“Il lavoro sulla parola è fondamentale da sempre. Sono intimamente legato alla necessità di utilizzare i termini più giusti possibile per una certa musica”. Tutti credono nel valore delle parole, ma qualcuno più di altri, come Cristiano Godano, che in un’intervista a La Repubblica ha parlato del suo nuovo album, “Stammi accanto”, e non solo. Ma questa ricerca delle parole assume, secondo il frontman dei Marlene Kuntz, assume anche una “valenza politica” nel contesto odierno? “Si, per certi versi è uno fra i tanti elementi di una possibile resistenza. C’è un brano, intitolato Cerco il nulla, che parla del riuscire a sganciarsi da tutto: insieme a Vacuità, la chiusura del disco, si collega a un interesse per l'approccio filosofico orientale”.

Cristiano Godano ha poi volutamente citato Franco Battiato, con la sua “Centro di gravità permanente", e a Repubblica ha spiegato: “è una citazione chiaramente voluta, non c’è niente da nascondere: l’ho messa proprio per poterla rielaborare. lo trovo un gioco stimolante”. Da Battiato il cantautore passa anche alla filosofia coreana, con un riferimento a Byung-chul Han in “Eppure so”: “L’ho scritta ai tempi del Covid, quando coltivare la speranza era fondamentale. La speranza è l’ultimo baluardo per prevenire la pietrificazione dell’angoscia. Un rischio reale, in un’epoca in cui la parola ‘guerra’ è così presente. Quindi sperare ha molto a che fare con il resistere e il reagire in qualche modo”. E sulla notizia del ministro Guido Crosetto, che ha dichiarato di aver lavorato per anni nella scena musicale alternativa (e di essere amico di Afterhours e Marlene Kuntz), Cristiano Godano ha raccontato: “ho un bellissimo ricordo di quel periodo e ringrazierò sempre tutti coloro che, agli inizi, hanno supportato e hanno visto nei Marlene Kuntz una band meritevole. Oggi purtroppo ci sono sempre meno spazi dove i giovani artisti possono esibirsi, nonostante vi siano molti emergenti talentuosi che dal vivo troverebbero il loro pubblico: la cooperativa Zaboom che Guido Crosetto fondò insieme a Alberto Castoldi e il suo locale di riferimento, il Nuvolari, dove sono passati tutti i gruppi della scena rock di allora, era parte di una realtà magnifica che faceva suonare i gruppi dando loro una bella opportunità”.
