Quello di Sean Combs, Puff Daddy, Diddy, chiamatelo un po’ come vi pare, è un vero e proprio MeToo della musica. Le celebrità hanno iniziato a prendere le distanze dal rapper e produttore, ma potrebbe già essere troppo tardi. Sean Combs al momento rimane in carcere, al Metropolitan Detention Center di Brooklyin, in attesa di processo e rischierebbe da un minimo di 15 anni all’ergastolo, se dovesse essere ritenuto colpevole di ogni capo d’imputazione. Il produttore è accusato di associazione a delinquere, frode e coercizione, ottenimento di prestazioni sessuali esercitate con la forza e trasferimento di prostitute da uno Stato all’altro. A circolare, adesso, è anche una lista di persone che avrebbero partecipato alle feste di Puff Daddy, chiamate “Freak Off”, con più di 100 nomi.
Ma chi farebbe parte di questa lista? Diversi protagonisti del mondo dello spettacolo, come Leonardo DiCaprio, Ashton Kutcher e Megan Fox, ma soprattutto cantati. Tra questi: Justin Bieber, Jay-Z, Beyoncé, Mariah Carey e Jennifer Lopez. È bene sottolineare che la lista farebbe riferimento ai partecipanti alle feste di Diddy, e che nessuno al momento sarebbe incriminato. Queste celebrità, però, potrebbero essere chiamate a testimoniare al momento del processo.
Le celebrità vicine a Puff Daddy stanno cercando in tutti i modi di prendere le distanze dal rapper. Nessuno vuole essere coinvolto, anche se ormai la macchina ha iniziato a muoversi e ci troviamo di fronte a un nuovo #MeToo, ma nel mondo della musica. Tra i coinvolti, come detto, c’è anche Justin Bieber, che ha un rapporto piuttosto speciale con Diddy. Infatti, lo ha descritto più di una volta come il suo mentore musicale. Justin Bieber ha però fatto sapere, tramite il suo portavoce, di essere sconvolto dalla notizia e di volersi concentrare solo sulla musica e sulla paternità, affermando di essere totalmente estraneo alle vicende in cui Sean Combs sarebbe coinvolto. E anche se tanti hanno già preso le distanze, e qualcuno lo farà presto, la bomba ormai è esplosa. Per molti, inoltre, sarebbe impensabile che le persone vicine, anche in passato, a Puff Daddy, non sapessero nulla delle sue presunte attività illecite. Lo avrebbero quindi coperto? Sarebbero complici oppure vittime di Puff Daddy? L’unica cosa certa, per il momento, è che Sean Combs in questi 30 anni di attività abbia avuto più di un problema con la legge. Non è mai stato estraneo agli scandali giudiziari, ma adesso che iniziano a emergere dettagli, e qualcuno magari troverà il coraggio di parlare, potrebbe essere davvero arrivata la “fine” per il rapper e produttore.
Tra i presenti alle feste di Sean Combs ci sarebbero anche Kanye West e la ex moglie Kim Kardashian. Nel 2022, però, Ye ha espresso giudizi piuttosto negativi nei confronti di Diddy. In un episodio, rimosso nel 2022 e poi ripubblicato, del podcast Drink Champs, Kanye West ha suggerito che il produttore avrebbe fatto accordi segreti con le autorità per evitare il carcere. Il rapper ha inoltre insinuato che Diddy sia un “informatore federale”. Intanto, sembrerebbe che l’arresto e l’incriminazione di Sean Combs abbiano fatto bene alla sua musica. La società di analisi di dati Luminate ha infatti dichiarato che la musica del produttore ha registrato un aumento del 18% degli streaming, sulle piattaforme digitali, durante la settimana del suo arresto rispetto alla settimana precedente. Un dato decisamente interessante, che dimostrerebbe anche come l’attenzione mediatica, seppur negativa, possa incuriosire le persone a tal punto da portarle ad ascoltare i brani di un artista accusato, tra gli altri, anche ottenimento di prestazioni sessuali con la forza e traffico di esseri umani.