La sinistra? Come sempre: il cuore a sinistra e il portafoglio a destra. A confermarlo è Chiara Valerio, nuova direttrice della fiera del libro “Più Libri più Liberi”, che ha voluto dedicare la fiera alla memoria di Giulia Cecchettin e di Michela Murgia. Su di lei polemiche a raffica per aver invitato e difeso Leonardo Caffo (in attesa di giudizio per molestie contro la ex fidanzata): una decisione che ha portato alla defezione, tra gli altri, di autori come Zerocalcare, Fumettibrutti o Carlo Lucarelli. Tante anche le case editrici che hanno deciso di annullare i propri stand: tra l’altro i più cari di ogni manifestazione commerciale editoriale in Italia. Come i anche biglietti di ingresso per visitatori (sul sito ufficiale li chiamano così, non “lettori”). Decine gli articoli di sdegno, editoriali di condanna, quelli (molti, troppi) di accusa e pochi, pochissimi a difesa di Chiara Valerio che sulla violenza alle donne ha puntato carriera e anche questa nuova direzione della Fiera. E siamo d’accordo con Chiara Valerio a cui giriamo solo una domanda.
Vista tutta questa propaganda per difendere le donne, perché da nuova direttrice non si è indignata contro chi riempie la cassa della Fiera? Per accedere, infatti è obbligatorio comprare un biglietto o un abbonamento attraverso Vivaticket - come si legge sul sito sia online che indica gli estremi Internet o i punti vendita accreditati e indicati in ogni città. Nessuna polemica, eppure è più grave la situazione per chi si erge a paladina delle donne. Perché? A gestire tutti e tutto è Vivaticket, società che si occupa della vendita dei biglietti e che - dopo una semplice verifica che qualsiasi lettore o giornalista può effettuare - appartiene totalmente a Investcorp, diretta dal chairman Mohammed Al Ardhi, imprenditore dell’Oman già capo dell’aeronautica militare del suo paese, mentre Hazem Ben-Gacem e Rishi Kapoor sono i co-chief executive officers. Investcorp Holdings BSC di Manama (Bahrain) è stata fondata da Nemir A. Kirdar (iracheno, uno dei più importanti investitori di private equity del Medio Oriente) ed è guidata dal 2015 da Mohammed Mahfoodh Alardhi, un vice maresciallo dell’aeronautica militare dell’Oman in pensione.
Creata 40 anni fa per permettere alle famiglie più ricche del Golfo Persico di investire negli Stati Uniti e in Europa, Investcorp ha speso tantissimi soldi per acquisire eccellenze occidentali. Ma chi sono questi magnati? Difficilissimo dirlo, perché Investcorp nasconde i propri azionisti in un reticolo di società controllato da una holding alle Isole Cayman, al riparo dagli sguardi indiscreti di chi chiede trasparenza dei mercati finanziari. Nel consiglio di amministrazione ci sono rappresentanti delle famiglie reali dell’Arabia Saudita, degli Emirati, del Kuwait, dell’Oman e del Qatar. Ovvero i paesi che, secondo la sinistra Valerio, sono - molti i suoi interventi sul tema- i maggiori nemici delle donne. Ma non solo per lei. In Bahrein "la discriminazione di genere è sia nella legislazione nazionale che nel Codice penale, il quale consente ancora allo stupratore di non affrontare le conseguenze giuridiche nel caso in cui decidesse di sposare la propria vittima (art. 353 del Codice penale)”. E ancora: “Le madri bahreinite non possono tramandare ai figli la propria cittadinanza, lasciandoli privi di diritto di base. Infine, queste incontrano ancora diverse limitazioni nella loro capacità di partecipare alla vita politica e la disuguaglianza salariale di genere persiste sia nel settore pubblico che in quello privato”. Questo secondo i dati di Amnesty International e di Tafawuq Consulting Center to Support Women’s Issues che hanno pubblicato uno studio sulla violenza domestica contro le donne in Bahrein rilevando che il 49% delle donne, almeno una volta, è stata soggetta a violenza fisica, l’84% a violenza psicologica e il 44,5% a violenza economica all’interno delle mura domestiche. Da Chiara Valerio ci aspettiamo, come minimo, una spiegazione.