Leonardo Caffo non parteciperà a Più libri più liberi (Plpl), la fiera dell’editoria indipendente che ogni anno si tiene a Roma e che, per questa stagione, era stata affidata alla scrittrice Chiara Valerio (finalista Premio Strega). Caffo sarebbe stato inibito dalle polemiche contro di lui. In molti, infatti, lo avevo criticare perché ospite di Plpl, quest’anno dedicato a Giulia Cecchettin, nonostante fosse a processo per maltrattamenti e lesioni ai danni della sua ex compagna. Il libro che avrebbe dovuto presentare è Anarchia. Il ritorno del pensiero selvaggio (Raffaele Cortina, 2024). Nessuno però ne ha parlato. Tranne Camillo Langone, che ha preferito evitare la polemica e concentrarsi sulla lettera scritta. Pur solidarizzando con lui – «umanamente simpatizzo siccome vittima di processi e polemiche» – Langone si dice “ingannato” dal sottotitolo del volume: Il ritorno del pensiero selvaggio: «e l’anarchia è antiquariato ideologico la selvaggeria, fra uomini troppo addomesticati, in una società troppo regolata, è invece un’urgenza molto contemporanea. Dunque ho affrontato il volume speranzoso». Peccato non abbia trovato, Langone, ciò che si aspettava. S
«Purtroppo ci ho letto che “la condizione anarchica è intrinsecamente socialista”. E io che pensavo a “selvaggio” come sinonimo di asociale... Purtroppo ci ho letto un attacco alla “classe operaia imborghesita che vota partiti di destra dai dubbi confini morali”. E io che mi ricordavo gli anarco-individualisti: ecco gli anarco-moralisti... Purtroppo ci ho letto che “il sogno di scardinare la società è tutto in mano ai migranti”. E io che sapevo gli immigrati in buona parte maomettani e che islam significa sottomissione». Insomma, Langone ne certifica lo spirito omologante con ciò che, variamente, è stato definito “politicamente corretto”, “buonismo”, “ideologia progressista”. E per quanto questo possa sembrare paradossale o contraddittorio, Langone non si scandalizza: «Ama la sapienza ma non la coerenza, il filosofo Caffo (con cui umanamente simpatizzo siccome vittima di processi e polemiche) e sarà colpa del suo pantheon vario e confusionario: Tommaso Moro e Che Guevara, Kant e De Sade, Thoreau e Foucault, Toni Negri e Tolstoj, Unabomber (sì, Unabomber) e Bettino Craxi (sì, Bettino Craxi). Mi ha fregato col sottotitolo, Caffo. Ma si è svelato presto, scrivendo “gli e le intellettuali”: pensiero domato, altro che selvaggio».