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Senardi, dai finti sold out al caro-biglietti (dopato), e su Grasso critico su Battiato: “Professionalmente finito”. Poi sul Circo Massimo...

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

10 agosto 2023

Senardi, dai finti sold out al caro-biglietti (dopato), e su Grasso critico su Battiato: “Professionalmente finito”. Poi sul Circo Massimo...
Da un lato la febbre da concerto, dall'altro gli artifici delle grandi produzioni live. Stefano Senardi, noto discografico, analizza la mania degli stadi e dei sold out (veri o presunti), con qualche solita eccezione (Vasco), e il caro-biglietti, e la prevendita anticipata, e la polemica sul Circo Massimo. Per poi affondare su Aldo Grasso che ridimensiona Battiato: “È uno di quei personaggi che se non spara a zero... ma chi se lo ca*a?”

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

A chiusura della discussa stagione dei concerti (a cui si aggiunge lo scontro sul Circo Massimo, dopo il ciclone Travis Scott), analizziamo con Stefano Senardi (noto produttore, discografico e direttore artistico di tanti eventi), i punti critici delle grandi produzioni live, che fanno largo uso (tutte!) di basi pre-registrate e autotune. È singolare che al caro-biglietti, con una prevendita che parte più di un anno prima (e senza sconto da pagamento anticipato, come in qualsiasi business) corrispondano sold out (veri o fittizi) registrati in pochi minuti, a dimostrazione che il prezzo è collegato comunque a una domanda molto intensa. Da un certo punto di vista, quindi, esiste il mercato anche per i biglietti, ma chi lo alimenta?

C'è poi la questione di Aldo Grasso, che dopo aver rivisto in tv, su Rai3, “Il coraggio di essere Franco”, ridimensiona Franco Battiato sul Corriere: “Ciò che resta di lui è il Cuccurucucu paloma...- o ancora - ‘La cura’ è diventata la colonna sonora dei matrimoni civili”... a cui Senardi (amico del Maestro) risponde a muso duro.

Travis Scott
Travis Scott

Parto dalla polemica più calda, alias il discusso stop dei grandi eventi musicali al Circo Massimo, appoggiato dal ministro della Cultura. Che ne pensa?

“Date le dovute precauzioni e tenendo presente il contributo che è stato assicurato alla sovrintendenza per la valorizzazione di siti importanti non è questo il tema. Ci vuole tutela e rispetto del territorio però ci vogliono anche più luoghi destinati alla musica, ma soprattutto quando parliamo di sostenibilità mi preoccuperei prima dei ritardi con cui è stata assistita la Romagna dopo l’alluvione che dei concerti al Circo Massimo”.

Passiamo all'autotune, altra polemica sostenuta da Samuele Bersani e altri…

“A dir la verità l'autotune non era stato inventato per un uso indiscriminato di uno stile, era giusto un correttore o un effetto, poi se ci si appiattisce su quello... Questo denota mancanza di originalità o scorciatoie in cambio di esercizio”.

Mancanza di originalità e pigrizia, ma anche mancanza di qualità?

“Ogni caso è diverso dall'altro, ci sono diversi artisti che sull'originalità hanno basato la loro identità anche senza una voce da opera, ma se uno vuol fare il cantante deve avere anche dell'altro. Solo l'autotune come cifra stilistica mi sembra un po' poco”.

Quel video incriminato di Sfera Ebbasta l'ha visto?

“L'ho visto... non lo colpevolizzo perché ha altre potenzialità, ma è quanto capita se ci si adagia su certe facilitazioni tecniche”.

Diciamo anche che i live puri non esistono più; le basi pre-registrate sono parte integrante dei concerti di quasi tutti. Come si è arrivati a questo?

“È per la mania dei grandi show. Vero che ci sono più guadagni, ma... per dimostrare il proprio status mica si è costretti a fare concerti giganteschi”.

Sfera Ebbasta e Samuele Bersani
Sfera Ebbasta e Samuele Bersani

Ecco.

“Ci sono anche altre possibilità, e con un suono più genuino. Poi, con quello che costano i biglietti...”

Non esistono solo gli stadi, ma costano di meno, perché se organizzi una sola grande data invece di 30 piccole...

“Questo è certo. È chiaro che a certi livelli, non potendo sbagliare, buona parte dello spettacolo è pre-organizzato e meccanizzato. Altro che suonato!”

Resta comunque un'estate di grandi live.

“Tanti avevano ancora in tasca i biglietti del pre-pandemia. Altri hanno fatto consueti numeri straordinari e poi c'è chi non ha riempito davvero. Alcuni sold out non sono mica reali... ma la situazione è destinata a cambiare”.

Si spieghi meglio.

“Prima o poi la gente si stuferà di sentire bene e non vedere niente, o vedere attraverso uno schermo, e pagare tanti soldi con biglietti messi in vendita un anno prima. Nel resto del mondo comprare prima significa spendere meno, mica il contrario. Alla fine ci sarà un ridimensionamento, è finito l'effetto pandemia”.

Mengoni_Vasco
Mengoni_Vasco

Chi alimenta questo circolo, i promoter?

“I promoter da soli non fanno nulla, in questo caso gli artisti non sono innocenti, bensì al corrente di certe strategie di vendita. Anche perché i soldi dei live vanno nelle loro tasche. Una volta i dischi servivano per riempire i concerti, adesso un brano dell'album, uno solo, sponsorizza il tour. Quindi serve per la prevendita dei biglietti. Lo dimostra il fatto che dal vivo ripropongono i vecchi successi”.

C'è chi non stanca mai, Vasco per esempio.

“Vasco è un fenomeno a parte, di condivisione, capace di far incontrare persino nonni e nipoti”.

Apro una parentesi. Aldo Grasso sul Corriere ridimensiona Battiato. ‘Quello che resta veramente di Battiato è il canto estivo di Cuccurucucu paloma...’. Come gli risponde?

“A proposito del documentario ritrasmesso in Tv... ma anche sull'altro, da me ideato, La voce del padrone, aveva detto una minch*te delle sue. È uno di quei personaggi che se non spara a zero... ma chi se lo ca*a?”.

Va detto che è un critico televisivo, non musicale.

“Provoca apposta, gli interessa farsi notare. Vuol dire che professionalmente non ha più carte da giocare. Uno così lo perdoni per misericordia”.

Mengoni al Circo Massimo
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