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Micol Olivieri, ex Alice de I Cesaroni: "Non torno a recitare perché come influencer guadagno di più". Campare di adv è sempre meglio che lavorare?

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

21 agosto 2024

Micol Olivieri, ex Alice de I Cesaroni: "Non torno a recitare perché come influencer guadagno di più". Campare di adv è sempre meglio che lavorare?
Ma che fine ha fatto Micol Olivieri, l’Alice Cudicini della fiction Mediaset “I Cesaroni”? Ora è un’influencer e ha detto che non tornerà nella nuova stagione della serie di Canale 5. Il motivo? I soldi. Ecco perché preferisce stare sui social, facendo video con adv insieme al marito calciatore e ai figli

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Alcune persone, forse perfino troppe, hanno rinunciato alla sola idea di trovarsi una fatica, sia pure artistica, per autoinvolversi in cataloghi Postal Market ambulanti. Ogni giorno, dunque, postano a raffica foto o reel #adv "consigliando" ai follower qualunque tipo di prodotto, dalla crema viso all'hotel in cui trascorrere vacanze da sogno, fino alla 'miglior' friggitrice ad aria. Nessuno di loro spende un centesimo per questo, anzi, vengono pagati profumatamente. Molto profumatamente, a quanto pare. Almeno stando alle recenti dichiarazioni di Micol Olivieri, quasi un milione di seguaci su Instagram. La tenera Alice Cudicini de I Cesaroni oggi campa, con pupi e marito al seguito, smarchettando sui social. Indefessamente. Per questa ragione, ha rifiutato di tornare a recitare nell'annunciata prossima stagione dell'amatissima fiction Mediaset. La nostra, nel corso di un'intervista a 'No Lies Podcast', ha infatti dichiarato: "Preferisco fare l'influencer. Lavorando come attrice tv, a meno che non si abbia un contratto con la rete, si guadagna molto meno". Niente, sempre la stessa storia: queste virtuali reginette di cuoricioni hanno ancora grosse difficoltà a comprendere come il vento stia cambiando nei loro confronti. E che, hic et nunc, non convenga a nessuna (e nessuno) di loro parlare apertamente di soldi e compensi stellari. Intanto, su X c'è già chi maligna: "Micol, non è che hai preferito fare l'influencer perché reciti peggio di Manuela Arcuri?!". A voi l'ardua sentenza. Intanto, diamo un occhio alle vacanze della ex bambina prodigio... 

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Baciata dalla fortuna. Nell'intervista, Olivieri racconta che ai tempi de I Cesaroni non era ancora maggiorenne (almeno, non fino all'ultimo capitolo della serie), ma portava a casa 100mila euro a stagione. Da lì, ha forse tentato la strada della tv partecipando a Pechino Express nel 2013, in compagnia del collega di fiction Niccolò Centioni. Il reality pose fine alla loro amicizia, nonché alla carriera di entrambi. Oggi lui fa il lavapiatti, si dice, mentre a lei è andata meglio: influencer di professione con quasi un milione di cristiani al seguito, guadagna perfino più dei tempi del set. Come? Grazie al mestiere dell'#adv è logorante, uno stress continuo. Per farsene un'idea concreta, basta dare un occhio alle ultime vacanze della nostra ex attrice. In vacanza in Calabria col marito calciatore Christian Massella e i due pupi al seguito, Olivieri è riuscita a smarchettare decine e decine di brand diversi da ancora prima della partenza a oggi. Abbiamo davvero perso il conto. Ogni situazione è buona per un reel o un post #adv. Spesso, Olivieri coinvolge pure i piccoli - come nel caso in cui ci siano da reclamizzare costumini da bagno baby. La maggior parte dei contenuti sembra un affettuoso post mamma-pargolo ma, buttando un occhio alla chilometrica caption compare quasi sempre la dicitura #adv (da qualche mese obbligatoria per legge, altrimenti son sanzioni). E così, la ex attrice smarchetta di tutto: dai discount online per accattarsi abitini a poco prezzo, ovviamente con codice sconto, alle piastre per capelli insieme alla figlia Arya. Piastre che promettono di ricreare quell'irresistibile effetto onda, se sai come fare. Perfino le valigie per la partenza sono in #adv. E con la siglia #adv, rispetto a quelle #gifted o #supplied, si intende implicitamente un sicuro guadagno. In genere, nell'ordine delle migliaia di euro a foto, figuriamoci a reel. 

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Micol Oliveri nel ruolo di Alice Cudicini ai tempi de "I Cesaroni"

Intendiamoci: questo articolo non vuole essere un attacco personale. Ci sono tantissime altre divette dei social che campano alla stessa maniera. E che campano alla stessa maniera proprio perché, forse per convenzione o sparaflashaggio di massa, a un certo punto abbiamo tutti (più o meno) deciso che ciò che stiamo vedendo, per esempio, sul profilo di Micol Olivieri sia un lavoro, una professione a tutti gli effetti. E pure remunerativa assai. Giusto o sbagliato che sia, il fatto è che i soggetti che la esercitano sono troppi. Nessuno si è mai lamentato vedendo comparire il faccione di Brad Pitt a far da testimonial in uno spot pubblicitario, né si è fatto domande sul cachet dell'attore per tale operazione. Perché lui, Brad Pitt, ma vale anche per le star italiane - ci mancherebbe, ha una carriera, una credibilità artistica e professionale pluridecennale. Insomma, nella vita fa (soprattutto) altro ed è per questo che lo conosciamo, consideriamo, rispettiamo, amiamo, mettetela giù come vi pare. I miracolati dei social a cui tutto viene offerto e regalato, se non proprio pagato extra nell'ordine delle migliaia, invece, non fanno 'altro'. Loro hanno come unica occupazione quella di smarchettare e, per farla breve, scroccare. Scroccare vacanze, prodotti beauty, ninnoli per i loro pargoli (di cui 'utilizzano' l'immagine da mane a sera per il proprio conto in banca), qualunque cosa di cui abbiano o possano avere 'bisogno'. Olivieri, per esempio, vivendo questa vita in #adv, non tornerebbe mai più indietro. E, infatti, non torna a recitare ne I Cesaroni. Ce ne faremo certamente una ragione, ma la vera domanda è: cosa fa 'sta gente per meritarsi così tanti soldi e regali? In pratica, pubblicità. Sempre e solo pubblicità. Reel di pochi secondi ma di certo "non possiamo immaginare il lavoro che c'è dietro!", eh, pagati il doppio, il triplo e a salire dello stipendio mensile medio di un comune mortale impiegato. E questa 'pubblicità' influenza davvero qualche anima tra i loro follower? Esistono dati precisi e non gonfiati da agenzie che, per lavoro, devono vedere il proprio cliente contento dell'investimento effettuato? Eh. Ecco una domanda che ogni brand dovrebbe, prima o poi, porsi seriamente. I tempi potrebbero essere maturi, grazie allo sfacelo scatenato dal Pandoro Gate di Selvaggia Lucarelli. La speranza è l'ultima a morire, si sa. Ma anche la prima a prenderti per il cu*o. 

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