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Il delirio bellissimo del Porta Venezia Design District: il nostro racconto del distretto più vivo (e vero) della Milano Design Week

  • di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

15 aprile 2025

Il delirio bellissimo del Porta Venezia Design District: il nostro racconto del distretto più vivo (e vero) della Milano Design Week
Da (quasi) ragazza di zona, vivere il Porta Venezia Design District durante la Milano Design Week è stato come avere un Fuorisalone sotto casa. Tra Lavazza, Skoda, MCM e l’oasi di Bioderma, è stato tutto un mix di installazioni, file e tote bag piena di gadget, cartoline e ricordi. L’installazione vincitrice del Fuorisalone Award? Spaziale. E no, non solo in senso figurato…

di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

Da (quasi) ragazza di Porta Venezia, poter vivere la Milano Design Week con uno dei distretti più interessanti a due passi da casa (e dalla redazione) non è stata una cosa da poco. Se c’è stato un posto dove, più degli altri, ho respirato una vera e propria aria di creatività è stato sicuramente il Porta Venezia Design District. Non solo uno dei distretti più vivaci e frequentati dell’intera settimana, ma anche un concentrato di esperienze immersive e installazioni da fotografare (e rifotografare). Tra code lunghissime e gadget, qualche corsa e una memoria Sd completamente piena di fotografie, l’esperienza di PVDD 2025 è stata, senza esagerare, incredibile. 

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Porta Venezia Design District

Porta Venezia Design District, tra le tantissime installazioni, ha avuto anche l’onore di ospitare l’installazione vincitrice del Fuorisalone Award, premio che incorona gli eventi più memorabili della Milano Design Week. E no, non è un caso: con 80 progetti e installazioni (quasi il doppio dell’anno scorso), oltre trecento designer da ogni angolo del mondo e un passaggio di più di ottantamila visitatori, il distretto ha davvero spaccato. Tra le vie del quartiere è stato un susseguirsi di stimoli visivi, concept da esplorare e piccoli (grandi) sorprese. Come l’installazione site-specific Source of Pleasure di Lavazza al centro del cortile del Palazzo del Senato. Qui Juliana Lima Vasconcellos, architetto e designer brasiliana, ha creato un percorso multisensoriale che esplora l’universo del caffè, stimolando i sensi. Ma anche Mcm x Pet Therapy, che insieme hanno presentato una nuova collaborazione con un’installazione immersiva, al Giardino delle Arti, incentrata sul design, la spensieratezza e l’amore incondizionato per gli animali. E sempre di animali si è “parlato”, ma in modo completamente diverso, con This Way di Skoda, un viaggio tra arte e natura al PAC, il padiglione di arte contemporanea. Un’esperienza immersiva creata con la collaborazione del celebre design Marcantonio ispirata al claim “Let’s Explore”, pensato per chi, mosso dalla curiosità, ha il coraggio di “spingersi oltre i confini e vedere il mondo con occhi nuovi”. Ma non si vive solo di attesa e installazioni durante la Design Week. Perché tanti, io compresa, si sono goduti un momento di relax nell’oasi urbana di Bioderma, che ha trasformato un chiosco di fiori in un’oasi di pace dedicata al benessere e alla cura della pelle. Alla fine di questa settimana la mia tote bag (ovviamente firmata Porta Venezia Design District) si è riempita di cartoline, gadget e omaggi vari. No, nessuno scrocco assurdo e nessuna coda interminabile. 

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Bioderma al Porta Venezia Design District ha trasformato un chiosco di fiori in un'oasi dedicata al relax e alla cura delle pelle Benedetta Minoliti

Il vero protagonista di questo Porta Venezia Design District 2025? Mission Aldebaran di Marc-Antoine Barrois, che ha conquistato il Fuorisalone Awards con un’installazione potente e poetica, capace di far riflettere, oltre che stupire. Accanto a lui, tanti altri progetti degni di nota: “Making the Invisible Visible” di Google, “Realia” di Sabrina Ratté al MEET Digital Culture Center, “Two Fold Silence” di 6 A.M. Glassworks e “Poetica” di WonderGlass e Calico Wallpaper – tutti selezionati nelle varie categorie del premio (Sostenibilità, Tecnologia, Comunicazione). Il risultato finale? Un distretto che non solo ha parlato di design, ma ha saputo farlo in modo autentico, accessibile e profondamente connesso al suo quartiere. Un’esperienza che non è stata solo da vedere, ma da vivere. E se il trend è questo, non vedo l’ora di scoprire cosa ci aspetta nel 2026.

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Mission Aldebaran di MARC-ANTOINE BARROIS si è aggiudicato la vittoria dell’ambito Fuorisalone Award
https://mowmag.com/?nl=1

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