Si, la Mostra del cinema di Venezia 82 è finita più di una settimana fa, ma la verità è che vorremo tornare lì. Al Lido, nelle sale, tra la gente a parlare di quello che ci piace: il cinema. MOW ve lo aveva detto, c’era, grazie a Joydis, agenzia di marketing bolognese titolare de La Terrazza By Atlas Concorde che per il secondo anno consecutivo ci ha permesso di vivere lo spazio, di raccontarci insieme ai nostri ospiti (che sono stati tanti). Tra Terrazza e gli ambienti dell’esclusivo Hotel Excelsior, che ringraziamo, sono passati da noi: Lucia Mascino, Romana Maggiora Vergano, Paolo Strippoli, Steve Della Casa, Emanuele Salce, Milena Mancini, Senhit, Barbara Chichiarelli, Paolo Galassi e Kristian Ghedina, Con ogni ospite abbiamo parlato di film in concorso, di storie, di guerra con alcuni, di diritti e amore per se stessi con altri, sempre per avere tra le mani uno sguardo profondo, complesso, diretto, alla MOW.

Il corto Marina, Paoli De Luca, Eco Andriolo e Giovanni De Maria
Dicevamo che abbiamo anche studiato e analizzato i talenti di oggi e di domani. Ecco, con Paoli De Luca, regista classe 1999 e studentessa di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma abbiamo approfondito il suo cinema, la sua idea alla base delle cose. Un corto (che ha vinto il Premio Miglior Cortometraggio durante la 40. Settimana Internazionale della Critica), Marina, che parla di transizione di genere, di bellezza, di amore, di maschi e di femmine, amici che si vogliono bene e quelli che non se ne vogliono affatto. “Una cosa bella del cinema è lo scambio di idee tra i reparti, è la cosa che più crea e dà al cinema” ci ha detto Marco Balzano (montatore del film), teoria confermata anche da Francesca Avanzini (dop) che ha sottolineato il senso di collettività. E in effetti con tutti e tre abbiamo capito questo, che il cinema è prima di tutto insieme, in sala o dietro uno schermo, sul set, nella vita. Con De Luca, Balzano e Avanzini si è discusso di intelligenza artificiale e di commenti ricevuti post visione del film e soprattutto di una roba devastante: il peso della nostalgia. “Marina rimane in quella sfera di cinema nostalgico”. E se i temi del corto possono far respirare - finalmente - a chi guarda l’avvento di un futuro sensibile e realmente attaccato alla realtà - Marina è come se si portasse dietro allo stesso tempo un bagaglio estetico del passato. Ce l'ha detto la regista, ci hanno fatto pensare i ragazzi e professionisti che hanno preso parte a questo lavoro in cui passato, presente e futuro si sono fusi, assieme, sempre.

Giampaolo Manca e Gianna Isabella Magliocco
Alla Mostra del cinema di Venezia c’è stato anche Giampaolo Manca, “Il Doge”, e la regista Gianna Isabella Magliocco, che sul Lido hanno presentato il teaser del docufilm Il Doge: un ritratto della redenzione. “Alla fine della proiezione la gente è rimasta sopressa, perché voleva vedere di più”, dice Giampaolo, “abbiamo avuto delle risposte importanti a livello internazionale”. Gianna, ci dice, sta trattando con delle televisioni molto importanti. “Oltre a questo, però, siamo qui per portare Gli ottimi banditi di Venezia, una serie tv in via di sviluppo”, aggiunge la regista. Come sempre, questi progetti non vogliono “emulare Gomorra”, “alla fine di queste storie ci deve essere il bene assoluto”. L’obiettivo, dicono entrambi, è quello di evitare l’effetto emulazione. Questo è importante per proporre la loro storia in Italia, ma soprattutto all’estero. Abbiamo intervistato anche Piernicola Mucci, che con Gianna ha aperto una nuova società a Cannes: “Giampaolo è un personaggio affascinante, che ha avuto sempre una sua eleganza. Quando però i ragazzi nelle scuole gli chiedono le foto, magari facendo il gesto della pistola, lui li riprende”. Lo stereotipo deve essere evitato sempre. E poi, Il Doge viene da Venezia, da lì parte la sua storia. “E Venezia”, dice, “è il nostro migliore sponsor”.
Andrea Fassoni e Marco Falorni
La fragilità non è un tag. È questione di vita, di umanità, di relazioni. Di autismo e diritti Lgbtq+. A Venezia c’erano molti film che parlavano di questo. Andrea Fassoni e Marco Falorni hanno portato Blu e Orgoglio e pregiudizio, un docufilm e una docuserie. Falorni ha detto: “Ci sono molti concetti (tra cui la fragilità nelle sue varie forme e la morte, ndr) che in Italia non si possono toccare. Siamo un po’ indietro”. Ed ecco che qui arriva al cinema, un luogo dove si può approfondire, parlare di sentimenti senza scadere nella retorica. “A livello culturale c’è molto da fare”. Frassoni aggiunge: “Parliamo di convivenza, di vita. Quello che facciamo è rendere quello che raccontiamo delle storie di vita”.
Nella mani di Master Beauty University
Tra recensioni di film e interviste al Lido in una location esterna noi di MOW siamo stati preparati ancora una volta (e con noi anche qualche ospite speciale) dai professionisti di Master Beauty University, la realtà con sedi a Roma e Firenze in forte crescita di cui vi abbiamo parlato diverse volte. Loro sempre pronti a trovare spazio, tempo, cura per gestire capelli indomabili e facce stravolte dai ritmi devastanti della Mostra.
Una visione chiamata Isola Edipo
Poi L’Isola Edipo. Tutto quello che è stato L’Isola Edipo. All’interno della rassegna di eventi dedicato al Premio Edipo Re (di cui vi avevamo parlato qui) abbiamo percepito il suono fragoroso dell’emozione per la vita e il significato di questi due concetti, sostenibilità e inclusione, tradotto: bisogna guardare e pensare agli altri, perché in fondo siamo noi stessi. Tutto è cominciato con una live performance di Motta (in giuria del premio Edipo Re insieme a Eleonora Marangoni e Valerio Mieli) al tramonto tra “Anime Perse” e “La nostra ultima canzone”. Qui siamo stati spettatori di qualcosa di assurdo, immobili nello sguardo attonito (e travolto) di chi stava in silenzio a fianco a noi e non sapeva cosa dire, fermi ad ascoltare e a cercare le parole per disegnare la libertà provata in quel momento, e un senso di serenità, insieme, come nel buio di una sala. Con Motta abbiamo riflettuto su quanto sia importante prendere posizione (soprattutto?) nell’arte. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Eleonora Maragoni, scrittrice (tra gli altri) di Lux, il romanzo candidato al Premio Strega nel 2019, autrice sensibile che ci ha mostrato le città da capire e attraversare ra Roma e Parigi (ma anche Venezia) e fatto comprendere davvero le ragioni alla base di questo premio di cui, appunto, è stata giurata. E poi l’incontro con Valerio Mieli, regista di Dieci inverni e Ricordi? e scrittore (il suo ultimo lavoro è Scelgo tutto). Tra i nomi di chi sulla carta e sullo schermo ha dispensato nostalgia seppure, come ci ha rivelato, sembra non aver mai compreso fino in fondo la base e la motivazione di questa attrazione che lo lega al mondo lasciato a metà, le sensazioni ferme in un tempo lontano, che sono poi il simbolo, il pensiero che si può toccare e si solleva tra i discorsi dei suoi personaggi, nelle pause che fanno.
