Venticinque anni e già dieci anni pieni di carriera da attrice alle spalle, così Benedetta Porcaroli ha deciso si svelarsi completamente in una lunga intervista rilasciata al quotidiano romano Il Messaggero, a firma del giornalista Andrea Scarpa. Una chiacchierata che sarebbe potuta durare anche di più, se non fosse, ha detto la Porcaroli, che “ho una lama in gola. Due giorni fa sono stata da Fiorello e ho ballato come una matta stando in maglietta: ho preso freddo”. Comunque sia, l’attrice si è raccontata completamente, senza alcun tipo di filtro o di velo. Dal film ora nelle sale (Enea di Pietro Castellitto) nel quale interpreta Eva, alle sue ansie e angosce. E poi ancora la filosofia nel lavoro, alcune confessioni spericolate di gioventù e la sua nuova fiamma, l’attore Riccardo Scamarcio. Nelle sue risposte, la Porcaroli sembra voler lanciare una forte critica sociale sin dalle prime battute dell’intervista. Dopo un primo approccio, tra l’esperienza da Fiorello e il suo percorso professionale, in cui ammette “ce la sto mettendo tutta per fare sempre meglio. Mi mancano i film che parlino di umanità e amore, ora vanno quelli dalle emozioni forti, chiare e immediate”, l’attrice attacca prima il settore cinematografico, “se ne fanno troppi (di film, ndr). Tutti inutili”. Poi passa alla società moderna, “con il collasso generale degli intellettuali, nell’era degli iPhone trovare cose belle da raccontare è difficile. Sembriamo tutti un po’ sedati”. E infine arriva a parlare della sua parte più intima e privata, tra paure, il suo rapporto con l’analista e quell’episodio “nelle case occupate dagli zingari” e la guida ubriaca in contromano…
Alla fatidica domanda “lei è più o meno serena?” di Scarpa, la Porcaroli risponde: “Ci provo. Mi piacerebbe non avere l’ansia, mentre voglio inquietudine e malinconia, che mi fanno crescere. Solo che di questi tempi tutto quello che abbiamo intorno ci parla di ansia”. Tra le paure più grandi ci sono “guerre, solitudine e violenza…”, e poi avverte che “se non cambiamo sul serio, viene giù tutto. Se fosse davvero la soluzione, comincerei buttando i telefonini, che ci hanno avvelenati. L’iperconnessione ormai è una follia di massa”. L’intervista vira anche sul suo passato professionale, gli inizi da giovanissima (appena quindici anni) che l’hanno salvata dal sognare il proprio futuro, “non ho avuto quel problema dell’horror vacui in cui ovviamente sarei finita come tanti della mia generazione”, ma si concentra soprattutto sugli aspetti più privati della giovane attrice. Il rapporto con Roma, la sua città, più problematico che mai, “sono cresciuta alla Balduina, un posto con belle case e giardini dal quale sono andata via perché c’è un clima molto poco indulgente verso gli altri. Lì non mi sento accolta”, e sprazzi della sua ‘gioventù’. Quindi, Benedetta Porcaroli ammette così di andare dall’analista fin dai tempi dell’adolescenza, “ci sono andata per essere più in contatto con me stessa, visto che sono una che cerca sempre di sfuggire mentre l’analisi mi tiene concentrata su me stessa. Non ho ancora finito di imparare”. E a proposito di gioventù: “Qualche volta da giovanissima - ha ammesso la Porcaroli - ho fatto la spericolata e un po’ ubriaca ho guidato contromano. Roba da deficiente. E di notte entravamo nelle case occupate dagli zingari. Così, per il brivido. Ero un cane senza collare”. Su Scamarcio, invece, un elegante ‘no comment’. I due sono stati pizzicati insieme varie volte, argomento caldissimo di gossip, ma a questo proposito l’attrice si limita a dire che va “tutto bene. L’amore è amore”.