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I Radiohead tornano in tour (anche in Italia), ma i pro-Pal sbottano: “Silenzio complice sul genocidio. Quanti bambini dovranno morire?” E Thom Yorke risponde: “Non me ne frega un caz*o”

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

5 settembre 2025

I Radiohead tornano in tour (anche in Italia), ma i pro-Pal sbottano: “Silenzio complice sul genocidio. Quanti bambini dovranno morire?” E Thom Yorke risponde: “Non me ne frega un caz*o”
I Radiohed tornano in Italia e promettono cinque tappe europee dopo sette anni di silenzio. Il problema? La loro posizione su Israele e Gaza. Secondo gli attivisti pro-Pal, infatti, non avrebbero mai condannato apertamente il genocidio e ora pretendono dichiarazioni ufficiali. E Thom Yorke in effetti ha risposto, ma non come avrebbero voluto loro…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Dopo sette anni di silenzio dai palchi, i Radiohead tornano nelle arene europee, ma questa scelta non fa contenti tutti. La band britannica ha annunciato ufficialmente le date dei concerti in cinque città: Londra, Copenaghen, Madrid, Berlino e Bologna, previsti tra novembre e dicembre di quest’anno. L’annuncio era già stato anticipato in maniera tradizionale, con cartelli affissi nelle città prescelte, e ora confermato dalla band: ogni città ospiterà quattro serate consecutive in un’unica location. Il batterista Philip Selway ha raccontato che la reunion della band è nata quasi per caso: «L’anno scorso ci siamo riuniti per provare, senza progettare nulla, solo per il gusto di farlo. Ma è scattata una nuova scintilla». Selway ha spiegato ai fan che «è stato davvero bello suonare di nuovo le canzoni e riconnetterci con un’identità musicale che è profondamente radicata dentro tutti e cinque. Ci ha anche fatto venire voglia di concerti, quindi speriamo che possiate essere presenti a una delle prossime date. E poi chissà dove ci porterà tutto questo».

La vendita dei biglietti seguirà un criterio selettivo: i fan dovranno preregistrarsi sul sito ufficiale della band, e la maggior parte dei tagliandi sarà assegnata in base alla vicinanza geografica delle città, per ridurre la concorrenza dei bagarini. Nel Regno Unito, una sterlina per biglietto sarà devoluta a Live Trust, mentre in Europa un euro andrà a Medici Senza Frontiere, a sostegno dei palchi e della solidarietà internazionale. Il ritorno dal vivo dei Radiohead arriva dopo un lungo periodo di progetti paralleli: Thom Yorke e Jonny Greenwood hanno fondato gli Smile, pubblicando tre album; Yorke e l’artista Stanley Donwood hanno collaborato a una mostra all’Ashmolean Museum di Oxford; Ed O’Brien ha pubblicato l’album Earth nel 2020; Selway ha pubblicato Strange Dance nel 2023; Colin Greenwood ha collaborato con Tamino e partecipato a tour con Nick Cave e Warren Ellis.

Una manifestazione pro-Pal a favore della Global Summud Flotilla
Una manifestazione pro-Pal a favore della Global Summud Flotilla Ansa

Il contesto politico ha però già condizionato la percezione della band. Jonny Greenwood ha collaborato nel 2023 con il musicista israeliano Dudu Tassa in Jarak Qaribak, un progetto che include musicisti di Siria, Libano, Kuwait e Iraq. Il tour europeo dei due artisti fu cancellato nell’ottobre 2023 a causa della guerra tra Israele e Gaza. Nel 2024 Greenwood ha partecipato a proteste in Israele chiedendo la rimozione del primo ministro Netanyahu e il rilascio degli ostaggi di Hamas; esibizioni a Tel Aviv hanno provocato critiche da parte di attivisti filo-palestinesi. La sensibilità del tema si è manifestata pubblicamente già a ottobre 2024, quando Thom Yorke ha abbandonato il palco durante un concerto a Melbourne dopo essere stato interpellato da un fan con commenti pro-Palestina. Yorke replicò: «Sali qui e dillo... sali sul fottuto palco e dì quello che vuoi dire». Il fan aveva chiesto: «Quanti bambini morti ci vorranno per condannare il genocidio a Gaza?». Yorke ha poi spiegato in un’intervista che «i miei messaggi di solidarietà passano dalla mia musica» e che il concerto non era il momento adatto per discutere della catastrofe umanitaria in corso.

Anche O’Brien ha voluto chiarire la posizione della band, in risposta a commenti su Israele: «I miei fratelli detestano quello che sta succedendo a Gaza. Solo perché non sono presenti sui social media o non usano le stesse parole che alcuni ritengono necessarie, non significa che non siano sinceramente turbati e arrabbiati per quello che sta succedendo». Prima ancora dell’annuncio ufficiale del tour, la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele aveva diffuso una dichiarazione in cui si chiedeva il boicottaggio dei concerti della band a causa dell’esibizione di Greenwood a Tel Aviv. Il comunicato affermava: «Mentre il genocidio israeliano contro i palestinesi a Gaza raggiunge la sua ultima, più brutale e depravata fase di fame indotta, i Radiohead continuano nel loro silenzio complice, esibendosi a breve distanza da un genocidio trasmesso in diretta streaming, insieme a un artista israeliano che intrattiene le forze israeliane genocide». Il testo concludeva con un appello a sospendere il tour fino a quando i Radiohead non avessero preso «distanza in modo convincente» dalla scelta di Greenwood.

	 I Radiohead
I Radiohead Ansa

La risposta di Yorke, però, è stata decisa e diretta: «Non ne sono a conoscenza e non me ne frega un cazzo. Senza offesa per nessuno e, ehm, grazie per l’interessamento. Ma penso che ci siamo guadagnati il diritto di fare ciò che ha senso per noi senza dover dare spiegazioni o dover rispondere alle idee storiche espresse da qualcun altro su cosa dovremmo fare». Il ritorno dei Radiohead, dunque, non è solo un evento musicale atteso da milioni di fan, ma si inserisce in un contesto internazionale complesso, dove questioni artistiche, politiche e di sicurezza si intrecciano. La band sembra voler separare la propria attività musicale dalle controversie politiche, pur dichiarando in più occasioni la propria posizione personale su Gaza e Israele. L’attenzione dei media e delle campagne politiche rischia di trasformare quello che sarebbe un ritorno celebrativo in un dibattito acceso, con possibili ricadute anche sul piano della sicurezza degli eventi. Il tour è l’occasione per i fan di riassaporare l’esperienza dal vivo della band, ma resta aperta la questione di un nuovo album: con il clima di tensione internazionale e le pressioni interne, l’uscita di un decimo disco potrebbe essere posticipata o influenzata dalle dinamiche politiche in corso.

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