Ogni generazione ha il venerdì sera che si merita, e noi forse ci meritiamo due show medioevali? Uno su MOW già ampiamente disquisito (ma chi ha fatto credere alla brava Virginia Raffaele di essere una conduttrice?), e l'altro di cui neanche il padrone di casa, Paolo Bonolis, ne può più. Figuriamoci noialtri. Ciao Darwin nel 2024? Avanguardia pura, direbbe l'iconica Miranda (Il diavolo veste Prada). Premessa: Paolo Bonolis, il presentatore romano interista incallito, è un fuoriclasse. Può non piacere, può anche essere detestato, ma quando si impegna in programmi per così dire alti (Il senso della vita o Sanremo, per dire), è tra i migliori sulla piazza. Perché una buona fetta di Tv-spazzatura arriva da uno dei più capaci?
Facciamo un passo indietro. Ciao Darwin nasce a fine anni ‘90, giunto alla nona edizione, è già questo è la prova della scarsa attitudine all'innovazione del piccolo schermo. Verrebbe da dire perché è l' “usato sicuro”, peccato che non funzioni più come una volta, visto le ripetute batoste contro The Voice Kids (quello delle mignon ugole d’oro). Che poi questa volta l'abbia spuntata sul nuovo agghiacciante programma Rai non è un miracolo di sicuro. Un format che riporta indietro il pubblico di 26 anni (ma all'origine non era proiettato al futuro?), e che non concede deroghe rispetto al passato. Per questo una puntata di oggi può essere facilmente scambiata per una qualsiasi di 5 o 20 anni fa. Appunto il picco di share lo raggiunge coi giovanissimi, che presumibilmente, le vecchie puntate non le hanno mai viste live.
Tutto di fila: la potente sigla Matti, composta e cantata da Renato Zero e interpretata dal corpo di ballo, i siparietti con Luca Laurenti (Bonolis e Laurenti formano una delle ultime coppie di fatto della tv italiana), Madre Natura o Padre Natura (come nella puntata di ieri: sfida tra milf e teen), la prova di coraggio, il viaggio a spasso nel tempo, la sfilata con la regia che indugia sulle chiappe. Tutto un po’ cringe, per non dire trash, superato. Per questo noi oggi vorremo chiedere a Paolino se non sia arrivato il momento di osare, per dare una nuova svolta alla sua carriera, ma soprattutto per regalare agli spettatori qualcosa che valga la pena guardare. Davvero vuol fare Ciao Darwin fino alla vecchiaia?