Comunque è interessante che il nome del protagonista, Belardo, sia così simile a quello di un altro filosofo, Abelardo, a cui tagliarono il pisello. Che poi Indagine su un filosofo al di sopra di ogni sospetto (Il Carato – Publishing House, 2024) di Ottavio Cappellani stia, come si dice, scalando le classifiche Amazon delle novità più vendute (ora è tredicesimo e sta salendo) non dovrebbe stupire: sì, parla del caso Caffo, ma anche di un Caffo a caso, di uno dei tanti personaggi del sistema cultura italiano, non solo una realtà amichettista, ma un meccanismo dotato di scarsa ironia. Allora una novella natalizia come quella di Cappellani diventa un modo raffinato per capire qualcosa di più del cuore del Paese. No, non la cultura, ma il sistema cultura, lo abbiamo detto, seguite. Non è quello del familismo, dei parenti di, è quello dei legami non di sangue, che sono ancora più chiusi e impenetrabili. Non ci sono donne o uomini da sposare per entrare nel club, serve altro. Cosa? Intanto un piano. Come scrive Cappellani: “Le persone intelligenti hanno solo strategie, i geni hanno le strategie ma hanno anche un Piano”. E aggiunge: con la “p” maiuscola. Un Piano Segreto, che ovviamente non vuol dire che non sia banale, o prevedibile. Ma è ben nascosto. È uno di quei piani che, se avessimo avuto qualche segnale, avremmo potuto intuire. E invece, senza segnali, Belardo avanza. Verso dove? Dovreste leggere l’Indagine di Cappellani.
Però è chiaro che si tratta di un gioco di rimandi, una sorta di risiko un po’ balordo e un po’ ridicolo, a leggerlo, visto dall’alto, nell’insieme, dove tutti si conoscono ma non direttamente, dove vanno conoscendosi perché prima conoscevano altri, un regressus ad infinitum e nessuno sa chi sono i primi due a essersi conosciuto. Belardo conosce Carla che vuole conoscere Zara che è amica di Belardo ma non direttamente; o meglio, lo è, in molti sensi diversi, ma si sono conosciuti grazie a terzi. E poi i terzi ci sono sempre, sono sempre lì. Carla è amichetta di Belardo perché vuole conoscere Zara, ma Zara è lo strumento di Belardo per arrivare a Carla e la loro conoscenza deve essere “gestita”. Da chi? Da un terzo personaggio, Monster Lippa, Isabella, la fidanzata di Zara, gelosissima ma soprattutto utilissima. E poi una fine al di sopra di ogni sospetto? No, prevedibilissima, accettabile secondo i più, secondo un nuovo senso comune, un giustizialismo dei giusti, quindi di quelli che fino a ieri criticavano i giustizialisti (nessuno dei giusti trasformati in giustizialisti leggono, hanno mai letto o leggeranno mai Il Fatto quotidiano). Pistole giocattolo che non sono un giocattolo rovesciano la tragedia in gioco.