Se n'è parlato a lungo, o meglio ne abbiamo parlato a lungo noi. Vedere gli stadi pieni non sempre significa aver venduto davvero i biglietti.
Una pratica vecchia come il mondo, a cominciare da casi che hanno fatto scuola, come Biagio Antonacci nel 2007, che riempì San Siro con una carica di biglietti "di cortesia" (a prezzo irrisorio), messi in circolazione dalla Friends & Partners, che si beccò pure una diffida di Assomusica (associazione di categoria dei promoter). O i Modà, nel 2014, con un Olimpico pieno grazie ai biglietti da un euro.
E quindi parliamo di fatti, non di leggende metropolitane. E fatti pure poco graditi alle agenzie, che replicano facendo saltare l'accreditamento. Come rivela il numero uno dei critici musicali, Mario Luzzatto Fegiz, che contattiamo per l'occasione.
Perché noi continuiamo a fare il nostro lavoro di informazione, che piaccia o meno.
Come si riempiono gli stadi, se poi i biglietti non si vendono?
Esistono varie tecniche, e soprattutto si regalano i ticket, semplicemente. Tanto per vantare un sold out inesistente. E ci tengono eccome (i promoter) che le notizie siano così declinate. Altrimenti… sa che a Spinelli hanno ritirato l’accredito perché parlava di mancato sold out?
E di che concerto parliamo, di Ultimo, Amoroso, altri?
Di sicuro è un nome recente. Ma dai, la Amoroso a San Siro? Hanno delle aspettative più grandi della realtà, o come diceva mia mamma, gli occhi più grandi della pancia. Ma in passato, quanti avevano dei buchi paurosi? Tozzi, Bertè, anche ai tempi della loro grande popolarità, non riempivano mica coi paganti.
E i giornalisti (come noi) che lo sottolineano, che fine fanno?
Spero non la fine di Spinelli. Ma fate bene, io l’ho sempre detto, e nessuno mi ha mai rotto le palle. Purtroppo la libertà di stampa non esiste più, ma è questo il nostro lavoro, riportare le storture, le storie, non essere al servizio degli interessi altrui. E tornando alla Amoroso, qualche anno fa le feci un’intervista clamorosa: non sapeva nemmeno chi fossero David Bowie ed Enzo Jannacci! Spero che nel frattempo la sua cultura sia migliorata, ma una persona così, senza sapere e senza repertorio…
Non ha repertorio?
Assolutamente no, ma non è mica colpa sua. Non ha canzoni decenti, e non è mica l’unica.
Altri artisti negli stadi, ma senza repertorio: chi sceglie tra Mengoni, Cremonini, Vasco…
Vasco è intoccabile. Cremonini? Non ha mai avuto canzoni clamorose! Invece preferisco Mengoni, ha una storia che mi convince. Insomma, è necessario avere degli evergreen intoccabili.
Quindi su Mengoni ha cambiato idea. E sui Måneskin?
Lo stadio è troppo per loro, perché passata l’ubriacatura, occorre lavorare sulle canzoni. Torniamo sempre là, è il repertorio che conta per un artista.
E perché ai promoter conviene vantare un finto sold out?
Perché, anche se perdono economicamente, guadagnano in credibilità e immagine del cantante.
Invece Fedez e J-Ax, ormai riappacificati, li rivede già a San Siro?
Se vanno a San Siro loro, fanno il botto eccome. In fondo, sono personaggi in promozione permanente sì o no?