Roberto Minervini ha vinto il premio come miglior regia nella sezione Un Certain Regard al Festival del cinema di Cannes. Il regista fermano, noto ed esperto documentarista adottato dagli States, ha convinto la giuria presieduta dal favoloso Xavier Dolan con il suo primo lungometraggio di finzione: I dannati. Pochi sanno però che Roberto Minervini un tempo voleva fare il reporter di guerra...
Un po' un terribile amore per la guerra, parafrasando il noto saggio di James Hillman. Al centro de I dannati, un episodio avvenuto a margini della Guerra di seccesione americana, in cui un gruppo di soldati confederati erano in attesa di un nemico invisibile. Minervini ha dichiarato in un'intervista riportata anche sul Quotidiano Nazionale di aver passato tanto tempo nei territori densi di conflitti e di aver concentrato l’attenzione sulla umanità di questi ragazzi mandati al massacro: “Ragazzi che inevitabilmente pensano alla vita che verrà, ai loro sogni da raggiungere, alla pace. Raccontando questi ragazzi in attesa, che hanno un fucile ma non pensano ad uccidere, volevo allontanarmi da una rappresentazione “muscolare“ della mascolinità nei conflitti. Volevo ricreare un contesto intimo, mantenendo – in un film che racconta la guerra – i punti fermi del mio cinema, quelli dell’attenzione alla realtà”.
L’interesse verso le questioni sociali poi tradotte in immagini folgoranti nei suoi lavori, e ancora la sua abitudine a dirigersi laddove nessun altro oserebbe mettere il naso, così potrebbe tradursi la cinematografia del cineasta marchigiano che, su Left, lo scorso 7 giugno 2019, aveva raccontato all’educatore e appassionato cinefilo Marco Milozzi non solo del suo sogno poi sfumato negli anni, ma anche di una ricerca ben precisa adottata nei suoi lavori: “È un po’ come cercare le mie origini da altre parti avendo anche io un'origine popolare”.
Antropologia e politica si tengono la mano, basta pensare soltanto a Che fare quando il mondo è in fiamme?, documentario in concorso alla 75esima edizione del Festival del cinema di Venezia, in cui Minervini ha indagato la storica organizzazione delle Black Panthers e il razzismo sistemico nei confronti della comunità afroamericana, spinosa e probabilmente mai risolta questione che il regista ha voluto analizzare frequentando quartieri inaccessibili di New Orleans, prendendo spunto da eventi violenti che, nell'estate del 2016, videro coinvolta un'intera comunità afroamericana di Baton Rouge in Louisiana.
Impossibile poi non citare Ferma il tuo cuore in affanno presentato nel 2013 a Cannes e vincitore del David di Donatello l’anno successivo coome miglior documentario, film basato sulla rigida dottrina cattolica "inferta" a una ragazza del Texas. Anche questa volta, con I dannati, Minervini ci ha messo curiosità, e certamente non mancheranno in questo lungometraggio spunti di riflessione su cui interrogarsi. Che dire, l'hype di certo non manca.