Non bisogna avere un dottorato in matematica per capire che 44mila copie vendute a una sola settimana dal lancio sono un record incredibile, un evento raro, che per altro, in questo caso, conferma una tendenza, quella a conquistare risultati inarrivabili a ogni uscita di un suo libro. Joël Dicker è stato l’autore più venduto in Italia del 2024, grazie a Animale selvaggio (La Nave di Teseo) e ora è lo scrittore che vende di più in una sola settimana con La catastrofica visita allo zoo (sempre La Nave di Teseo). Quando l’anno scorso lo abbiamo incontrato per la presentazione del suo ultimo romanzo per adulti lo avevamo definito semplicemente il Cr7 della letteratura: figo, di successo, scrive benissimo. La sua semplicità non è incapacità, è talento. Ora, che esce con un romanzo “da leggere insieme”, genitori e figli, cerca di allargare lo sguardo nella direzione che già con Animale selvaggio si era imposto: non più letteratura di genere, i gialli canonici, ma qualcosa che gli permettesse di andare oltre, di giocare con la sua lingua in modo più istintivo, vivo, animale appunto. Eppure resta positivamente intrappolato in una sua cifra stilistica, in una sua capacità creatrice che in tutti i suoi libri è netta e potente. Ricorda, in questo senso, un altro autore, Carlos Ruiz Zafón, che nei suoi romanzi per adulti e in quelli per ragazzi ha mantenuto una capacità di colpire e suggestionare il lettore in modo trasversale rispetto alle generazioni. Nel tentativo di scrivere nuove storie, cioè, Dicker non rinnega il successo e non si convince di dover dimostrare di possedere una seconda identità, per così dire non commerciale e meno pop. Il salto di genere che cerca di fare non è un salto di qualità, perché la qualità dei suoi thriller di successo è già altissima.

Torna, ovviamente, anche il gioco principale che caratterizza l’approccio strutturale di Dicker alla narrazione: i salti temporali, il tennis continuo tra presente e passato che in questo libro, molto più breve, risulta, per chi per la prima volta si avvicina a Dicker, facilmente gestibile (se, per esempio, si prende L’enigma della camera 622, La Nave di Teseo, ci si troverà di fronte a un’estremizzazione di questo escamotage narrativo che potrebbe, invece, bloccare un lettore poco incline a pazientare). Per questo La catastrofica visita allo zoo è, insieme a La tigre, un buon modo di avvicinarsi a un autore da record spesso criticato dai cosiddetti lettori forti, che trovano nel trentanovenne svizzero il prototipo dell’autore di genere e dunque di serie B, anche per colpa di uno stile che, come si diceva, è volutamente semplice e diretto, volutamente immaginato per poter valorizzare la storia, spesso sviluppata in sei o settecento pagine e che dunque merita di essere trattata con attenzione. Dicker, il Cr7 della letteratura, figo, di successo e talentuoso, è anche uno scrittore impegnato, come vedrete ne La catastrofica visita allo zoo, ma lo è in un modo ipercontemporaneo e leggero.
