Ghali è diventato il simbolo di molte lotte, soprattutto dopo che a Sanremo 2023 ha scelto di esporsi chiaramente contro la guerra in Medio Oriente. Già in passato aveva sostenuto battaglie di sinistra, per esempio a favore di corridoi umanitari per i migranti e contro le politiche securitarie del ministro Matteo Salvini (prima durante il governo Conte, poi nel governo Meloni). Ma Ghali è prima di tutto un cantante e venerdì 11 ottobre 2024 uscirà il suo nuovo singolo, Niente panico, annunciato dall’artista sul suo canale Instagram con un estratto della canzone.
Ghali ha anche dichiarato: “Ho scritto la canzone più importante della mia vita”. Il problema? Che potrebbe nona vero scritto proprio tutto lui. In particolare, proprio l’inizio di una strofa, quella anticipata nel video su Instagram e il cui testo è stato condiviso nelle storie, sarebbe identica a quella di un altro artista, Dario Pruonto, curatore della residenza artistica Casa Museo Caos. Come spiegato in un suo post (in cui ha taggato anche Ghali per chiedergli un confronto), il verso “Se non lasciamo futuro saremo passati per niente” presenti nel nuovo singolo di Ghali, sarebbero i suoi: “Questa frase nasce da un dialogo, durato anni, con Lorenzo Noè, e proprio in questi giorni ne ricorre l’anniversario della morte”.
Pruonto avrebbe utilizzato la frase pubblicamente per oltre sei anni in varie installazioni: “Questa frase – dal 2018 al 2024 – l’ho pubblicata dipinta sui muri di: Zurigo, Lecce, Mantova, San Donato e, a giugno 2024, a Milano, in occasione dell’G&B Festival – per intenderci, alla Biblioteca degli Alberi”. Ma martedì mattina ha scoperto che il cantante, una delle star più ascoltate in Italia e non solo, aveva preso la frase, senza far menzione del suo lavoro: “Questa mattina Ghali è uscito con il suo nuovo pezzo che inizia proprio con questa frase. Ogni verso,”, continua Pruonto, “si porta dietro anni di sacrifici, studio, lotte ed emozioni. Soprattutto perché intorno c’è una narrazione politico-etica importante e ferma. Scoprire che un musicista che seguo l’ha utilizzata, senza neppure contattarmi, come primo verso di una sua canzone, mi ha fatto male”.
Ghali è stato intervistato per il numero cartaceo di Vanity Fair del 15 ottobre e ha parlato del percorso artistico che lo ha portato a essere “la voce delle seconde generazioni” (figli nati in Italia di migranti): “Io volevo solo fare musica, però sapevo anche che un giorno avrei potuto fare la differenza e raccontare una storia diversa. Quando da piccolo avevo i miei idoli musicali non c’era nessuno che parlasse di me o di quelli come me. Poi in strada ho conosciuto il rap: mi è sembrato il modo più semplice per raccontarmi. Così ho smesso di cercare qualcuno che mi rappresentasse perché avevo trovato la mia voce”. Nel 2022 ha anche regalato una barca di salvataggio all’ong Mediterranea e il New York Times ha applaudito al gesto dedicandogli un articolo. E questo nuovo singolo dovrebbe confermare l’impegno dell’artista. Come giustificare allora questa strana coincidenza? L’ispirazione comune può portare a produrre esattamente una frase identica a quella di un altro artista?