Nel mondo di Boss in Incognito, i “boss” sono tali solo nel nome: in realtà sono compassionevoli, vicini ai dipendenti, pronti ad ascoltarli e aiutarli. I dipendenti invece, in questo magico mondo, sono pazienti e subito pronti ad aprirsi con una collega sconosciuta. Naturalmente Boss in Incognito è uno show televisivo, e tale è la sua narrazione: un reality che racconta le aziende italiane, al via su Rai 2 con l'undicesima edizione e un format rimasto identico negli anni. Con una novità alla conduzione: Elettra Lamborghini, prima donna a presentarlo.
Protagonista della prima puntata, l' Azienda San Salvatore: situata vicino all'area archeologica di Paestum, trasforma latte di bufala in prodotti caseari e comprende anche un'azienda vitivinicola con tanto di ristorante. Un'eccellenza italiana da 12,9milioni di fatturato annuo, guidata da Andrea Pagano, figlia del fondatore, insieme al marito Antonello Ricco. È stata proprio la Pagano ad andare sotto copertura, fingendosi la nuova arrivata al primo giorno di lavoro.
Al solito, si è fatto credere ai dipendenti di essere coinvolti nelle registrazioni di Job Deal, un nuovo programma che aiuta le persone a trovare un impiego. Con questo pretesto, grazie a una scrupolosa seduta di trucco e parrucco, protesi dentali e lenti a contatto infatti, l'imprenditrice si è trasformata in Silvia e ha seguito la produzione delle mozzarelle, la raccolta di frutta e verdura, la cucina nel ristorante. Si trasforma anche Elettra Lamborghini, per entrare sotto copertura e fare qualcosa che non le era mai servito prima: lavorare. Ma va bene così, perché questo è esattamente ciò che il pubblico vuole vedere dalla ricca ereditiera che si dimena al ritmo di Pem Pem: il contrappasso di una giornata da comune mortale. La Lamborghini, alias Ramona, viene coinvolta nella preparazione dei “cremosi”, dessert in vasetto che sono il prodotto distintivo dell'azienda.
Attraverso questo escamotage narrativo dei turni nei diversi ruoli, il programma mostra dunque l'intera filiera produttiva dell'azienda, il suo business: e si, è effettivamente una grande operazione di marketing per l'impresa protagonista.

A Boss in Incognito passano le storie personali dei protagonisti, l'imprenditore che si commuove, il riscatto finale di chi, dopo anni di sacrifici, ottiene delle ricompense da parte del capo che, in quel momento, simboleggia più la vita che se stesso. Oltre a riconoscersi in alcune vicende, quello del programma di Rai 2 è esattamente il lieto fine che lo spettatore vorrebbe per sé: essere riconosciuto, essere valorizzato per il proprio impegno. È la parte bella dell'umanità che viene messa in risalto, supportata da una buona scrittura autorale: stucchevole a volte, tuttavia quando si arriva alla fine della puntata, il patto col telespettatore è già chiaro da un pezzo. Specie dopo un decennio di trasmissioni. L'escamotage dei dipendenti consci di girare un reality comunque, salva la credibilità dell'intera operazione: perché altrimenti, chiunque abbia lavorato, conosce alcune situazioni tanto semplici quanto diffuse. Per esempio che il primo giorno, spesso ci si ritrova buttati in un nuovo ambiente da soli; che i colleghi non sono sempre così amichevoli, che il “boss” non ha alcuna voglia di ascoltare né interesse. Ma soprattutto: se sei in un caseificio o in un ristorante, i capelli non devono uscire da sotto la cuffietta.
La Lamborghini se la cava con una simpatia personale che è una dote naturale: senza snaturarsi, senza eccessi che non siano la sua allegria, si porta a casa 1milione 73mila telespettatori per un buon 7,3% di share nella stessa serata di Temptation Island. Boss in Incognito è una favola sul mondo del lavoro in chiave reality. È anche marketing ovviamente, ma per un attimo noi ci crediamo: è che le favole, a volte, fanno bene al cuore.
