È uscita la stagione 3 di Squid Game su Netflix, ma com’è davvero? Dopo il fenomeno planetario delle prime due stagioni, il ritorno del capolavoro di Hwang Dong-hyuk su Netflix era atteso come un evento mondiale. La critica internazionale si è subito scatenata, e le recensioni delle principali testate offrono uno spaccato ricco, complesso e spesso contraddittorio di questa stagione finale che prometteva di chiudere (forse) una delle storie più amate e discusse degli ultimi anni.Il giudizio che mette d’accordo tutti? Questa terza stagione non lascia indifferenti. “Un finale talmente assurdo che lascia senza parole,” scrive The Guardian, che titola la sua recensione con un laconico ma efficace “An ending so WTF it entirely beggars belief” (“Un finale così sconvolgente che supera ogni credibilità”). Secondo Stuart Heritage, autore della recensione, la terza stagione “gioca con le aspettative dello spettatore, alzando continuamente la posta fino a sfiorare il grottesco”. Una scelta che ha “diviso nettamente” pubblico e critica, e che secondo il Guardian “potrebbe spaccare la fanbase in due”. Il Time sottolinea come la terza stagione rappresenti “un audace esperimento narrativo”. In un passaggio chiave, la testata osserva: “Invece di riposare sugli allori, Hwang Dong-hyuk sfida il suo stesso mito, trasformando Squid Game in una riflessione sul potere della narrazione e sulla natura del controllo.” Tuttavia, questa ambizione non convince tutti: “La stagione si avvita su sé stessa in un vortice di autocoscienza che rischia di allontanare chi cerca solo il brivido del gioco”, avverte il Time, pur riconoscendo “una regia visivamente impeccabile e interpretazioni memorabili”. IGN si sofferma invece sui personaggi, elogiando la performance di Lee Jung-jae: “Lee regala un’interpretazione che trascende il materiale, rendendo credibile anche l’incredibile.” Tuttavia, il recensore di Ign nota come “la sceneggiatura spesso si perda in sottotrame inutilmente complesse, tradendo la semplicità letale che aveva reso Squid Game un fenomeno globale”. Un difetto che, a detta di Ign, “rischia di rendere la stagione meno accessibile rispetto alle precedenti”. Vulture si concentra invece sulle implicazioni filosofiche della serie, definendo la stagione finale “un’ambiziosa allegoria sulla corruzione del potere e il prezzo dell’umanità”. In una delle frasi più citate della recensione, Vulture scrive: “La stagione finale di Squid Game non offre risposte, ma lascia lo spettatore nell’inquietudine, costringendolo a riflettere sulla natura stessa della sopravvivenza.” Un finale aperto, dunque, che lascia spazio a “più domande che soluzioni”.

Un trionfo visivo, ma la magia si è persa? Per The Hollywood Reporter, la stagione 3 di Squid Game è “uno spettacolo visivo che conferma la straordinaria capacità produttiva di Netflix”, ma anche “un’opera che fatica a ritrovare la freschezza del suo debutto”. Come si legge nella recensione: “Il fascino perturbante dei giochi mortali si smorza, sostituito da un eccesso di colpi di scena che rischiano di diventare manieristici.” Il giudizio è netto: “La serie chiude con dignità, ma l’incanto originale è ormai svanito”. Decider riassume forse meglio di tutti l’umore diffuso tra la critica internazionale: “Squid Game 3 è il perfetto esempio di come un fenomeno culturale possa finire divorato dalle proprie stesse aspettative.” E ancora, in un passaggio che sembra cucire insieme tutte le opinioni: “È difficile guardare questa stagione senza percepire il peso del proprio entusiasmo iniziale; Squid Gamesi chiude, ma lascia dietro di sé una scia di domande e l’amaro sapore dell’occasione mancata”. Alla fine, la stagione 3 di Squid Game è tutto fuorché banale. Ambiziosa, controversa, visivamente impeccabile, ma forse prigioniera delle sue stesse premesse. I critici si dividono tra chi ne esalta il coraggio e chi ne critica le svolte improbabili. Di certo, come scrive il Guardian, “questa conclusione non si dimentica facilmente”, che sia per ammirazione o per incredulità.
