra” e ricordando che “la cultura non vive di egemonie”. Anche sulle perculate per l’eloquio soprassiede, ma per Capezzone “quello che preoccupa non è la forma, ma la sostanza. Dove ci vuole portare culturalmente?”

La risposta, secondo il direttore editoriale di Libero, è in due dichiarazioni del ministro: “Posso dirle come dovrebbe essere il nostro futuro secondo me? Europa e Africa, Unione europea e Unione africana insieme incasellate in un unico blocco. L’Italia sarebbe privilegiata dall’essere esattamente in mezzo”. Primo commento di Capezzone: “Quindi che dobbiamo fare noi, ancorarci al mondo occidentale? No. Unione europea e Unione africana insieme e l’Italia al centro di questo mondo. E già prendi il primo colpo di mattina. Ma aspettiamo che arriviamo alla seconda botta”. Eccola che arriva: “Le racconto questa cosa. Di recente ho incontrato l’ambasciatore cinese in Italia, era contentissimo quando gli ho regalato il mio libro sul fondatore del Partito comunista italiano, Gramsci è vivo. Alla fine, abbiamo chiuso la nostra conversazione citando Lao-Tse e il Tao te ching…” Cercando di non sputare il caffè, Capezzone postilla: “Allora: Europa e Africa insieme e l’Italia al centro di questa cosa afroeuropea o euroafricana. E poi grandi dialoghi con l’ambasciatore cinese su Gramsci e le origini del partito comunista. Molto bene. Questa è l’alternativa culturale di destra? Fermiamoci prudentemente qui, che è meglio, così abbiamo migliori chance di non perdere il buon umore e di rivederci domani mattina alla solita ora… Ma dove cazzo vogliamo andare”.
