Xhuliano Dule è un comico albanese, uno stand-up comedian che da anni vive in Italia. Ha all'attivo numerose apparizioni tra Rai, Sky, Mediaset e Prime. Comedy Central lo stima moltissimo. Nel curriculum dell'artista spiccano collaborazioni con nomi di spicco come Virzì. Laureato a SciencesPo Paris e Bocconi, nella sua "vita precedente" ha lavorato prima all’Ocse e poi alle Nazioni Unite come consulente per gli affari economici. Insomma, non esattamente il profilo di un individuo insignificante. È il protagonista, insieme a Tiziano La Bella, di una tournée di stand-up comedy caratterizzata da "malvagità" e umorismo tagliente, prodotta dagli spietati Becomedyuk e dal titolo che lascia poco spazio a interpretazioni libere: "Dark". Sold out ovunque. Si potrebbe dire che le soddisfazioni artistiche non mancano, che tutto procede bene, che non potrebbe andare meglio di così. Ma, in realtà, no. Potrebbe e lo farà, perché a breve Dule, sarà co-conduttore del festival della canzone in Albania, letteralmente il festival di Sanremo dei Balcani, insieme a Kledi. La De Filippi ne ha pure parlato in diretta ad Amici. E pensare che solo qualche mese fa, durante uno spettacolo, il nostro eroe durante una serata in Veneto è stato oggetto di insulti xenofobi (poco fantasiosi) che suggerivano il suo ritorno in Albania. E ora, effettivamente, sta tornando in patria, eroicamente e non da sconfitto come avrebbero voluto gli hater, ma sta tornando.
Come si è svolto l'incidente in Veneto?
Il problema principale è stato trovarmi a esibirmi in una serata di stand-up comedy in un contesto assolutamente inadatto: appena arrivato, ho notato almeno una sessantina di bambini. Ho avvertito l'organizzatore chiedendo di allontanarli, ma mi è stato detto in modo diretto che era un problema mio. Tuttavia, i miei pezzi sono gli stessi che si possono vedere su Comedy Central, quindi era evidente che non fossero adatti alla situazione. Ho iniziato la performance ma la situazione era tesa, quando ho optato per battute di improvvisazione la gente ha iniziato a rilassarsi e divertirsi. Tuttavia, un gruppetto di una trentina di persone era palesemente scontento.
E cos'è successo?
Hanno iniziato con gli insulti, da "torna a casa col gommone" (ho risposto "ma io abito a 20 km da qua, dovrei prendere l'autostrada in gommone") fino a una signora che ha sentito una bestemmia che non ho pronunciato e mi ha rimproverato, dicendo che essendo ospite in quel paese, non avrei dovuto bestemmiare (in Veneto non si bestemmia?). Poi gli insulti vari come "albanese di merda". Insomma, le stesse tre invettive che sento da trent'anni, ormai ci sono abituato. Mi aspettavo qualcosa di diverso. Solo le minacce fisiche mi hanno turbato un po': sono emerse dopo aver risposto agli insulti facendo apparire stupidi coloro che li avevano pronunciati. Non hanno reagito bene, specialmente perché il resto del pubblico rideva e applaudiva. Ho cercato di spiegare il senso della stand-up comedy a queste persone per i primi venti minuti, ma è stato inutile. L'organizzatore è poi salito sul palco chiedendomi di cambiare il pezzo. Ma l'idea di dover modificare il mio repertorio per un pugno di xenofobi non mi andava giù, così me ne sono andato.
Tra i fischi generali?
No, una parte consistente del pubblico era "offesa" perché lo spettacolo era stato interrotto, così ho finito l'esibizione in un angolo, senza microfono, come se fosse una chiacchierata tra amici. Sui social media, qualcuno dal pubblico "sano" mi ha scritto sottolineando il proprio dispiacere per quanto accaduto.
Come sei passato dagli insulti xenofobi di quattro individui alla co-conduzione del festival di Sanremo in Albania insieme a Kledi?
Credo che sia stato un mix di fattori: una delle mie clip di stand-up comedy, un monologo trasmesso su Comedy Central, è diventato virale in Albania. Questo, unito al tema dell'immigrazione degli anni '90 su cui ho basato parte dei miei sketch, che mi ha portato a partecipare a vari programmi televisivi in Italia. Forse ha contribuito anche il successo di "Dark", lo spettacolo di black humor che sta viaggiando per l'Italia, così come le esibizioni in Libano e al Fringe Festival. Penso che sia un modo per portare lo stand-up comedy in Albania. Oppure, forse con Kledi hanno finito il budget e hanno scelto me per ragioni economiche (ride).
Te l'aspettavi?
Per niente, è stato davvero improvviso. Un fulmine inaspettato.
Dopo il festival della canzone in Albania, punti al Sanremo italiano?
Dipende dalla libertà che mi concedono sui testi. Non mi interessa partecipare per fare qualcosa di mediato. Inoltre, ovviamente, dipende quanto pagano.