Alle volte si chiude un occhio. Poi si chiudono tutti e due. Alla fine, non ne avanzano più. E tocca intervenire. Instagram è, oramai notariamente, una cloaca di pensierini delle elementari in graziose grafiche Canva. Soprattutto per quanto concerne ciò che riguarda, o dovrebbe riguardare, l'informazione e il dibattito su tematiche sociali. Ognuno si sente in diritto di gettare nel mucchio i propri due centesimi, come se follower e limitrofi fossero tante Fontane di Trevi, pronte a ricevere, passivamente, qualsivoglia boiata al balzo. In tale specifico campionato si distingue oramai da qualche settimana tale Bibi Hayworth, maîtresse a penser de noantri che ha scelto il rosa tenue per i suoi post di sensibilizzazione femmisticida. E l'insostenibile come orgoglioso contenuto. Quasi 20K follower, si professa autrice di libri (autopubblicati) "per empatici" e la sua mission sembra essere quella di illuminare le menti di chi la segue riguardo a relazioni tossiche, narcisisti e dintorni. Anche con veloci quiz pronti all'uso e, alle volte, invitando a diffidare di psicologi e psichiatri. Insomma, a chi di queste delicatissime tematiche si occupa di professione. Menomale che Bibi c'è, insomma. Anche se non vuole dichiarare pubblicamente il proprio nome all'anagrafe "per ragioni di privacy". Ebbene, portiamo alla vostra sfiancata attenzione l'ultimo post della nostra eroina. Il titolo è già incoraggiantissimo: "E se fosse Chiara Ferragni a essere vittima di una truffa?". Pronti o no, andiamo a dragare questo abisso.
A difendere Chiara Ferragni dopo la multa da un milione di euro a lei comminata dall'Antitrust per gli oramai famigerati pandori Balocco di Natale 2022 sono in tanti, soprattutto tra i volti noti. Donatella Versace, perfino Luca Argentero, la lista è pressoché infinita. Poi sussistono quelle piccole, infinitesimali forme di vita social parassitarie che sperano di accalappiare qualche raggio riflesso di visibilità social dalla funesta sanzione piombata sulla collottola dell'Insalata Bionda, oramai sempre più paragonata a Wanna Marchi che alla regina indiscussa di Instagram negli ultimi sette giorni. Con grande scorno della stessa Wanna Marchi, va detto.
Bibi Hayworth, chiunque essa sia, si pone nel campionato dei parassiti (non solo riguardo a tale questione, ma approfondiremo presto poco più avanti) sguainando la propria scimitarra fucsia per difendere la pressoché indifendibile Chiara Ferragni. Con un pippone che sarebbe pure molto divertente, se solo fossimo in un account satirico. E via di complottismo: "Si tratta di una strategia usata dalle confraternite patriarcali e misogine statunitensi e che sta venendo utilizzata anche in Italia da imprenditori e scienziati: sono sempre le donne a fare da schiacciatrici contro altre donne, a rappresentare in corte gli uomini contro le donne, a fare gli interessi degli uomini contro altre donne, e in generale a distruggere altre donne". Con un invito conclusivo a Selvaggia Lucarelli: "che farebbe meglio a cambiare sesso, perché è appena uscita dalla categoria delle donne". Bibi anche passione riassegnazione del gender. Menomale che c'è lei, insomma, a difendere le donne. Non è finita qui, però.
Sostiene Bibi: "Chiara Ferragni non sta venendo accusata e perseguitata perché è una truffatrice. Chiara Ferragni sta venendo targhettata per rubarle quello che si è guadagnata col suo duro lavoro di anni. Il Patriarcato usa questa strategia in maniera schematica perché è composto da uomini narcisisti e dunque usa gli stessi cicli di abuso: aspetta che le donne acquisiscano ricchezza, conoscenza, popolarità e poi ruba loro tutto, e cerca di distruggerle". Come abbiamo fatto a non arrivarci prima, signora mia? L'Antitrust è patriracato, per questo se la prende con la povera Chiara che ha l'unica colpa di essere nata donna. Mica quella di aver fatto pubblicità ingannevole lasciando credere ai consumatori, ossia a noialtri, che i proventi delle vendite dei pandori Balocco Pink Christmas 2022 sarebbero andati in beneficenza al reparto pediatrico dell'Ospedale Regina Margherita di Torino. Che svista che si è presa la stampa nazionale. Torniamo a dire: menomale che Bibi c'è.
Ora, la nostra aspirante influencer potrebbe essere solo l'ennesima freak che grida nel deserto a caccia di seguito facile, di una qual certa visibilità che, in ogni caso, purtroppo qui le stiamo pure regalando. Ma se lo facciamo è perché, deliri sulla pora Ferragni martire a parte, Miss Hayworth, solo poche settimane fa, era riuscita a partorire un post atroce riguardo a Giulia Cecchettin. Proprio nel giorno della notizia della morte della giovane uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, ecco Bibi surfare l'onda necrofilo-femminista con una pubblicazione a dir poco agghiacciante (ma sempre in nuance rosa tenue): "Se Giulia avesse letto i miei libri forse sarebbe ancora viva". A seguire, sia in caption che nelle slide del carosello, una dura reprimenda nei confronti di chiunque non avesse ancora acquistato le sue opere (autopubblicate) che renderebbero ogni donna invulnerabile a qualunque violenza maschile. "L'avevo previsto, ma sta a voi capire l'importanza di investire in voi stessi prima di venire uccisi dai vostri aggressori [...]. Con la mia collana, vi spiego come riconoscere narcisisti, sadici, predatori e psicopatici, dalla famiglia ai colleghi, dalle relazioni amorose alle amicizie. Che aspetti?". In altre parole: volete vivere? Leggete Bibi Hayworth, sciagurati! O comunque datele dei soldi, marrani!
Forse è vero che sarebbe meglio ignorare queste voci che si stagliano horror nella già poco confortante cornice dell'Instagram tutto. Allo stesso tempo, riteniamo molto grave tentare di farsi pubblicità sulla tragica morte di una ragazza uccisa per alzare due copie in più dei propri libri contro il patriarcato. Cioè non è che "lo riteniamo" noi, a livello personale, è grave. In un mondo di tuttologi ed esperti di delicatissime dinamiche psicologiche un tanto al chilo, è sempre bene fare attenzione a chi piazzare il proprio follow. Consiglio spassionato: se sprovvisiti di una laurea in Psicologia o, come in questo caso, addirittura senza nome, non è mai il caso di seguire siffatti profili. Aridatece gli scioglipancia di Wanna Marchi.