image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

“Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo: c’è forse lo zampino degli sceneggiatori de “Gli occhi del cuore” di Boris? Ecco perché lo stile fiction al cinema non funziona…

  • di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

3 settembre 2023

“Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo: c’è forse lo zampino degli sceneggiatori de “Gli occhi del cuore” di Boris? Ecco perché lo stile fiction al cinema non funziona…
"Finalmente l’alba" è il secondo film italiano in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia ed è la storia di una ragazza romana che un giorno si ritrova (per caso) a fare la comparsa a Cinecittà e a trascorrere la notte con gli attori più famosi di Hollywood. Questo racconto si intreccia con il caso di cronaca nera di Wilma Montesi, aspirante attrice morta nel lontano 1953. Riassunto del film? Una sfilza di close up sulla protagonista “basita”. Che ci sia lo zampino degli sceneggiatori de “Gli occhi del cuore” di Boris? “F4, va in automatico”…

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Cinecittà, 1953. Una ragazza semplice di nome Mimosa (Rebecca Antonaci) partecipa a un casting per fare la comparsa per un film peplum ambientato nell’antico Egitto. Dopo aver varcato la soglia degli studios romani, la vita della giovane viene completamente stravolta. Tutto, in Finalmente l'alba di Saverio Costanzo (in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia), succede in una notte, un po’ come in Doppio sogno di Arthur Schnitzler e si conclude al sorgere del sole, con la protagonista cambiata e cresciuta che ha finalmente scoperto chi è. Costanzo con questo film vuole farci vedere cosa sarebbe potuto accadere se Wilma Montesi fosse scampata alla morte. Il caso Montesi è un fatto di cronaca che ha scosso l’Italia del benestare, dei frizzanti e floridi anni Cinquanta, della ripresa economica del secondo Dopoguerra, dell’ascesa di Cinecittà. L’affaire Montesi ebbe una grande rilievo mediatico a causa del coinvolgimento di numerosi personaggi di spicco nelle indagini successive (il giallo ha bussato anche alle porte della DC). Wilma Montesi era una ragazza bellissima di origini modeste che voleva fare l’attrice, sogno stroncato quel 9 aprile del 1953 sulla spiaggia di Torvaianica, dove venne rinvenuto il suo corpo dopo essere scomparsa da ben due giorni.  Ma chi l’ha ammazzata, e perché? 

In Finalmente l’alba si parla più in generale della violenza che le donne tutt’oggi subiscono fuori e dentro lo show business, attraverso le storie di Wilma e di Mimosa (con lieto fine).
In un'intervista a Vanity Fair, Costanzo ha dichiarato che: “Wilma è un archetipo: quando leggo di femminicidio sui giornali mi viene in mente l’immagine del suo cadavere su quella spiaggia. L’Italia è un Paese pericoloso per le donne. E una questione culturale. Ho raccontato una storia degli anni Cinquanta per essere più libero, per guardare senza le lente dei sociologismi”. Saverio Costanzo che ha diretto le splendide serie l’Amica Geniale e In Treatment ha mantenuto in questo film il gusto italianissimo e vagamente barocco della fiction italiana che però, fuori dal piccolo schermo e dalle case delle casalinghe del Bel Paese, semplicemente, non funziona. Compagno di Alba Rohrwacher (anche lei nel film), il regista ha scelto niente meno che Willem Dafoe (Rufus Priori) tra gli interpreti principali, peccato che nemmeno il suo nome e la sua ineccepibile bravura siano riusciti a salvare Finalmente l’alba. Il film dedicato al compianto papà del regista (e della televisione italiana), Maurizio Costanzo, è forte a livello tecnico, ha costumi, luci di grande livello, un’ottima fotografia e una sinossi davvero accattivante. Peccato però che tutto il resto sia abbastanza da rivedere. La cgi (computer generated imagery) con cui è stata realizzata la tigre nella scena finale, ad esempio, non si può guardare. Ma il problema più grande è il seguente: un buon 90% del film si basa sulla difficoltà di comunicazione tra la protagonista e le star americane. Continue e ridondanti sequenze bloccate in un’impasse di comunicazione: tutti gli attori parlano inglese e Mimosa che conosce solo il romano se ne sta zitta, basita, come ne “Gli occhi del cuore” di Boris, il tutto espanso in più di due ore di film.

More

Enzo Ferrari non ha creato il motorsport, ma provate a pensarlo senza di lui. Il film a Venezia lo dimostra

di Lorenzo Longhi Lorenzo Longhi

Il Drake

Enzo Ferrari non ha creato il motorsport, ma provate a pensarlo senza di lui. Il film a Venezia lo dimostra

Ok, ma chi caz*o è Caterina Murino, la madrina del Festival di Venezia, e perché proprio lei?

Sconosciuti di successo

Ok, ma chi caz*o è Caterina Murino, la madrina del Festival di Venezia, e perché proprio lei?

Perché Dario Argento non era mai stato invitato a Venezia? Risponde il critico Steve Della Casa: "Risarcimento danni..."

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Maestro del Brivido

Perché Dario Argento non era mai stato invitato a Venezia? Risponde il critico Steve Della Casa: "Risarcimento danni..."

Tag

  • Cinema
  • Festival di Venezia
  • fiction

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Perché “La vita com’è” di Brunori Sas è una canzone necessaria (e la migliore dell’estate)

di Maria Francesca Troisi

Perché “La vita com’è” di Brunori Sas è una canzone necessaria (e la migliore dell’estate)
Next Next

Perché “La vita com’è” di Brunori Sas è una canzone...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy