La nevrosi ossessiva depressiva? “Tutto falso, non sono mai stata depressa”. La famiglia che l’aveva abbandonata nel momento del bisogno? “Minchiate da Barbara D’Urso. Ero andata per raccontare altro, mia madre ha venduto immobili per mandarmi bonifici”. I problemi economici? Ci sono stati per colpa di “manager, impresari e avvocati che mi hanno spremuta e portato a rompere con Caterina Caselli”. Così, in seguito, ha sofferto la solitudine e le è mancato il tenore di vita che aveva acquisito con la notorietà: “A Sanremo del 2000 sono arrivata con un ottimo staff, dal grande psicoanalista Aldo Carotenuto a un luminare come endocrinologo e il direttore sanitario di un’importante beauty farm dove andava anche Silvio Berlusconi”. Insomma, è una Gerardina Trovato che a MOW sembra voler smentire o fare luce su molte delle storie che in questi anni sono circolate sul suo conto (e che anche lei stessa aveva raccontato) in una intervista nella quale ha accettato di parlare di tutto. Dallo Zecchino d’oro, dove già allora per accedere alla finalissima era stata chiesta alla sua famiglia una somma in denaro (e al rifiuto è stata esclusa), al primo Sanremo quando “in attesa di esibirmi volevo andare al McDonald's” e al secondo dove “a me e la Pausini ci hanno sabotate, io ero prima nella giuria popolare”. Da anni, però, il Festival non lo apprezza: “Non è più una istituzione”. La musica di oggi? “Come se mi porti un paio di jeans acquistati dai cinesi e me li vuoi rivendere come jeans di Prada”. E sulla trap ha una posizione netta: “A me fa venire l’ansia”. Ma ci ha spiegato anche perché, dopo il successo della collaborazione con Andrea Bocelli (55 milioni di copie vendute) si sono interrotti i rapporti tra i due: “L’ho portato in tutta Europa prendendolo per mano, poi a Hollywood ha cantato Vivere con Laura Pausini. Ma a livello professionale lui non c’entra, si è messo di mezzo qualcun altro…”. E ci ha annunciato che tornerà live con nuovi brani: "Sono una donna serena con lo sguardo rivolto in avanti".
Gerardina, se chiudi gli occhi qual è il tuo primo ricordo da bambina?
Ah… Quello di Ma non ho più la mia città, con mia mamma che mi teneva in braccio, neonata, nel cortile dove abitavamo che era anche quello dello studio da medico di mio padre, mentre mi cantava “stella stellina”. E mi diceva la frase della canzone, che ho messo in rima: “Guarda c’è una stella cadente, si realizza ogni desiderio”. In fondo "non è cambiato niente, tutte le notti aspetto ancora una stella cadente".
Hai raccontato che da piccola “quando cantavo tremavano i vetri”.
È vero, anche se non si sono mai rotti.
La voce, però, già ti distingueva rispetto agli altri?
Ho fatto lo Zecchino d’oro a tre anni. Sono arrivata fino in fondo, tranne la finalissima.
Come mai?
C’era allora il compromesso di dover comprare qualcosa di inutile e costosissimo per accedere. Mio padre si rifiutò dicendo agli organizzatori se avessero il coraggio di buttarmi fuori nonostante fossi bravissima. Ce l’hanno avuto e mi hanno buttata fuori.
I primi "brogli" già allo Zecchino d’oro?
Ma certo. Non ricordo che cosa si dovesse acquistare, ero piccola, ma ricordo i miei genitori che discutevano su questioni di soldi che avrebbero dovuto sborsare.
Sei figlia di un medico catanese che suonava la chitarra e di una insegnante di pianoforte. Che genitori sono stati nella tua infanzia?
Meravigliosi! Non solo nell’infanzia, ma fino a quando non ero totalmente indipendente da volermi costruire una vita oltre alla famiglia. Fino a quel momento è stato tutto perfetto. Ero felicissima di essere figlia unica, così potevo avere tutte le attenzioni per me. Quando mi parlavano di fratellini o sorelline dicevo sempre “no, no, vi basto io”.
E la musica era una questione di famiglia, giusto?
A me piaceva tutto quello che mi insegnava mia mamma al pianoforte, che aveva fatto il quinto anno al Conservatorio ed era anche mezza soprano. Quando poi sono cresciuta è entrato in campo mio padre che suonava il pianoforte, la chitarra e il mandolino
Qual è stata la tua prima canzone?
Ero piccola e non era un brano da pubblicare. Ce n’è voluto di tempo prima che fossi pronta a scriverle in modo professionale. Avevo 6 anni, con la mia chitarrina realizzata da un liutaio che era paziente di mio padre. A quell’età già suonavo e componevo.
La tua Catania oggi la vedi cambiata?
Non vivo più a Catania e non ci sono più tornata se non per lavoro o per trovare i miei genitori. Non conosco bene come è cambiata. Me ne sono andata appena preso il diploma, il tempo di organizzarmi e sono andata nella Capitale. Prima da mia zia, la sorella di mio padre, e per arrivare a Sanremo ho dovuto aspettare fino a 26 anni. Quindi per i 12 brani che ho portato alle case discografiche ne è passato di tempo. Per valutarle mi mettevo nei panni della gente che le avrebbe ascoltate. Dai 20 ai 25 anni, quando ho firmato con la Sugar di Caterina Caselli, è il tempo che ho trascorso a crearle.
Nel frattempo hai raccontato di aver lavorato come corista.
Sì, anche se mentre passavano gli anni nessuno si era accorto ai livelli a cui ero arrivata. Neanche i miei genitori. Lo hanno visto tutti direttamente a Sanremo.
E come hanno reagito?
Mio padre mi hanno raccontato che è zompato dal divano e non capiva se davvero quella con la chitarra che si faceva seguire dall’orchestra in tv fosse sua figlia. Mia madre, invece, appena mi ha sentito la prima volta aveva preparato le valigie per Sanremo. Infatti, passato il primo turno, sono arrivati.
Prima di Sanremo c’è l’incontro con Caterina Caselli, che ti mette sotto contratto con la Sugar. Un amore a prima vista, almeno così raccontano le cronache.
All’inizio ero bloccata dal suo sorriso e dal suo modo di fare. Era un’altra mamma per me. Tutte le etichette mi avevano detto di sì, però lei era l’unica donna mentre gli altri erano schifosi ubriaconi che si avvicinavano anche troppo a me. Lei invece cercava di mettermi a mio agio. Aveva un frigobar pieno di Bellini (il cocktail, ndr), che all’inizio ho rifiutato. Ma dopo dieci minuti me l’ha chiesto ancora, così mi sono ritrovata a bere tutto il frigobar. Poi ho preso la chitarra, mi sono seduta a terra con le gambe incrociate e ho cantato Ma non ho più la mia città. Caterina ha alzato il telefono e l’ho sentita dire: “Lasciate quello che state facendo, vi voglio tutti qui”. È arrivata la Sugar al completo e mi ha fatto suonare tutte le canzoni. Quando ho finito si è rivolta alla commercialista: “Voglio il contratto entro un quarto d’ora”.
Com’era arrivata a te Caterina Caselli?
Le avevo mandato una cassettina registrata nella radiolina a pile di mia nonna. Dopo qualche giorno mi arrivò la chiamata della sua segretaria che mi disse che Caterina Caselli aveva il piacere di incontrarmi e di ascoltarmi dal vivo. Mi ha chiesto anche se preferissi raggiungere Milano con il pendolino o con l’aereo. E io: “In treno”. Non sapevo neanche cosa fosse un pendolino e dell’aereo ho sempre avuto paura. Alla fine sono riuscita a prenderlo.
Al primo Sanremo del 1993 sei arrivata con più ansia o con più consapevolezza?
Ero molto ingenua e l’ho vissuto in modo distaccato. Ricordo che in attesa della prima esibizione non me ne fregava niente. Tanto che volevo andare da McDonald's a prendere le patatine fritte. L’assistente mi teneva per non farmi andare e a un certo punto arriva Pippo Baudo e mi spinge sul palco, quasi facendomi ruzzolare a terra. Vedo il mio nome sullo schermo e penso: “Finalmente dopo posso andare al McDonald's”. Il secondo Sanremo è stato diverso.
Cosa è cambiato nel Sanremo dell’anno dopo, nel 1994?
Sembravamo tutti delle tigri in una gabbia, come se a un certo punto dovessimo sbranarci a vicenda.
Nel 1993 con Ma non ho più la mia città (testo di Gerardina Trovato e musica di Malavasi e Milani, ndr) arrivi seconda dopo Laura Pausini.
Un risultato giusto. Lei era molto popolare e toccava una larga fascia di persone. Io un’altra, un po' meno ampia. L’anno dopo, invece, ci hanno sabotate. Sia a me che a lei.
Nel 1994 sei in gara con Non è un film, sarà un quarto posto. Che cos’è successo?
Ci hanno fatte arrivare a lei terza e a me quarta. Io sono sempre arrivata prima nella giuria popolare, in seguito mi ha sfasciato quella che chiamano giuria degli “esperti”.
Era tutto già deciso?
Ma sì, come allo Zecchino d’oro.
Hai detto che Laura Pausini ti è stata vicina.
C’è sempre stata una simpatia, ma vicina no. Una simpatia personale, che va oltre al discorso artistico. E un enorme rispetto professionale. Non ci siamo mai frequentate. Io ero molto solitaria. Certo, ho frequentato personaggi molto noti, ma rimangono nella mia vita privata.
Il tuo album di debutto vende circa 200mila copie solo in Italia. E così arrivano anche i primi soldi.
Ne sono arrivati tanti, anche se molti di più quando è esploso il brano Vivere con Andrea Bocelli. Ha venduto 55 milioni di copie. Basta fare due conti e chi ne capisce può fare il calcolo delle cifre.
In quegli anni sei stata un vero fenomeno a livello discografico.
È vero, ma non l’unico. Sono esplosi Eros Ramazzotti, Laura Pausini e tanti altri. Era un periodo d’oro per la musica, ognuno con il proprio pubblico e il proprio stile. Ma ora anche Sanremo non lo seguo più da tanto tempo. Per me non è neanche più Sanremo.
Cos’è che non ti convince più di Sanremo?
Non è perché non ci sono io, anzi. Posso dire che ho continuato per un po' a guardarlo anche se non c’ero. Era una istituzione. Oggi da qualche anno non è più così. Io sono una cultrice dell’alta moda, dell’arredamento di qualità, della ristrutturazione di case. E nella musica è come se mi porti un paio di jeans acquistato dai cinesi e me lo vuoi rivendere come un jeans di Prada. Appena sento certe cose mi accorgo da un chilometro che c’è qualcosa che non va, non ci casco. Ma quando la gente trova solo quello per tanti anni poi si trasforma in moda. In qualunque negozio vai ormai trovi solo quello. Cosa fai, non ti vesti? Ti devi vestire. Quindi compri quelle cose.
La consideri musica da discount?
Ma certo. Se invece uscisse adesso qualcosa che assomiglia alla vera musica la gente se ne accorgerebbe, non è stupida. Voglio vedere per quanto continueranno a riuscire a vendere questo “tum tum tum” sparato nelle orecchie.
Mi sembra di capire che l’ondata trap non ti ha coinvolto.
Per niente. A me la trap fa venire l’ansia. Mi piace l’intelligenza di Jovanotti. Che prima di tutto ammette lui stesso di non essere un cantante. L’ha sempre detto. Dopodiché fa uscire delle canzoni, anche se sono rappate. C’è sempre un motivetto, quella parte di canzone che ti rimane al di là di mille parole buttate lì per riempire. Quello che colpisce è sempre la canzone. E ammiro l’intelligenza di Jovanotti, gli auguro una lunga vita artistica.
Un altro che ha una lunga carriera e conosci bene è Andrea Bocelli. In una intervista hai detto di averlo inventato tu coinvolgendolo sul brano Vivere. È così?
Si può dire che l'ho inventato io, solo che se lo dico mi criticano perché ormai è diventato un’icona.
Perché dopo un successo così clamoroso tra di voi si sono interrotti i rapporti?
Con Andrea Bocelli i rapporti col tempo si sono incrinati, adesso non vuole più neanche parlarmi al telefono. Ce lo siamo inventati in sala d’incisione, visto che il brano non nasce come duetto e il produttore ha pensato di mettere un'altra voce e la scelta è caduta su Andrea, così è nato il duetto. Poi, dopo aver venduto 55 milioni di dischi in tutto il mondo e essere diventato un’icona, ha pensato bene di non rispondermi più. Sono molto legata a Enrica Cenzatti, la prima moglie di Andrea. Viaggiava in seconda classe in treno, se lo portava in giro, lo imboccava con l’uovo sodo, non hai idea dei sacrifici che ha fatto questa donna.
Ha avuto poca riconoscenza nei tuoi confronti?
Ti dico solo che faceva il supporter nei miei concerti a teatro nel 1994. Una tournée teatrale dopo che avevo venduto una barca di dischi. Me lo sono portato in tutta Europa prendendolo per mano e facendo risparmiare a Caterina Caselli l’assistente. Mi chiamava di notte anche per andare in bagno. Nell’altra mano, però, gli mettevo i miei bagagli. Poi a Hollywood ha cantato Vivere portando con sé la Pausini. Laura dopo l’esibizione è tornata in albergo, lui invece ha messo la mano nel cemento dei vivi. La canzone l’ho scritta io, basta verificare alla Siae. Ma lui se nel privato ha un carattere bello o brutto non me ne frega niente, a livello professionale qualsiasi cosa è successa non c’entra. Purtroppo si è messo di mezzo qualcun altro, ma non posso dire di chi si tratta.
Dopo tre Sanremo la tua carriera è proseguita con altri dischi, raccolte, successi, fino a quando qualcosa si è fermato nella tua ascesa. Cosa è andato storto?
Ero circondata da gente sbagliata. Che faceva il proprio interesse e non gli interessava assolutamente niente se non di spremermi come un limone. Più mi spremeva e più ci guadagnava. E queste persone hanno deciso il mio destino. Io ero ignara di tutto questo e quindi eseguivo. A un certo punto sono stati talmente bravi che sono riusciti a farmi rompere con Caterina Caselli.
Infatti è strano che dopo tanti successi le vostre strade si siano divise.
Perché fatta fuori Caterina quelle persone, tra manager, impresari e avvocati, hanno potuto fare di me quello che volevano. Tutte persone di cui sia io che la Caselli ci fidavamo.
Hai avuto la possibilità di spiegarti con Caterina Caselli in seguito?
Mai.
Ti piacerebbe farlo prima o poi?
No, ormai è passato troppo tempo e quel capitolo si è chiuso.
Nel 2012 il settimanele Chi pubblica una intervista dove parli della tua presunta omosessualità, dici di non esserla ma che al Festival di Sanremo tutti pensarono che lo fossi a causa del look. E che qualcuno ti diede il suggerimento di non smentire questa voce perché ti avrebbe fatto vendere più dischi. È vero?
No no, questo non è vero. Il problema era che la mia immagine era davvero quella. Capelli rasati cortissimi, la facciotta rotonda, quella ero e quella sembravo. Poi nel 2000 sono diventata quella che sentivo di essere in tutti i sensi, infatti si è visto quando scendo le scale con la chitarra a tracolla e canto in piedi. Ma non sono omosessuale. C’è chi ci credeva. Molti anche perché non hanno capito la canzone Chissà. Hanno preso una frase quando canto “ma chissà se lei lo sa che tutto questo è amore”. Era dedicata alla mia più cara amica.
Hai avuto grandi amori?
Ne ho avuti, ma non ho mai voluto parlarne. E non ne parlerò mai. Hanno fatto parte del mondo dello spettacolo, fra persone molto molto in alto. Però la mia vita privata non mi va di venderla al gossip.
Poi nel 2016 hai rivelato in un'altra intervista di aver abbandonato le scene per una grave nevrosi ossessiva depressiva.
Ecco, io non mi ricordo di averla raccontata. E se ne ho parlato è perché mi riferivo ad altri che l’hanno scritto. Invece me l’hanno attribuita come mia dichiarazione. Tanto che c’era ancora vivo mio padre che disse: “Il prossimo che ci prova o lo dimostra o lo faccio andare in galera”. E nessuno più parlò di questo. Dopo che mio padre morì questa cosa tornò fuori di nuovo.
Eppure se ne è parlato anche in questi giorni, dopo il video su TikTok diventato virale dove dici "non abbandonatemi" e che ti ha portato tantissime dimostrazioni di affetto e di vicinanza.
Lo so, ma se mi parli di quello non so a cosa ti riferisci. Non sono mai stata depressa. Lo dico sinceramente. Forse ti sei scordato che dicevano avessi anche il cancro e l’Aids?
Tutte bugie?
Da quando hanno visto un mio cambiamento fisico evidente hanno iniziato a parlare, ma senza sapere niente. Io lo dicevo a mio padre: lascia perdere, sono un personaggio pubblico e in questa condizione scrivono quello che vogliono. Quando ci siamo abituati al fatto che scrivessero che ero lesbica hanno iniziato a scrivere altro. I cambiamenti sono normali nella vita, auguro a tutti di farli. In una mia canzone che uscirà prossimamente canto che la maggior parte delle persone si abituano a convivere per tutta la vita con una bugia.
Anche tu ti sei abituata?
Pure depressiva si sono inventati, non bastava nevrosi ossessiva? Non è assolutamente vero, non so cosa sia e spero davvero di non scoprirlo mai.
Hai mai quantificato quanto ti è stato tolto dopo la rottura con Caterina Caselli?
Io un’idea ce l’ho, perché uno studio di avvocati mi ha fatto i conti. Non posso dirlo, però parliamo di grosse cifre. Più di quello che mi hanno tolto è quello che non mi hanno dato.
Quindi il tuo cambiamento a cosa è stato dovuto?
Alla ricerca sempre di un miglioramento e di un benessere psicofisico. A Sanremo del 2000 a tutti i giornalisti che me lo chiedevano dissi la verità. Non ero da sola, avevo dietro un ottimo staff. A partire dal grande psicoanalista Aldo Carotenuto, passando per un luminare come endocrinologo e un direttore sanitario che era il numero uno di una grande beauty farm dove si rivolgeva anche Silvio Berlusconi. Avevo anche il mio personal trainer per il benessere fisico. Insomma, ho avuto un grandissimo team che nel 2000 mi ha portato a quel Sanremo.
C’è chi ha avanzato persino l’ipotesi che facessi uso di sostanze stupefacenti.
Mai fatto uso di sostanze! Pensa che sono completamente astemia.
Però sono anni che si parla di tue difficoltà, come te lo spieghi?
Sì, ma da quando mi sono lasciata con Caterina Caselli. Da lì ho avuto difficoltà personali, perché di colpo sono passata a un certo tipo di gestione. Mi facevano partecipare a qualunque tipo di evento di merda pur di mettersi i soldi in tasca e senza darmi un centesimo, quindi è chiaro che uno staff come quello che ti spiegavo prima non me lo potevo più permettere. E sono rimasta sola. Poi è morto anche mio padre. Poco prima mi voleva in trasmissione Enzo Biagi, a me e a Carotenuto, per raccontare la verità sul mio cambiamento. Se avessi avuto il coraggio di accettare, oggi tutte queste voci non ci sarebbero. Non me la sono sentita. Così sono stata declassata. I soldi per vivere bene li ho sempre avuti, non più per vivere come prima.
Però Barbara D’Urso in tv avevi detto di essere il conflitto con tua madre, che lei non ti aveva aiutato economicamente, tanto che scrisse un comunicato dove diceva: "Gerardina ha sempre goduto del continuo e pronto supporto morale ed economico da parte della sua famiglia ed in particolare della madre, la quale ha sostenuto negli anni ingentissime spese. Non è mai stata lasciata da sola, ma è sempre stata aiutata e sostenuta nella realizzazione dei propri obiettivi di vita e professionali".
Quello è stato un momento che vorrei cancellare, perché a quella trasmissione ero andata per dire ben altro. Avevo scritto la mia storia in un libro e Barbara non mi ha fatto dire una parola. Ha cominciato dicendo tutto lei e quando sono arrivata mi avesse fatto dire mezza cosa... Tutte minchiate su minchiate. È stata tutta una gran minchiata esserci andata. Avevo bisogno di dire molto altro, cose che mi venivano dal cuore. E invece mi è stato impedito.
Quindi non sei stata lasciata sola?
Non sono mai stata lasciata sola da mia mamma, ma in eccesso. Se mi avesse lasciata un po’ più da sola sarebbe stato meglio. Io ogni volta che ho avuto bisogno di qualcosa ho sempre avuto l’aiuto dei miei genitori. E Barbara D’Urso non mi ha fatto dire neanche questo. Dal più piccolo aiuto a quello più grande. Hanno venduto immobili per mandarmi bonifici, fino all’ultimo centesimo. Se gli dicevo che non mi andava di lavorare, che dovevo riposare o che mi ero presa il cagnolino, lei mi mandava sempre qualcosa.
Intanto nella tua vita sembra tornare finalmente la musica. Il 6 settembre ti esibirai al Parco Villa Filippina a Palermo e il 5 ottobre in piazza a Guardavalle Superiore, in provincia di Catanzaro.
Era tanto che non mi esibivo dal vivo e con tutta questa gente che mi vuole bene attorno. Tutto ciò non mi fa sentire sola, è importantissimo. E non vedo l’ora di ricominciare.
Il tornare a Sanremo lo sogni ancora?
Lo farò lo farò, con calma. Ne ho già fatti tre, ma anche il quarto arriverà.
A 57 anni chi è oggi Gerardina Trovato?
Una donna soddisfatta e serena e con lo sguardo rivolto in avanti.