Se n’è parlato a lungo, o meglio, ne abbiamo parlato a lungo noi, vedere palazzetti e stadi, sì, anche stadi, sold out, non significa necessariamente aver venduto i biglietti per riempire quei palazzetti e stadi. Tutto perché uno stadio o un palazzetto più pieno fa bene all’immagine, del promoter e dell’artista, e quindi diventa come un biglietto da visita affinché la gente possa dire: “wow, che fighi loro che hanno fatto sold out a San Siro”. Va bene, allora questi concerti, sono pieni di chi? Solo di fan entrati a prezzo se non triplicato, visto i tempi di secondary ticketing, o magari anche di gente che si è ritrovata con in mano un biglietto omaggio o detto di cortesia? Per non parlare di quei trucchetti ben noti, tipo i tanto famosi teloni neri che spesso compaiono a oscurare i posti vuoti, o quei malanni improvvisi che fanno saltare le date quando la vendita non sta andando affatto bene.
Che sia Tizio o Caio, in fondo, la musica non cambia, ci sono casi che hanno fatto scuola in Italia. “C'è chi gonfia i numeri per pubblicità…”, diceva a MOW Francesco Gabbani non più di qualche mese fa. Certo, una volta si parlava di fare soldi, e non è una leggenda metropolitana che la filiera musicale oggi si poggi prevalentemente sui concerti, dato che i dischi non si vendono più. Solo che quando qualcuno ti presta tantissimi soldi (le agenzie), con anticipi milionari, che permettono l'upgrade drogato (magari di qualcuno che qualche mese prima suonava alle sagre e di colpo si ritrova al Forum d’Assago), di solito, poi li rivuole: qualcosa che Michele Monina ha spiegato in maniera esaustiva in questo articolo di MOW ripreso da centinaia di addetti ai lavori e spettatori. Con un'eccezione, unico tra i grandi artisti che ci mette la faccia, vale a dire Federico Zampaglione dei Tiromancino, che nel condividere la denuncia si spinge anche oltre, con una didascalia che non lascia spazio a equivoci: “questo articolo spiega in modo perfetto il meccanismo di una grandissima parte della musica live di oggi. Anzi è anche leggermente meno pesante di come le cose stiano in realtà... leggete ragazzi e fatevi un’idea”. Insomma, la situazione è anche più grave di così, e la corsa al sold out gonfiato che sta avvelenando la musica dal vivo in Italia è sotto gli occhi di tutti. Cari artisti e fan a quando il risveglio collettivo?