Le scuse di Chiara Valerio e di “Più libri più liberi” per il "Caffogate" (avevano invitato alla fiera, dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin, Leonardo Caffo, sotto processo per maltrattamenti e lesioni alla sua ex compagna), dopo giorni di supercazzole, sono infine arrivate, dimostrando innanzitutto che i vertici della fiera della piccola e media editoria non sanno scrivere e che, come l’altra Chiara (Ferragni), fanno errori di comunicazione. Tutti questi comunicatori che non riescono a comunicare! Ecco il testo (poi lo commentiamo): “Abbiamo sbagliato e ferito, oltre le nostre intenzioni, e ci scusiamo. La fiera mette a disposizione queste sale per i centri antiviolenza, le associazioni, i gruppi e le singole persone che vogliono contribuire alla discussione contro la violenza di genere. Tra queste anche la sala inizialmente prevista per la presentazione di 'Anarchia' di Leonardo Caffo verrà messa a disposizione da PLPL e dall'editore Raffaello Cortina”. Agghiacciante. “Oltre le nostre intenzioni”: ma davvero Chiara Valerio e “Più libri più liberi” volevano sbagliare e ferire anche se non così tanto? Ma che sono, pazzi di catena?
La frase non è soggetta a interpretazione. La sua definizione è scritta nel codice penale, all’articolo 43: “Il delitto [...] è preterintenzionale, o oltre l'intenzione, quando dall'azione od omissione deriva un evento dannoso o pericoloso più grave di quello voluto dall'agente”. Essendo e la Chiara Valerio e gli editori della AIE – Associazione Editori Italiani – gente che di parole dovrebbe capirne, non può esistere dubbio che essi volessero ferire e sbagliare. O, in seconda ipotesi, che non sappiano scrivere. Non si sa cosa faccia più paura. Le reazione più morbida a queste scuse è stata: “Too little to late”. Leggendo i commenti sotto il post Instagram della Valerio, sono molti a sostenere come oramai la frittata sia stata fatta e che è stata smascherata l’essenza amichettistica di tutta la faccenda in cui le indignazioni e gli attivismi – da parte della cricca – siano in realtà affaristiche. “Sorella ti devo credere? - scrive @crux.desperationis - Che dire, sono servite solo 72 ore, centinaia di commenti indignati e diverse defezioni di autrici e autori per strapparvi delle scuse goffe e tardive. Tuttavia, la prima persona con cui dovreste scusarvi è colei che in questi stessi giorni si è dovuta sorbire le vostre continue litanie sulla presunzione di innocenza, dopo ben due anni di silenzi o, peggio, di pubblico supporto a una figura estremamente problematica (per usare un eufemismo). Verrei anche in fiera, giusto per guardarvi in faccia e vedere con quale coraggio vi presenterete. Ma di uno spazio messo a disposizione da una realtà (la vostra) e una casa editrice (Raffaello Cortina) che fino a ieri rivendicavano fermamente le loro scelte non ce ne facciamo niente. Quindi meglio risparmiarsi questi 13€ e boicottarvi fino al resto dei vostri”.
Già, perché le scuse sono arrivate dopo la rinuncia a partecipare di alcuni autori - Fumettibrutti è colei che ha fatto più scalpore – e mettere a disposizione una sala (previo pagamento del biglietto di ingresso) è oltremodo offensivo per chi, quotidianamente e con fatica, cerca e trova spazi dove i corpi possano manifestare il loro attivismo. “Elemosina” dice Fulvio Abbate, creatore del profetico termine “amichettismo” il cui testo potete trovare qui su MOW: perché nessuno dei giornali riflessivi lo sta intervistando? Forse è ancora peggio: elemosina con rientro economico. L’aderenza delle scuse per il "Caffogate" con quelle per il Pandoro-gate di Chiara Ferragni è totale. Nei commenti si chiedono le dimissioni della Valerio e ci si organizza per boicottare l’evento. La protervia con cui la scrittrice/editrice/direttrice difendeva le proprie scelte e posizioni a Propaganda Live (trasmissione “amichetta” per antonomasia secondo il nostro Fulvio) aumenta l’imbarazzo provocato dalle tardive e deliranti scuse. Non sanno scrivere e non sanno comunicare. Questo è lo stato delle cose della nostra editoria oggi.