Se cronaca dev' essere, che sia almeno quella di Eleonora Daniele. É partita infatti la nuova edizione di Storie di Sera, il programma condotto da Eleonora Daniele ogni lunedì su Rai 1: anche queste sono “storie italiane”, però da seconda serata. Si tratta di casi irrisolti, vicende di cui si sono perse le tracce nelle cronache dei telegiornali o, più in generale, dell'informazione mainstream. Gli ingredienti sono pochi: uno studio, i protagonisti delle storie, la conduttrice che li intervista e, soprattutto, li ascolta. Niente sigle a suon di successi sanremesi che si alternano alle immagini delle vittime, niente ospiti in studio che promuovono più il proprio profilo professionale, che dare un reale contributo al dibattito. Anzi: proprio niente dibattito. A Storie di Sera infatti, sono le persone coinvolte nelle vicende a parlare: l'elemento centrale è proprio il loro racconto, l' esperienza in prima persona che ci traghetta nel cuore della storia. Non mancano naturalmente i servizi con ricostruzioni, audio, tentativi di raccogliere dichiarazioni dagli altri protagonisti, al fine di avere una ricostruzione il più possibile completa.

La nuova stagione del programma si è aperta lo scorso 14 aprile con due casi simili, entrambi ambientati in Calabria, ma divisi da ben 55 anni: il rapimento della piccola Sofia nell'ospedale di Cosenza avvenuto lo scorso gennaio, e il giallo di Cutro, anno 1970, in cui due gemellini appena nati vennero di fatto sottratti alla madre. Mentre il primo caso ha avuto un lieto fine, dato che la responsabile è stata subito fermata, il secondo è tuttora avvolto nel mistero. In studio sono arrivati Filomena e Francesco, ancora alla ricerca dei loro fratelli perduti, Franca e Mario: la madre Lucia, all'epoca aveva 29 anni, un marito in carcere ed altri cinque figli. Incosciente durante il parto, assisitita solo da una zia che quei piccolini li vede con i propri occhi; sulla tragica scomparsa, si allungherà l'ombra di un'adozione illegale. La seconda puntata invece, è andata in onda ieri sera dopo lo stop di una settimana in seguito alla morte del Pontefice. Eleonora Daniele si è occupata della morte di un attore molto amato dal pubblico televisivo: Paolo Calissano, scomparso nel dicembre 2021 in seguito a un mix di farmaci antidepressivi. In studio con la conduttrice, il fratello dell'attore, Roberto Calissano, e l'avvocatessa che sta seguendo il procedimento giudiziario per peculato aggravato, circonvenzione d'incapace, omissione atti d'ufficio contro l'amministratore di sostegno che, anziché prendersi cura di Paolo Calissano nel momento più difficile, gli ha sottratto mezzo milione di euro. A quel punto, quando l'attore si era accorto di essere stato raggirato, si sarebbe lasciato andare. Storie di Sera ha il merito di ricostruire il corso degli eventi senza indugiare, concentrandosi sugli elementi principali dei casi trattati. La conduttrice ascolta senza porre tutta l'enfasi che, al contrario, riserva alle storie mattutine: del resto, le vicende raccontate sono così forti, che basta la forza della parola. Il programma di Eleonora Daniele si riappropria dell'anima delle storie, rinunciando a quel processo di disumanizzazione dei protagonisti che permette sia di dare in pasto alle telecamere elementi morbosi, che di giustificare questa pessima attitudine con il diritto di cronaca. Di cronaca nera in tv ce n'è tanta, tantissima: nei telegiornali, al posto di servizi che ci aiuterebbero a comprendere meglio il nostro ruolo di cittadini; nei talk del pomeriggio, dove l'intrattenimento sembra non riuscirne a fare a meno; in prima serata, dove tutto sembra un thriller. È il vecchio adagio secondo Axel Springer: il giornalismo ha bisogno di sesso, sangue, soldi. Allora, se proprio cronaca dev'essere, se proprio serve il sangue per vendere spazi pubblicitari, lo ripetiamo: che sia almeno quella di Eleonora Daniele.
