Classe 2007, cuore campano e anima pop: Luk3 (Luca Pasquariello) ha solo 18 anni ma sa già cosa vuole fare nella vita. Dopo aver partecipato ad Amici 24 guadagnando i suoi primi fan, pur non esente da critiche ("All’inizio l’ho vissuta male, prendevo tutto in maniera negativa. Poi, col tempo, ho imparato a vedere solo il lato costruttivo"), ora vuole costruire una carriera fuori dal talent. Il 30 maggio esce Diciotto, il suo primo EP, che lui definisce "un punto di partenza". Tra queste Canzoncine è il brano più personale e brani come Valentine e Parigi in motorino, uscite durante l'esperienza nella scuola di Maria De Filippi, stanno girando anche su TikTok. Luk3 ora vuole aprire un nuovo capitolo della sua vita: scrivere, cantare e vivere la musica (magari diventando una pop star sulle orme di Justin Bieber). In questa chiacchierata ci racconta com’è nato il suo primo EP, cosa ha imparato dall’esperienza ad Amici, come vive le critiche e quanto ci tiene a restare fedele a sé stesso, anche quando intorno tutto cambia in fretta.

Sei giovanissimo, ma hai già un’identità musicale molto definita. Come ti presenteresti oggi, artisticamente parlando, a chi ancora non ti conosce?
Il fatto di essere giovane sicuramente mi dà la possibilità di sperimentare molto, ma ho già le idee chiare su cosa voglio fare. Artisticamente ambisco a incarnare il concetto di popstar, mantenendo un sound pop fresco e portandolo sempre più in quella direzione.
Il tuo primo EP si intitola Diciotto, come i tuoi anni. È una dichiarazione d’intenti, una fotografia o un punto di partenza?
Sicuramente è un punto di partenza, gima allo stesso tempo rappresenta anche la chiusura di un capitolo. Racchiude il prima, il durante e il dopo dei miei 18 anni. È un capitolo che metto da parte e che regalo a chi mi segue. È il mio modo di raccontare il mondo e le esperienze che vivo.
Hai un brano preferito in Diciotto, quello che senti più tuo?
Sicuramente Canzoncine. È anche l’ultimo che ho scritto, e rappresenta al 100% quello che sono oggi, comprese le mie paure. In questo pezzo parlo apertamente della paura di essere visto come “quel ragazzino che fa solo canzoncine”, ma allo stesso tempo è una presa di consapevolezza: quello che faccio mi piace, e ne vado fiero.
Quali artisti ti hanno fatto capire che volevi fare questo mestiere?
Uno su tutti è Justin Bieber. Il suo modo di cantare, di stare sul palco, mi ha ispirato tantissimo.
Mi dicevi che vorresti rielaborare a modo tuo la figura della popstar. Ti ispiri a lui?
Sì, esatto. Sempre a modo mio, come tutto quello che faccio. Ma sì, quello è l’immaginario a cui mi ispiro e che vorrei riportare in chiave personale.

Alcuni tuoi brani come Bianca Prada o Tutta Rosa hanno avuto un buon successo su TikTok. Quanto pensi che i social influenzino oggi il modo di scrivere o interpretare una canzone?
Nel mio caso, zero. Quello che faccio in studio nasce sempre da ciò che vivo e voglio raccontare. I social sono solo una conseguenza, uno strumento. È vero che oggi li usano tutti, anche gli artisti affermati, ma non devono mai interferire con la fase creativa. Per me, restano un mezzo, non un fine.
Cosa ti ha insegnato l’esperienza di Amici?
Tantissimo, soprattutto l'importanza dello studio e dell’attenzione ai dettagli. Ma la lezione più grande è arrivata da una frase di Maria, quando durante il programma abbiamo deciso di cambiare un pezzo di Valentine. Lei mi ha detto che la musica è istinto, non è qualcosa di matematico o forzato. Da lì ho capito quanto sia importante seguire l’istinto, anche nelle scelte artistiche.
Durante Amici sei stato anche molto criticato, in particolare da Anna Pettinelli. Cosa ti è pesato di più e quali critiche hai trovato costruttive?
All’inizio l’ho vissuta male, prendevo tutto in maniera negativa. Poi, col tempo, ho imparato a vedere solo il lato costruttivo, anche se in certi momenti era difficile trovarlo. Paradossalmente, la cosa più importante che ho imparato è stata fregarmene dei commenti e delle critiche. L’unico vero focus deve essere la musica.
Quanto ha influito il confronto con gli altri artisti sul tuo modo di scrivere o interpretare?
All’inizio molto, sono una persona competitiva e ho vissuto la competizione anche in modo poco sano. Poi ho capito che il vero obiettivo era concentrarsi su se stessi, sulla propria musica, senza farsi distrarre dal contorno televisivo o dalla gara. Ho imparato a lasciare andare tutto il resto.
Hai paura del post-Amici? Spesso, dopo un momento di hype, arriva una fase di assestamento dove bisogna lavorare tanto per restare a galla.
Sì, è vero, il programma ti dà un hype iniziale importante, ma non ho paura del post-Amici. Voglio costruire con calma il mio percorso, creare un progetto che possa essere davvero arte. Sono consapevole che ora inizia il vero lavoro, ma sono giovane e pronto, quindi no, non ho paura.
